Scandalo riso Basmati, Altroconsumo boccia tutte le marche: una oltre i limiti di legge - ilmangione.it
Altroconsumo analizza 8 marchi di riso basmati venduti nei supermercati italiani: pesticidi, tossine e nessun prodotto ritenuto sicuro
Nelle confezioni di riso basmati che ogni giorno finiscono sulle tavole italiane è stato rilevato un livello di contaminazione che ha sollevato più di un allarme. Le analisi di laboratorio condotte da Altroconsumo tra giugno e settembre 2025 parlano chiaro: nessuno degli otto marchi analizzati raggiunge standard accettabili, e in un caso è stato riscontrato un superamento dei limiti di legge per le aflatossine, sostanze potenzialmente cancerogene.
Il caso Curtiriso e le tossine oltre i limiti
Il campione più critico è risultato essere quello a marchio Curtiriso. Il test ha rilevato livelli di aflatossina B1 superiori al limite massimo consentito di 2 microgrammi per chilo. Sono state identificate anche altre varianti (B2, G1 e G2), che confermano una contaminazione diffusa, probabilmente dovuta a condizioni climatiche sfavorevoli nei paesi d’origine, India e Pakistan, dove caldo e umidità favoriscono la formazione di muffe. Altroconsumo ha consigliato apertamente di evitare l’acquisto del prodotto.

Il dato più inquietante non riguarda solo Curtiriso. In cinque confezioni su otto, seppur entro i limiti, sono state riscontrate tracce di aflatossine che, se consumate abitualmente, possono comunque rappresentare un rischio per la salute. La situazione è aggravata dalla presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, alcuni dei quali vietati in Europa ma ancora in uso nei paesi produttori. Secondo quanto indicato dall’Anses e dalla Commissione europea, si tratta di sostanze classificate come interferenti endocrini o composti CMR.
Il test ha incluso anche verifiche sull’umidità del chicco, sulla presenza di grani spezzati e sulla trasparenza dell’etichetta, spesso carente o imprecisa. Nei primi sei mesi del 2025, il sistema di allerta rapido dell’Unione europea (RASFF) ha notificato 66 casi di contaminazione nel riso basmati importato, con una media di un blocco ogni tre giorni. Il fenomeno è ormai strutturale, come denunciato anche dall’Ente Nazionale Risi, che ha chiesto regole più severe per le importazioni.
Nessun promosso tra i marchi testati e le alternative italiane
La valutazione di Altroconsumo ha tenuto conto delle prove di laboratorio (45%), dell’assaggio effettuato da un panel di consumatori (45%) e della leggibilità dell’etichetta (10%). Il risultato? Tutti i prodotti sono stati giudicati di bassa qualità. I marchi Conad, Eurospin (Delizie dal Sole), Esselunga, Coop, Gallo, Scotti e Selex hanno ottenuto punteggi compresi tra 41 e 27 su 100. Nessuno si è avvicinato alla soglia di sufficienza.
Durante la fase di degustazione, i risi sono stati cucinati seguendo il metodo di bollitura tradizionale, senza condimenti, per isolare gusto e consistenza. Molti campioni sono risultati poco aromatici, collosi o troppo spezzati. Il giudizio complessivo è stato influenzato anche dalla discordanza tra la varietà dichiarata e quella effettivamente presente nella confezione.
In assenza di garanzie reali sulla sicurezza del basmati importato, cresce l’interesse per le varietà aromatiche coltivate in Italia, considerate più affidabili e controllate. Tra le alternative consigliate da esperti del settore, si segnalano Apollo, Fragrance e Iarim, risi a chicco lungo e profumo delicato, nati da progetti agronomici italiani mirati a replicare le caratteristiche dei risi asiatici, ma con tecniche più tracciabili.
Apollo viene coltivato soprattutto in Piemonte e Sardegna, ha una buona tenuta in cottura e un aroma gradevole. Fragrance è uno dei primi risi aromatici sviluppati in Italia, mentre Iarim si distingue per un profumo floreale e la consistenza ben sgranata. Anche la conservazione domestica può fare la differenza: è consigliato tenere il riso in contenitori ermetici, in ambienti asciutti, lontano da fonti di calore.
