
Con 2 ingredienti realizzi un piatto super succulento e pronto in 10 minuti - ilmangione.it
Scopri come preparare gli involtini di prosciutto ripieni di formaggio fuso, dorati in padella e perfetti per ogni pranzo domenicale.
È successo una domenica a pranzo, in una casa di provincia dove il profumo di olio caldo e formaggio fuso riempiva la cucina. Cristina, la padrona di casa, aveva deciso di preparare un piatto semplice, di quelli che non richiedono troppo tempo ma che sanno sorprendere: involtini di prosciutto cotto con cuore di formaggio, passati nell’uovo, impanati e rosolati fino a diventare croccanti. Un piatto nato quasi per caso, come spesso accade nelle cucine italiane, dove la creatività si mescola alla tradizione.
La scena era quasi comica: i suoi tre figli, impazienti, si accalcavano attorno alla padella cercando di prenotare il proprio involtino con uno stecchino, mentre la madre cercava di tenerli a distanza. Eppure, in quella confusione allegra, c’era tutta l’essenza della cucina casalinga: la voglia di condividere, l’attesa e il profumo che fa venire fame solo a sentirlo.
La ricetta raccontata passo dopo passo
Gli involtini di prosciutto sono uno di quei piatti che non hanno bisogno di grandi spiegazioni, ma di attenzione nei piccoli gesti. Cristina aveva scelto fette di prosciutto cotto leggermente spesse, più consistenti del solito, in modo che potessero reggere bene la cottura. Dentro, un bastoncino di formaggio tipo fontina, tagliato spesso come un dito, per garantire la giusta fusione senza colare. L’abbinamento tra il salato del prosciutto e il sapore pieno del formaggio crea un equilibrio che rende ogni boccone intenso e avvolgente.

Dopo aver formato i rotolini, li aveva passati prima nell’uovo sbattuto, poi nel pangrattato, facendo attenzione a ricoprirli in modo uniforme. Il momento più delicato è la cottura: la padella deve essere ben calda, con un filo d’olio extravergine, ma la fiamma va tenuta bassa. Gli involtini devono rosolare lentamente, fino a dorarsi su ogni lato. Appena il formaggio comincia ad affiorare, è il segnale che sono pronti. A quel punto basta scolarli e servirli subito, ancora caldi, con quella crosticina che si spezza al primo morso e un profumo che riempie la stanza.
Non serve molto altro: un contorno semplice, magari una piccola insalata, e il piatto è completo. È una ricetta che si tramanda facilmente, perché unisce il gusto alla praticità, ma anche perché evoca qualcosa di più profondo: il momento della tavola come punto d’incontro, il piacere di cucinare per gli altri, la semplicità che diventa ricordo.
Il valore delle ricette di famiglia
Ogni famiglia ha un piatto che racconta qualcosa, e per Cristina gli involtini di prosciutto sono diventati proprio questo. Un segno di affetto, una ricetta che si prepara con gesti automatici ma pieni di significato. Nelle cucine italiane, spesso non serve una ricetta scritta: basta la memoria, un po’ di occhio e tanta esperienza. Il bello di questi piatti è che cambiano a seconda di chi li prepara: qualcuno aggiunge un pizzico di pepe, altri usano mozzarella o scamorza, altri ancora li passano due volte nel pangrattato per renderli più croccanti.
Il risultato, però, è sempre lo stesso: un profumo irresistibile e quella soddisfazione che arriva solo dai piatti semplici e sinceri. Non a caso, molti li preparano ancora “come li faceva la nonna”, perché certe combinazioni di sapori non hanno bisogno di modernità per restare perfette. È un modo per tenere vivo un legame, anche nei piccoli gesti quotidiani, come mescolare un uovo o rigirare un involtino nella padella.
In un’epoca in cui tutto è veloce, piatti come questo ricordano l’importanza del tempo lento, del cucinare con calma. Perché un pranzo di domenica, con la casa che profuma di fritto e le voci che si intrecciano, non è solo una questione di gusto: è un pezzo di vita.