Prezzo per persona bevande incluse: 60 €
Recensione
Ambiente sobrio, tendente all'elegante ma non classico, parcheggio ampio sul retro,nel cuore della Sila a due passi dal lago Cecita. A salutarci immediatamente Denise moglie di Pietro titolare del Ristorante.
Ci accomodiamo. Il locale è accogliente, ideale a mio avviso per qualsivoglia tipo di occasione, i tavoli sono ben distanziati anche se un po' piccoli. Ordiniamo e veniamo invitati nel frattempo a visitare la cantina ove ci vengono offerti un aperitivo, un assaggio di salumi e formaggi. Sono presenti etichette estere e molteplici nazionali con annate davvero antiche. Chiedo un vino nostro calabrese di Cirò il "Ripe del Falco" di Ippolito annata 1988, 13,5% vol., è l'ultimo rimasto: 30 euro. Vino fermo, ancora trasparente e robusto rimango piacevolmente impressionato.
Il personale è cordiale abbastanza scrupoloso ma non invadente, ci portano acqua Silana: non sò se è possibile avere acqua imbottigliata anche perchè non nè ho mai vista agli altri tavoli nè chiesta. Ma personalmente quando mi reco in Sila vado a prelevarne un po' presso le innumerevoli sorgenti che ci sono.
La tavola è ben apparecchiata: sottopiatto in legno laccato, posate normali, mi stupiscono i bicchieri dell'acqua che sembrano di plexiglass; calici da vino ok.
Iniziamo con antipasti misti locali, ricottina, mozzarella e tagli di cacio, buoni; passiamo ad un assaggio di carpaccio di vitello condito con cipollina che è perfetto: si scioglie in bocca e non ci si avvede di mangiare carne cruda se non la si potesse vedere. Ottimi i porcini conditi con pepe, olio ai porcini e poco sale.
Ci portano poi una sorta di crêpe formata da due veli di castagna su cui sono adagiati dei finferli conditi con pesto al basilico, ottimi anche questi.
Salumi di ottima manifattura (salsiccia e soppressata tipici piccanti).
Il tutto accompagnato dal gustoso pane fatto con farina di castagna che preferiamo nettamente al pane normale.
Passiamo i primi. Sublimi ambedue gli assaggi.
Malfatti con porcini: sono tipo paccheri aperti e più piccoli conditi in bianco con porcini trifolati e aromatizzati all'anice e con una grattuggiata di procini freschi, qualcosa di fenomenale.
Seguono dei ravioli ripieni con porcini che sono affogati in salsa di olio ai porcini e cosparsi di tartufo nero. A questo punto tutto era perfetto, nulla mai da ridire. Arriviamo ai secondi e contorni.
Prendiamo due filetti in salsa di funghi porcini. Piatto tanto semplice che poteva solo essere presagio di perfezione ed invece, ahimè, sbagliano la cottura. Ottimo il condimento, purtroppo la carne sebbene fosse ancora al sangue era particolarmente stopposa. Una chiusura deludente accompagnata anche peggio da poveri porcini cosparsi da pangrattato che proprio non ci aspettavamo e che lasciamo con disappunto assieme a parte del filetto.
Mi arrabbio per i porcini perchè sono anch'io raccoglitore ed ero certo di trovare ottimi funghi invece sebbene trattavasi di roba fresca sarebbe stato preferibile non proporli cucinati male nè tantomeno per la varietà non delle migliori che presentava parecchià parte spugnosa mentre il gambo ed il cappello erano già sfatti: non sono funghi da presentare in un ristorante rinomato come la Tavernetta ed il caldo di questi giorni non è assolutamente un deterrente.
Peccato veramente, non contenti dall'epilogo del secondo prendiamo un caffè che tanto per concludere era poco convincente e senza manco assaggiare il famoso millefoglie del Sig.Pietro nè tantomeno un digestivo.
Certamente una serata no per i secondi e relativi contorni. Andiamo via pagando 120 euro in due che avremmo benedetto se non fosse stato per l'epilogo sfortunato.
Certamente riproveremo i primi di settembre quando la materia prima certamente sarà di prim'ordine e concludo certamente e nonostante tutto con un giudizio che è necessariamente più che positivo.
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