Le migliori lasagne d’Italia non sono quelle della nonna e la guida Michelin lo conferma: dove mangiare le più buone - ilmangione.it
Scopri dove assaporare le lasagne più raffinate d’Italia, tra tradizione e interpretazioni gourmet premiate dalla Guida Michelin.
Se pensi che la lasagna sia solo un piatto della domenica in famiglia, preparati a ricrederti. La Guida Michelin conferma che ci sono luoghi in Italia dove questo piatto diventa arte, un equilibrio perfetto tra tecnica, ingredienti e rispetto della tradizione. Non si tratta di una semplice sfoglia con ragù e besciamella. Stiamo parlando di un piatto complesso, fatto di strati sapientemente dosati, dove ogni ingrediente dialoga con l’altro senza mai sopraffarlo.
Le lasagne migliori non nascono da improvvisazioni, ma da mani esperte e da una conoscenza profonda della materia prima. Non è un caso se alcuni ristoranti le propongono solo su prenotazione o in certi giorni della settimana: il tempo di riposo, la cottura precisa e la qualità degli ingredienti fanno la differenza tra un risultato memorabile e uno banale.
Dove mangiare le migliori lasagne secondo la Guida Michelin
Sui colli bolognesi, Trattoria da Amerigo porta in tavola una lasagna che racconta la stagione e la memoria. Alberto Bettini alterna le classiche al ragù alle versioni antiche, con spinaci negli strati e abbinamenti stagionali come funghi galletti, asparagi o tartufo nero. Qui la lasagna diventa un piccolo viaggio attraverso il territorio, rispettando sempre il rigore della composizione e la delicatezza del riposo post-cottura.
Guglielmo Araldi è un custode della tradizione: sfoglia all’uovo verde, ragù di carni miste, besciamella fatta in casa e sette strati ben definiti. La cottura lenta a 165 gradi e il riposo di almeno 30 minuti trasformano la lasagna in un’esperienza sensoriale completa. La tecnica diventa trasparente: tutto è chiaro, ordinato e perfettamente equilibrato.
In questa cucina a conduzione familiare, la lasagna è un rituale da rispettare, mai riscaldata, sempre preparata fresca e lasciata assestare prima di servire. Sette strati di pasta verde agli spinaci, ragù bolognese e besciamella, con la pazienza come ingrediente segreto. Il risultato è una lasagna morbida, succulenta eppure strutturata, capace di sorprendere anche il palato più esigente.

Qui la tradizione si intreccia con l’innovazione. La “Spugnolata Mignon” celebra la pasta bianca al forno con ripieno di carne e funghi spugnole, seguendo ricette familiari degli anni ’60. L’attenzione al dettaglio è totale: sfoglia tirata a mano, strati conditi con cura e un sapore che richiama casa, memoria e tecnica insieme.
Per chi cerca sperimentazione, Essentia propone la lasagna di sfoglia di riso con gamberi rosa e bietole. Mantecata con burro alle foglie di limone, servita tiepida, rappresenta un esempio di come la tradizione possa dialogare con l’innovazione senza perdere equilibrio e armonia dei sapori.
La lasagna, in fondo, è un piatto che parla di misura, tecnica e rispetto della materia. Dalla classicità emiliana alle rivisitazioni contemporanee, ogni teglia racconta una storia di territorio, famiglia e passione. E quando il primo morso mantiene gli strati composti e i sapori distinti, capisci perché le migliori non si trovano ovunque, ma solo nei luoghi dove la cucina diventa arte.
