Tre pasticcerie siciliane entrano tra le migliori d’Italia: i dolci che tutti vogliono assaggiare - Ilmangione.it
Tre eccellenze siciliane hanno ottenuto il massimo riconoscimento nella nuova guida del Gambero Rosso: ecco dove andare per gustare dolci da premio.
La Sicilia conferma ancora una volta il suo primato nel mondo della pasticceria italiana. Secondo la guida Pasticceri & Pasticcerie 2026 del Gambero Rosso, sono tre le insegne dell’isola ad aver conquistato le Tre Torte, il massimo riconoscimento assegnato ogni anno ai vertici dell’arte dolciaria. Un risultato che non premia solo il gusto, ma una visione profonda che intreccia tecnica, memoria e innovazione. Palazzolo a Cinisi, Caffè Sicilia a Noto e Sciampagna a Palermo diventano così simboli di un’identità gastronomica che sa evolversi senza mai perdere le proprie radici.
Tradizione, innovazione e identità: le Tre Torte siciliane secondo il Gambero Rosso
Le Tre Torte sono un traguardo ambito, assegnato solo alle realtà che rappresentano il massimo in termini di qualità, tecnica, ricerca e coerenza stilistica. Nel 2026 sono 34 le pasticcerie italiane a ricevere il riconoscimento, ma solo tre si trovano in Sicilia. Tra queste, spicca l’ingresso per la prima volta della storica Pasticceria Palazzolo di Cinisi, capace di fondere ingredienti locali di altissimo livello e una raffinata rilettura dei classici della tradizione isolana. Il lavoro della famiglia Palazzolo è una sintesi armoniosa tra artigianalità pura e visione culturale, che ha saputo conquistare anche i palati più esigenti della guida.

A Noto, nel cuore del Val di Noto, resiste Caffè Sicilia, da anni una presenza fissa nelle classifiche internazionali. Il merito è del maestro Corrado Assenza, considerato non solo un pasticcere, ma un poeta del dolce. Le sue creazioni parlano la lingua della Sicilia autentica, quella delle mandorle, del miele, degli agrumi e del sapere agricolo, tradotto in forme contemporanee. Non è solo una pasticceria: è un luogo che custodisce un racconto culturale profondo, che ha dato voce a una terra intera.
Chiude il trittico Sciampagna a Palermo, un’insegna che esprime una Sicilia metropolitana, elegante e colta, capace di interpretare le tecniche moderne con un linguaggio personale e coerente. Ogni dolce è una dichiarazione d’intenti: gusto raffinato, estetica curata, equilibrio tra antico e nuovo. Palermo si fa capitale di una pasticceria che sa parlare al mondo senza dimenticare le sue radici, in un processo continuo di trasformazione consapevole.
Un’isola dolce che guarda al futuro: premi e riconoscimenti anche ai nuovi maestri
Oltre alle Tre Torte, la guida Pasticceri & Pasticcerie 2026 fotografa un’Italia in fermento, in cui la pasticceria diventa linguaggio identitario, sperimentazione e sostenibilità. La Sicilia si distingue non solo per le sue insegne più note, ma anche per la qualità sempre più alta della pasticceria da ristorazione. Un segnale forte arriva dal premio assegnato a Lorenzo Dani, pastry chef del St George Restaurant by Heinz Beck al The Ashbee Hotel di Taormina. Il suo approccio tecnico, sensibile e preciso rappresenta una nuova frontiera del dolce fine dining in ambito isolano.
L’intera selezione del Gambero Rosso di quest’anno si concentra sulla valorizzazione del territorio, l’uso delle materie prime locali e il dialogo con la contemporaneità, premiando le realtà che hanno saputo coniugare estetica e gusto, sostenibilità e narrazione. La Sicilia si rivela così non solo un archivio della dolcezza italiana, ma anche uno dei luoghi più attivi e creativi, capace di esportare un modello virtuoso di pasticceria artigianale che guarda avanti.
Il riconoscimento ottenuto da Palazzolo, Caffè Sicilia e Sciampagna è un invito a riscoprire una dolcezza colta, tecnica, radicata, che ha saputo attraversare il tempo senza perdere intensità. E il fatto che tutto questo avvenga in Sicilia non è affatto un caso: l’isola, da sempre crocevia di sapori e civiltà, ha fatto del dolce una forma d’arte viva e dinamica, capace ancora oggi di sorprendere, emozionare e far parlare di sé.
