"Mercurio oltre i limiti": oltre al tonno in scatola, scatta l'allerta per questi pesci - ilmangione.it
La rivista Saldo ha rivelato che 5 filetti su 10 di tonno fresco venduti nei supermercati svizzeri superano le soglie di metilmercurio fissate dall’EFSA, con valori oltre i 130 microgrammi.
Negli ultimi mesi, l’attenzione sul contenuto di mercurio nel tonno fresco si è intensificata dopo la pubblicazione di un’indagine condotta dalla rivista svizzera Saldo. Lo studio ha coinvolto dieci campioni di filetti acquistati nei principali supermercati del paese e ha portato alla luce un dato allarmante: la metà dei campioni analizzati supera i limiti di metilmercurio stabiliti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Il dato colpisce soprattutto considerando che si tratta di pesce fresco venduto nei reparti dedicati ai prodotti “salutari” o “premium”. In parallelo, i filetti di salmone utilizzati come riferimento hanno mostrato livelli di contaminazione significativamente inferiori, rafforzando l’idea che il tonno sia un accumulatore naturale di tossine ambientali per via della sua posizione nella catena alimentare marina.
Il rischio nascosto nel tonno fresco: i dati del test Saldo
Il tonno è un predatore marino di grandi dimensioni, noto per la sua carne ricca di omega-3, proteine e minerali, ma anche per il suo ruolo finale nella catena alimentare, che lo espone all’accumulo progressivo di metilmercurio, una delle forme più tossiche di mercurio. Questa sostanza è particolarmente pericolosa per il sistema nervoso, soprattutto nei bambini e nei feti, e può causare danni cerebrali permanenti.

Secondo le linee guida dell’EFSA, una persona di 60 kg non dovrebbe assumere più di 78 microgrammi di metilmercurio a settimana. Eppure, nei test di laboratorio effettuati da Saldo, 5 dei 10 filetti hanno superato questa soglia già con una porzione standard da 200 grammi. I prodotti confezionati hanno mostrato le concentrazioni più elevate: Migros Sélection ha raggiunto 131,6 µg, Aldi Almare Seafood 118,2 µg, Coop Fairtrade 102,2 µg, mentre Coop Qualité & Prix e Migros Filet Thuna hanno superato gli 80 µg.
I filetti acquistati al banco del pesce, come quelli di Globus Delicatessa, Coop e Migros, hanno invece riportato valori più contenuti, tra 23 e 43 µg per porzione, ben al di sotto della soglia settimanale suggerita. Questo divario è stato attribuito a diversi fattori: in particolare alla tipologia e alla grandezza dei tonni utilizzati. I prodotti confezionati, spesso più economici, provengono da tonni più grandi e anziani, noti per accumulare una maggiore quantità di metalli pesanti nel corso della vita. La provenienza e le modalità di allevamento o pesca restano elementi determinanti nella valutazione della sicurezza alimentare.
Nonostante le preoccupazioni legate al mercurio, l’aspetto microbiologico dei campioni analizzati ha restituito un quadro in gran parte positivo. Nove su dieci sono risultati freschi e privi di agenti patogeni. Solo un filetto, quello della catena Spar, ha mostrato una carica batterica leggermente più alta, pur rimanendo entro i limiti di legge. È stato comunque escluso il rischio di contaminazioni da batteri come Listeria, Escherichia coli e Salmonella.
Perché anche in Italia non si può abbassare la guardia sul tonno
L’indagine condotta in Svizzera non rappresenta un caso isolato o circoscritto a quel mercato. Le problematiche legate alla presenza di mercurio nei pesci di grossa taglia, come il tonno, sono globali. Anche in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità e vari enti regionali hanno più volte richiamato l’attenzione sul problema. Non si tratta di allarmismo, ma di considerazioni basate su campionamenti e analisi periodiche. Il mar Mediterraneo, pur essendo meno contaminato di alcune aree oceaniche, non è esente da fenomeni di bioaccumulo.
Secondo gli esperti, è opportuno limitare il consumo di tonno fresco per soggetti sensibili come bambini, donne incinte o in allattamento. Le alternative consigliate includono pesci più piccoli e a ciclo vitale breve, come salmone, trota, salmerino e pangasio, che accumulano quantità di mercurio molto inferiori.
Anche il tonno in scatola può rappresentare un’opzione più sicura sotto il profilo del mercurio, poiché spesso è prodotto con tonnetto striato (Katsuwonus pelamis), una specie di dimensioni più contenute. Va però ricordato che le scatolette possono contenere bisfenolo A, una sostanza che può interferire con il sistema endocrino e la fertilità, secondo alcuni studi.
Per arrivare a questi risultati, Saldo ha inviato i campioni a un laboratorio tedesco. Il contenuto di mercurio è stato misurato con spettrometria di massa, mentre l’analisi batteriologica è avvenuta attraverso incubazione su terreni nutritivi. I dati ottenuti confermano che la trasparenza in etichetta e l’origine del prodotto sono elementi fondamentali per una scelta consapevole da parte del consumatore.
Oggi più che mai, la sicurezza alimentare passa anche da una conoscenza precisa dei rischi, oltre che da controlli rigorosi. E sebbene il tonno continui a essere uno degli alimenti più apprezzati, è sempre più evidente quanto una dieta varia e informata rappresenti la migliore tutela per la salute.
