Le migliori osterie del Trentino Alto Adige - Ilmangione.it
La 35esima Guida Osterie d’Italia ha assegnato 16 ‘Chiocciole’ tra Trentino e Alto Adige, con due nuovi ingressi: andiamo a scoprire quali sono le migliori osterie regionali
La Guida Osterie d’Italia 2025, curata da Slow Food, ha introdotto due nuovi ristoranti nel panorama delle eccellenze gastronomiche del Trentino Alto Adige, conferendo loro l’ambita Chiocciola. Nel cuore del Trentino, a Soraga, troviamo Ciasa do Parè, un locale che sposa perfettamente la filosofia Slow Food attraverso un utilizzo consapevole dei prodotti biologici provenienti dall’azienda agricola interna.
I piatti sono curati con attenzione maniacale alla qualità, con ingredienti rigorosamente selezionati da fornitori locali fidati, che aggiungono un tocco di autenticità e freschezza. Ogni preparazione è un viaggio sensoriale, volto a riscoprire sapori antichi in chiave contemporanea, mantenendo inalterata la genuinità originaria. A questo si aggiunge una dispensa ricca di specialità artigianali, conservate seguendo metodi naturali, che rendono ogni cena non solo un pasto, ma una vera e propria esperienza culturale.
Nel Alto Adige, a Campo Tures, il Drumlerhof si distingue per una cucina profondamente radicata nella tradizione regionale. Qui, la sostenibilità non è solo un concetto, ma la base su cui si fonda ogni piatto. I proprietari si approvvigionano dalle proprie fattorie a Signato sul Renon e dalla azienda agricola comunitaria Taufrisch a Campo Tures.
I menù riflettono un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, supportati da un forte legame con il commercio equo solidale. Questi nuovi ingressi non solo arricchiscono la diversità culinaria della regione, ma enfatizzano l’importanza di un approccio gastronomico che rispetti le risorse e valorizzi le eccellenze del territorio.
Le osterie del Trentino
In Trentino, la Guida Slow Food riconosce l’eccellenza di alcune osterie che incarnano il meglio della tradizione locale. Tra queste, il Maso Santa Romina a Canal San Bovo, situato in un caratteristico maso trentino a ben 1200 metri d’altitudine, offre una cucina che fa dialogare natura e sapore.
La creatività della padrona di casa si riflette in ogni piatto, dove l’uso sapiente dei prodotti della terra si trasforma in delizie culinarie che rispettano la stagionalità e l’origine dei prodotti. Un’altra gemma è la Locanda delle tre chiavi a Isera, dove la cura per le materie prime è un imperativo.

Qui, il ristorante si trasforma in un viaggio gastronomico all’insegna dei sapori autentici, arricchito dall’atmosfera calorosa dell’enoteca adiacente. Boivin a Levico Terme è sinonimo di ospitalità e accoglienza; il suo impegno gli è valso il “Premio Oste dell’anno”.
In questo luogo, la tradizione culinaria incontra l’innovazione, in un perfetto equilibrio tra presentazione imperfetta e sapori perfetti. L’Osteria storica Morelli a Pergine Valsugana rimane un pilastro della cucina trentina, celebrando i piccoli produttori locali e facendo della stagionalità il suo punto di forza.
L’osteria Nerina a Romeno, parte della famiglia Slow Food da oltre 30 anni, continua a incantare con una cucina che onora la territorialità e l’impiego di materie prime d’eccellenza. Ogni tavola diventa così testimone di una storia di passione culinaria e rispetto per la terra.
Le osterie dell’Alto Adige
Le osterie dell’Alto Adige, come riconosciuto dalla Guida Slow Food, rappresentano il connubio perfetto tra tradizione e innovazione, in un’ambientazione che celebra il patrimonio culturale culinario. A Anterivo, il Kürbishof si erge come tempio del piacere, incorniciato in un antico fienile e celebre per le sue specialità locali.
La cucina dell’Oberraut a Brunico, invece, si caratterizza per l’uso esclusivo di prodotti del maso di famiglia e delle piccole aziende circostanti, garantendo un’esperienza autentica. L’Alter Fausthof a Fiè dello Sciliar, nonostante la sua posizione appartata, invita i visitatori con il suo fascino rustico e una narrazione vivida di sapori che rispettano appieno la filosofia Slow Food.
A Funes, il Pitzock da locanda di paese è divenuto un luogo rinomato per la sua capacità di reinterpretare i classici del territorio con un’estro creativo che non dimentica le radici. Lerchner’s in Runggen a San Lorenzo di Sebato esalta la qualità delle sue carni grazie all’allevamento proprio, in sintonia con la stagionalità e accompagnato da una selezione di vini che raccontano l’Alto Adige.
Il Lamm Mitterwirt a San Martino in Passiria è una testimonianza vivente della gara storica, mantenendosi fedele alla cucina della Val Passiria. Infine, il Waldruhe a Sesto, con la sua terrazza panoramica sui Dolomiti, offre un’esperienza di cucina tradizionale in un contesto mozzafiato, mentre il Durnwald nella Valle di Casies incanta con ricette altoatesine che fondono innovazione e tradizione in un unico abbraccio gastronomico.
