Non è una mela normale, la fragola rossa dentro ti farà impazzire: da assaggiare subito - ilmangione.it
Un frutto nato da incroci naturali in Francia sta cambiando il modo di intendere la mela: colore rubino, consistenza croccante e un profilo aromatico che divide
Quando nelle frutterie italiane, a Milano come a Roma, compaiono mele dalla polpa rossa, molti clienti restano per un attimo sorpresi. Non è un trattamento estetico né un OGM, ma un progetto agricolo che ha richiesto vent’anni di lavoro e che oggi porta il nome di Kissabel, un marchio registrato che sta circolando con grande rapidità sui mercati europei. La loro presenza sempre più frequente nei banchi ortofrutta, accompagnata dal successo sui social, mostra come un frutto familiare possa trasformarsi in un prodotto di forte impatto visivo, adatto sia al consumo fresco sia alla pasticceria. L’arrivo in Italia, gestito dal consorzio NovaMela, riguarda soprattutto la varietà Rouge, riconoscibile per il colore interno intenso e per un profilo aromatico che spinge molti consumatori a provarle per curiosità.
Come nasce una mela rossa “davvero”: gli incroci francesi, gli antociani e le varianti oggi in commercio
L’origine delle Kissabel è legata a un programma di ricerca avviato in Francia nei primi anni Duemila, dove un gruppo selezionato di frutticoltori ha iniziato a lavorare su mele selvatiche a polpa rossa, incrociandole con cultivar di qualità elevata. Dopo quattro generazioni di selezione, sono stati piantati i primi frutteti commerciali e da quel momento in poi il progetto ha attirato l’attenzione del settore ortofrutticolo. Le varietà principali sono tre: Rouge, con buccia e polpa rosse; Orange, con polpa rosata; Jaune, più delicata nel colore. La diffusione in Italia ha puntato sulla Rouge, complice il maggiore impatto visivo e la resa nelle preparazioni dolciarie.

Il colore rosso della polpa deriva dagli antociani, pigmenti naturali presenti in frutti come mirtilli o ciliegie. Questi composti, che appartengono alla famiglia dei flavonoidi, si accumulano anche all’interno della melanina del frutto, determinando la tonalità rubino che caratterizza le Kissabel. Non c’è manipolazione genetica né interventi di laboratorio: la colorazione è ottenuta solo tramite selezione varietale e incroci naturali. Proprio questa caratteristica ha attirato l’interesse degli chef, che stanno già usando le Kissabel per dolci in cui il colore diventa parte dell’esperienza visiva, una scelta che in pasticceria conta tanto quanto la consistenza.
Dal punto di vista commerciale, la gestione della filiera è affidata al gruppo internazionale Ifored, mentre in Italia il progetto è portato avanti dal consorzio NovaMela, che raccoglie produttori di Alto Adige, Trentino e Piemonte. La distribuzione nei supermercati ha un prezzo medio tra 4 e 6 euro al chilo, variabile in base alla zona e alla disponibilità stagionale. Un costo superiore rispetto alle mele convenzionali, legato sia alla novità del prodotto sia alla produzione ancora limitata rispetto alle varietà tradizionali.
Il gusto che divide: cosa aspettarsi al primo assaggio e perché le Kissabel sono arrivate anche nelle cucine professionali
La domanda che molti consumatori si pongono, una volta vista la polpa rossa, riguarda il gusto. Le recensioni raccolte negli ultimi mesi confermano un elemento chiave: la Kissabel non è una mela classica. La croccantezza è elevata, come le varietà più moderne, e la succosità resta costante anche dopo alcuni giorni di conservazione. Ma ciò che distingue davvero questo frutto è il profilo aromatico, dominato da una acidità marcata e da note che ricordano frutti rossi, agrumi o cotogna, a seconda della sensibilità dell’assaggiatore. Chi cerca un sapore che richiami la fragola potrebbe rimanere sorpreso, perché l’associazione “mela-fragola” è più una suggestione legata al colore che un dato oggettivo.
Le prove di degustazione condotte da pasticceri in Francia, Italia e Germania hanno mostrato come la polpa compatta e il colore scenografico si adattino bene a crostate moderne, composte di frutta, mousse e dolci stratificati, dove la colorazione naturale sostituisce coloranti alimentari. Questa caratteristica, già, rappresenta uno dei motivi per cui alcune pasticcerie hanno iniziato a proporre dessert a base di Kissabel, puntando su un impatto estetico immediato.
Il successo del frutto sui social deriva proprio da questa resa fotografica, che lo rende riconoscibile in pochi secondi. Ma resta una domanda che molti consumatori si stanno ponendo: stiamo comprando un prodotto davvero utile o cediamo al fascino estetico? Il prezzo, più elevato rispetto alle mele comuni, riflette il lavoro agricolo e l’esclusività della varietà, ma porta a una riflessione più ampia sul mercato dei frutti “speciali”. Le Kissabel offrono un gusto particolare e un impatto visivo importante, ma la scelta di inserirle nella spesa quotidiana dipende dal palato e da quanto si apprezza la loro acidità.
Per chi ama sperimentare, sono una novità interessante. Per chi cerca una mela dolce e delicata, probabilmente no. Questa polarizzazione, lo sappiamo, accompagna quasi sempre i prodotti innovativi. Eppure il loro arrivo stabile nei supermercati italiani indica che una parte del pubblico è pronta ad accogliere frutti che raccontano un percorso agricolo diverso, fatto di ricerca e selezione lunga anni.
