Prezzo per persona bevande incluse: 42 €
Recensione
Oggi piove, il tempo è quasi autunnale, freddo e ventoso. Siamo sulla costa Toscana ma è impossibile stare al mare e quindi io e la mia compagna decidiamo di fare una gita per i colli toscani. Guardando la cartina le mete più vicine sembrano essere San Giminiano e Volterra. Prima visitiamo San Giminiano dove facciamo una piccola scorta di Vernaccia, poi arriviamo a Volterra in serata e dopo una breve visita della città cerchiamo un posto per cenare. Ristoranti sembrano non mancare e anche di carini visti dall'esterno. C'è solo l'imbarazzo della scelta e capitiamo in questo Don Beta che a vedere le foto da fuori sembra essere molto bello.
All'ingresso la sala è abbastanza comune, un ristorante come tanti, ma ci viene detto che la sala con il soffitto a volta in mattoni a vista è sotto, ma che non c'è nessuno in quel momento. Non amo la ressa ma la sala vuota non ci attira e vedendo alcune persone nella sala di sopra optiamo per restare li. Poco dopo vedo però diverse persone entrare e scendere le scale, al che penso di aver fatto una scelta sbagliata perchè, sempre a giudicare dalle foto viste l'ambiente sottostante è sicuramente molto più d'atmosfera rispetto a quello in cui ci siamo sistemati.
Ci viene portato un menu che mi richiede non poco sforzo di orientamento in una marea di pagine con piatti posti senza una precisa coerenza. La lista dei vini è riportata in fondo e sinceramente non mi convince. In base ai nostri orientamenti nei piatti, un po' scettico, dubitante e poco convinto della qualità dei piatti, scelgo un Morellino di Scansano della casa vinicola "La Doga", 2005, 13% vol. dal prezzo modesto (14,00 euro), non volendo investire su un vino di valore che non sarebbe poi stato all'altezza dei piatti. Purtoppo i miei timori si avverano già dall'antipasto, avvisaglia di una cena qualitativamente molto scarsa.
Abbiamo ordinato quindi un "antipasto varietà della casa" (8,00 euro) composto da due fette di crudo, due di salame, una di finocchiona, una di lardo, una di coppa, una bruschetta liscia con olio, una bruschetta con pomodoro e una bruschetta con patè d'oca. La qualità dell'affettato era la stessa che si trova acquistando le buste sotto vuoto in un qualunque supermercato, non quella che ci si aspetta in un ristorante tipico di Volterra. I crostini erano banali senza alcuna particolarità e il tutto certamente edibile ma senza alcuna nota di sapore che possa essere ricordata.
Il vino intanto peggiora la situazione risultando aspro e acidulo (ne avanzeremo metà bottiglia). Non era contestabile perchè non era un problema legato alla bottiglia ma sicuramente alla bassa qualità di prodotto in generale. Bevibile ma è l'unico aggettivo positivo che mi sento di utilizzare per descriverlo.
Nell'attesa dell'altra portata mi guardo intorno e noto che la sala è tutta sulla tonalità del giallo comprese le tovaglie, i tavoli sono un po' troppo ravvicinati e posate e bicchieri risultano nella norma. Il pane è il classico toscano ed è posto in un sacchetto marrone arrotolato sino a formare un cestino.
Arriva quindi un carrello con la nostra Bistecca Fiorentina in un piatto ovale. Il proprietario arriva e appoggia un coltello per tagliarla in due dinnanzi a noi, poi si allontana e arriva una cameriera, di nuovo cambiano e torna il proprietario e intanto io penso alla Fiorentina che si raffredda. La mia compagna che conosce questo piatto più di me solleva dubbi sul fatto che ciò che abbiamo di fronte sia un'originale Fiorentina. I dubbi vengono anche a me quando la taglio e l'assaggio. Alla fine avrò male alle mani nella lotta per disossarla. La carne è dura per la bassa qualità e per l'eccessiva cottura (non è al sangue). Sapore decente ma nulla di più, non siamo di fronte a niente di eccezionale. Unica nota positiva: credo di aver speso tutte le calorie acquisite nella lotta per mangiarla. La mia compagna rende note le proprie riflessioni negative al gestore quando passa a chiedere se tutto andava bene. Lui invece di tentare di scusarsi per la lamentela comunque gentile, garbata e motivata del cliente, di tutto punto chiede se avevamo già provato la Fiorentina per giudicare negativamente la sua. Ovvio che l'avevamo già provata e sicuramente non era la stessa cosa.
Cerco soddisfazione nei contorni ma i fagioli cannellini sembrano quelli della scatola riscaldati e rovinati con troppo sale, mentre le patate fritte faticano ad essere deglutite (i contorni 3,00 euro ciascuno per un totale di 6,00 euro). Pazienza, non vediamo l'ora di andare e non ordiniamo nemmeno i caffè.
Chiediamo il conto e arriva la ciliegina sulla torta. La fiorentina di cui avevo prima dell'ordine chiesto una stima nel peso si dimostra essere la più pesante che avevano (1,2 chili per 4,00 euro l'etto) ovvero 48,00 euro, mentre una voce insolita "servizio 10%" ovvero 7,50 euro compare ad incrementare il totale già esagerato per quello che ci è stato servito. Non voglio fare discussioni chiedendo il caotico menu per verificare se fosse scritto da qualche parte questa voce del 10%, entrambi non l'abbiamo vista, ma non potrei escludere che fosse presente, sicuramente non era chiaramente visibile o facilmente leggibile. Credo che locali come questo abbiano vita facile grazie al turismo che è sempre presente in splendide città come Volterra. Sicuramente un ristorante così avrebbe vita dura se dovesse dipendere da una clientela abituale. Non ci torneremo più.
Totale della cena quindi 77,50 euro più servizio 7,50 = 85,00 euro.
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