
Il borgo incantato che sembra uscito da una favola - ilmangione.it
Alla scoperta di Cornello dei Tasso, borgo medievale della Val Brembana dove storia, natura e tradizioni si intrecciano ancora oggi.
Lasciate l’auto a San Giovanni Bianco e preparatevi a un cammino che riporta indietro nei secoli. Bastano quaranta minuti lungo l’antica via Mercatorum, tra boschi e querceti, per raggiungere Cornello dei Tasso, un borgo che sembra sospeso nel tempo. Le sue case in pietra, i portici medievali, i silenzi interrotti solo dal canto degli uccelli restituiscono un’immagine di Italia intatta, lontana dalle rotte più affollate. In questo angolo della Val Brembana la memoria dei mercanti, delle carovane cariche di merci e dei briganti aleggia ancora, come se la storia non avesse mai smesso di camminare sulle sue strade.
Un borgo intatto sulla via dei mercanti
Cornello dei Tasso non è soltanto un borgo ben conservato: è un punto nodale della storia commerciale e culturale lombarda. La sua posizione, strategica per chi da Bergamo voleva raggiungere la Valtellina e poi la Svizzera, lo rese nel Medioevo una tappa obbligata per mercanti, pellegrini e viaggiatori. La via Mercatorum, lastricata di ciottoli e circondata da boschi fitti, racconta ancora quella fatica: muli carichi di stoffe, sacchi di cereali, vini e spezie. Non era turismo, ma commercio duro, tra burroni e rischi continui.

Arrivando da San Giovanni Bianco, dopo aver oltrepassato l’antico ponte sul fiume Brembo, il sentiero si arrampica lento. Ci si lascia alle spalle lo stabilimento della San Pellegrino e le terme, per entrare in un paesaggio che non ha ceduto alla modernità. Lungo il percorso si incontra Oneta, con la celebre Casa di Arlecchino, legata alla tradizione della maschera bergamasca. Da lì, pochi passi ancora e compaiono le prime case di Cornello: vicoli stretti, portici in pietra, fiori alle finestre. Le arcate che coprono la strada servivano a proteggere mercanti e clienti, dando vita a un mercato che animava il borgo nei secoli passati. Oggi, in questo scenario rimasto intatto, si può sostare in un bed and breakfast o in una piccola trattoria in piazza. L’atmosfera è autentica, priva di fronzoli. Non si viene qui per attrazioni artificiali ma per respirare il senso di comunità che la valle ha difeso nel tempo. Cornello non è un set fotografico: è un borgo che vive ancora, dove le voci rimbalzano sotto le arcate come facevano quelle dei mercanti.
La famiglia Tasso e il museo della posta
Il nome del borgo richiama subito una delle famiglie più note della storia italiana ed europea: i Tasso. Non solo il poeta Torquato Tasso, ma un’intera dinastia che rese celebre Cornello per aver creato un sistema postale che gettò le basi dell’organizzazione moderna della posta in Europa. Nel piccolo museo del paese questa storia prende forma. Tra antichi documenti e simboli incisi sulle missive, si scopre come funzionava il servizio: staffette di cavalli che percorrevano venti chilometri ciascuno, passaggi rapidi, segni grafici che indicavano urgenza o pagamento.
Michela, la guida locale, racconta aneddoti curiosi: il simbolo della forca, per esempio, serviva a segnalare che una lettera era urgentissima e non poteva subire ritardi. Tempi duri per chi portava messaggi, tra strade impervie e pericoli, ma anche tempi in cui da questa piccola valle partì un’idea capace di rivoluzionare i collegamenti tra città e regni europei. Nel 2023 il museo ha ricevuto la visita del principe Albert II di Thurn und Taxis, erede di quella stessa famiglia che, secoli fa, trasformò Cornello in un centro nevralgico della comunicazione. La sua presenza, discreta ed elegante, ha ricordato come da questo borgo siano partite innovazioni che ancora oggi influenzano la nostra vita quotidiana.
Accanto al museo, le trattorie locali continuano a proporre i piatti della valle. Polenta taragna, selvaggina, casoncelli: ricette che raccontano la terra quanto e più dei libri. Mangiare in piazza o fermarsi alla Taverna di Arlecchino a Oneta significa toccare con mano la tradizione. È la stessa resistenza che la gente della Val Brembana ha scelto di portare avanti: vivere di agricoltura, allevamento, ospitalità, senza piegarsi a un turismo di massa che avrebbe snaturato il territorio. Cornello dei Tasso resta così, un luogo dove la storia della posta europea, i sapori dei formaggi di alpeggio e la vita semplice delle valli si intrecciano. Un borgo che chiede di essere camminato, ascoltato, vissuto, più che visitato in fretta.