Jannik ha sempre avuto un rapporto molto intimo col cibo - (@janniksin) - ilmangione.it
Se da un lato Jannik Sinner è diventato il numero uno italiano del tennis, papà Sinner è invece un maestro in cucina
Ci sono passioni che si tramandano senza bisogno di parole, come un gesto ripetuto, un profumo che torna o un sapore che resta nel tempo. A volte l’amore per qualcosa nasce in silenzio, tra le mani che impastano, i fuochi che ardono e gli occhi che osservano con rispetto.
Non serve una scuola per imparare a cucinare con il cuore, basta la dedizione, la pazienza e la voglia di far star bene gli altri. E quando la cucina diventa un modo per prendersi cura, ogni piatto racconta una storia fatta di attenzione, memoria e gratitudine.
Il piatto da ace di Papà Sinner
Hanspeter Sinner, padre di Jannik, ha trascorso vent’anni ai fornelli nel rifugio Fondovalle in Val Fiscalina, tra le Dolomiti altoatesine. Oggi segue spesso il figlio nei tornei, assumendo il ruolo di cuoco del team, portando con sé la sua filosofia culinaria autentica.

Secondo Armin Villgrater, chef e amico di famiglia, Hanspeter cucina con precisione e rispetto, valorizzando ogni ingrediente senza sprechi inutili. La sua regola è semplice, ogni piatto deve essere preparato come se fosse destinato a chi si ama, con cura e attenzione assoluta.
Tra le sue creazioni più apprezzate c’è la Padella dell’Alpinista, nata per recuperare i canederli avanzati e trasformarli in un piatto ricco e gustoso. La ricetta prevede canederli rosolati con cipolla, alloro, aglio, pezzetti di maiale e salsa di gulash, serviti con insalata cruda di cavolo cappuccio.
Altro piatto forte è il risotto ai porcini freschi, preparato con burro aromatizzato al pino mugo, che regala un profumo intenso e inconfondibile. Ogni preparazione riflette l’amore per la montagna e per i prodotti locali, scelti con attenzione e lavorati con rispetto e semplicità.
Hanspeter è descritto da amici e parenti come una persona gentile, precisa e attenta, cresciuta in una famiglia semplice dove la materia prima era sacra. Nel rifugio, ha sempre dato valore al lavoro di squadra, correggendo con fermezza ma ringraziando con generosità chi collaborava con lui.
Jannik, da bambino, non frequentava spesso il rifugio, ma quando lo faceva chiedeva sempre i suoi “Maccheroni chef”, il suo piatto preferito. La ricetta include ragù della casa, speck, zucchine, melanzane, funghi e panna fresca, un mix che unisce gusto, sostanza e ricordi familiari.
La passione per la cucina ha contagiato anche il mondo intorno a Sinner, con una pizza dedicata a lui e un cocktail chiamato “We Are Sinners”. Il drink, ideato da Danilo De Rinaldis, usa un liquore al caffè creato da Bruno Vanzan, chiamato “Black Sinner”, in omaggio al campione.
La ricetta del cocktail è segreta, ma il risultato è descritto come intenso, morbido e sorprendente, proprio come il gioco di Jannik in campo. Anche in cucina, il talento si esprime con creatività e precisione, trasformando ogni piatto in un gesto d’amore e in un ricordo indelebile.
