Seguendo i consigli di autorevoli forumisti Mangioni, prenoto un tavolo per due il sabato sera in questo ristorante di antica tradizione, sito in una zona periferica ma residenziale e tranquilla della città giuliana.
All’ingresso vi è un bel pergolato con un giardino all’interno del quale però non vi sono tavoli preparati: peraltro la serata è piuttosto freschetta, per cui ci accomodiamo volentieri all’interno.
L’ambiente è rustico ma elegante, con soffitti in legno, lampadari in ferro battuto e pavimenti tipo graniglia; una vetrata lascia intravedere la cucina ed in particolare una grande griglia sulla quale vengono cucinate le carni. I tavoli, ben distanziati tra di loro, sono vestiti con eleganti tovaglie gialle. Posateria classica, bicchieri con impresso il nome del locale e sottopiatti di peltro. Clientela non giovane e prevalentemente piuttosto elegante.
Veniamo accompagnati al tavolo dal signor Suban in persona, gentilissimo proprietario che prenderà le nostre ordinazioni e più volte passerà per domandarci se tutto va bene.
Scelgo, dalla carta dei vini, un Sauvignon Ronco del Cerò di Venica, avente una gradazione di 13,5°, molto profumato e servito ben fresco (verrà conservato in un secchiello del ghiaccio di fianco alla tavola).
Non c’è invece la carta dei piatti: il signor Suban, dopo averci portato come amuse bouche una piccola ma saporita tartina con ossocollo, ci elenca a voce antipasti e primi e stabiliamo che valuteremo in seguito se ordinare o meno anche i secondi.
Come antipasto, entrambi ordiniamo lo strudel ai formaggi, con fonduta tartufata.
Il piatto, composto anche da tre fettine arrotolate di speck, ci viene portato dopo pochi minuti di attesa ed è davvero eccellente: ottima la consistenza, così come il sapore dei formaggi e della fonduta al tartufo, che costituiscono il ripieno; forse la porzione è un po’ ridotta tanto che ne avrei mangiata volentieri un’altra fettina.
Dopo un breve lasso di tempo viene servito il primo da me ordinato: degli spatzli, ovvero degli gnocchetti di farina di grano duro, alle verdure.
A sorpresa il mio piatto contiene altri due assaggi di primi, delle pennette al sugo di gallinella (eccellenti) e una crespellina al basilico (molto buona). Col senno di poi, avrei scelto uno degli altri due piatti in quanto gli gnocchetti, seppur buoni, non raggiungono il livello delle penne e della crespella. La stessa crespella, peraltro, è stata ordinata da mia moglie ma la comanda è … andata perduta e il piatto non viene servito. Quando il proprietario ci domanda come procede la cena glielo facciamo notare e lui si mostra davvero rammaricato per l’equivoco. Nessun problema, entrambi ordiniamo i secondi. Dopo poco, però, il proprietario stesso porta comunque al tavolo una mezza porzione di crespelle al basilico che mia moglie si gusta con soddisfazione. La crespella non verrà calcolata nel conto finale: scelta davvero apprezzabile.
Eccoci ai secondi.
Per me una tagliata di manzo, che viene affettata al tavolo dal cameriere e condita con solo poco pepe, risulta essere tenera, saporita e di giusta cottura media, come da mia richiesta.
Mia moglie opta per la lombatina di maiale ripiena di prosciutto e formaggio, accompagnata anche da due salsiccette di agnello, ed entrambe sono apprezzate. Di contorno consumiamo un buon piatto di patate al forno.
Trascorso qualche minuto, quando il ristorante si sta oramai svuotando, per non farci mancare proprio nulla ordiniamo anche due dessert, ovvero un millefoglie per me e un rigo jangsi per mia moglie.
Il mio dolce è una soffice e freschissima crema pasticcera sulla quale sono appoggiate due fragranti sfoglie: ottimo davvero. Il rigo jangsi è una sorta di mousse di cioccolato e panna con una base di pan di Spagna e sopra un sottile strato di cioccolato fondente: mia moglie riferisce essere molto buono.
Abbiamo concluso questa ottima cena. Il conto ammonta ad € 100,00 tondi e ritengo che il rapporto qualità/prezzo sia del tutto soddisfacente. Mi sento di consigliarlo vivamente e, semmai tornerò nella splendida Trieste, non esiterò a passare di nuovo da Suban.
