
I rischi dei pasti sostitutivi - (ilmangione.it)
Cresce la diffusione dei pasti sostitutivi tra chi cerca soluzioni rapide e pratiche, ma gli esperti raccomandano cautela
Il mercato globale dei pasti sostitutivi ha raggiunto un valore superiore ai 15 miliardi di dollari nel 2025, con previsioni di crescita che stimano un aumento fino a oltre 22 miliardi entro il 2030. Questi prodotti, nati come soluzioni dietetiche per patologie specifiche, stanno conquistando sempre più il pubblico generale grazie alla loro praticità e velocità di consumo, ma la domanda resta aperta: sono veramente salutari?
La trasformazione del mercato dei pasti sostitutivi
I pasti sostitutivi si presentano in molteplici forme, tra cui barrette, polveri e soluzioni liquide, e sono progettati per sostituire uno o più pasti quotidiani in contesti di dieta ipocalorica, sempre sotto supervisione specialistica. La normativa europea fissa il loro contenuto calorico tra 200 e 400 kcal per porzione, con una quota proteica che varia dal 25% al 50% dell’energia totale.

L’espansione del mercato riflette la convergenza di diversi fattori: il bisogno crescente di soluzioni alimentari rapide, le innovazioni tecnologiche nel settore food e il cambiamento delle abitudini di consumo e stili di vita. Le aziende produttrici hanno così sviluppato prodotti più sofisticati, con un equilibrio nutrizionale migliorato rispetto alle prime versioni.
Tuttavia, nonostante l’appeal commerciale, questi prodotti non sono un sostituto ideale dei pasti tradizionali per la popolazione sana.
Originariamente, i pasti sostitutivi sono stati concepiti per pazienti con esigenze nutrizionali particolari, ad esempio in caso di obesità, insufficienza renale, malattie oncologiche o durante trattamenti intensivi. La complessità nutrizionale dei cibi integrali è tale da rendere impossibile replicarne completamente le proprietà in una barretta o in una bevanda.
La legislazione europea che disciplina questi prodotti, come il Regolamento (CE) n. 1924/2006 sulle dichiarazioni nutrizionali e il Regolamento (UE) n. 609/2013 riguardante prodotti destinati a diete particolari, stabilisce requisiti di sicurezza ed etichettatura, ma non riesce a garantire la completezza nutrizionale paragonabile a un pasto tradizionale.
Il dietologo, figura medica specialista in scienza dell’alimentazione, è fondamentale per prescrivere e supervisionare l’uso di questi prodotti in ambito clinico. A differenza del nutrizionista, che si occupa principalmente di piani alimentari generali, il dietologo valuta la condizione clinica e decide l’opportunità di inserire un pasto sostitutivo nel trattamento.
Negli ultimi anni si è assistito a un aumento dell’uso dei pasti sostitutivi anche tra persone senza patologie, spesso per ragioni di praticità o per sostenere uno stile di vita frenetico e attento alla salute. Questi prodotti sono infatti veloci da preparare e consumare, adattandosi a ritmi serrati e alla mancanza di tempo per cucinare.
Parallelamente, si è sviluppata una tendenza di preparare pasti sostitutivi “fai da te” a base di frullati o zuppe realizzati con ingredienti freschi come frutta, verdura, cereali integrali, latte o acqua, utilizzando estrattori e integrando con mandorle, fiocchi d’avena o corn flakes. Questa modalità è preferita da chi vuole evitare prodotti industriali o ultra-processati, mantenendo un controllo più diretto sulla qualità e la natura degli alimenti.
Tuttavia, gli esperti avvertono che per persone sane è sempre preferibile consumare alimenti tradizionali e variati piuttosto che affidarsi abitualmente a un pasto sostitutivo. Le conoscenze scientifiche attuali non hanno ancora completamente svelato tutte le molecole presenti negli alimenti naturali e il loro ruolo sulla salute umana. Pertanto, un prodotto artificiale difficilmente potrà garantire una completezza e una ricchezza di nutrienti pari a un pasto equilibrato.
Il rischio associato all’uso prolungato di pasti sostitutivi è dunque rappresentato dalla possibile carenza di nutrienti ancora poco conosciuti, con effetti potenzialmente imprevedibili sul benessere a lungo termine.