Prezzo per persona bevande incluse: 15 €
Recensione
Il polpino si trova nel pieno centro storico di Sestri Levante: dalla via principale si prende poco prima della chiesa in fondo al lungomare la traversa che conduce verso la Baia del Silenzio e che porta alla chiesa dei Cappuccini.
Abitando a Sestri Levante ho raggiunto il locale a piedi, anche perché essendo nel centro storico non è possibile giungervi in macchina. È possibile trovare qualche parcheggio solo sul lungomare (ma non d’estate), oppure nell’interno.
In fondo a questo vicolo, sulla sinistra, si trova la porta d’ingresso.
Il locale è molto semplice: sedie e tavoli in legno scuro; lungo le pareti, in alto, ci sono degli scaffali in cui sono allineate bottiglie di vino e birra. La prima saletta è piccola, ci sono solo quattro tavoli, affiancati alle due pareti, in fondo il banco bar, poi un piccolo corridoio, in cui si affacciano le porte del bagno e della cucina, che porta ad un’altra sala un po’ più grande della prima in cui ci sono diversi tavoli.
Sabato sera sono stata a cena in questo locale con un’amica non del posto. Il Polpino è il luogo ideale per chi proviene da fuori Liguria, in quanto si ha la possibilità di mangiare specialità dell’entroterra ligure.
Per me non era la prima volta che mi recavo in tale ristorante, ed essendo sabato sera avevo prenotato in giornata. Ci presentiamo alle 20 per occupare l’ultimo tavolo disponibile per la cena, come mi era stato detto al momento della prenotazione. Uno dei due ragazzi che servono ai tavoli ci indica il tavolino vicino alla porta d’ingresso. Appena ci accomodiamo ci porta una caraffa di acqua naturale e chiede se preferiamo vino rosso, bianco o birra. Optiamo per il vino rosso, che ci viene portato in una caraffa e, purtroppo, non è della migliore qualità.
Si parte con due diverse portate di testaroli serviti in rapida successione: prima al sugo di funghi, poi con olio e formaggi. Si tratta di una pasta tipica della Lunigiana, sono preparati con acqua e farina: si preparano mescolando gli ingredienti in una pastella fluida cotta a legna per alcuni minuti, poi sono tagliati a triangoli e conditi con il sugo. Il sugo di funghi non è molto saporito, ed è un po’ freddo.
Successivamente, arrivano i testaieu, tipici della Val Graveglia, sono preparati allo stesso modo dei testaroli, ma vengono cotti dentro testetti impilati lontano dal fuoco (quindi hanno la forma di piccoli dischi), ci sono stati serviti con sopra il pesto.
Infine, arrivano i panigacci, serviti insieme a grossi taglieri di affettati (prosciutto, salame, coppa e pancetta) e formaggi (gorgonzola e stracchino).
Alla fine della cena siamo sazie, rifiutiamo i panigacci con la Nutella, ma accettiamo un bicchierino di amaro genovese: molto buono, a base di erbe.
Il menu è fisso: 15 euro a persona, tutto compreso. Il menu non cambia, di conseguenza è un locale in cui andare una volta ogni tanto, ma che colpisce soprattutto chi non conosce queste specialità. Essendo la mia terza visita in poco tempo, non ne sono rimasta entusiasta come la prima volta, però lo consiglio vivamente. La qualità dei prodotti è buona, quindi il rapporto qualità/prezzo è vantaggioso.
I due ragazzi che servono in tavola sono davvero gentili e preparati. Nel corso della cena uno dei due è passato tra i tavoli a fare alcune foto (dopo aver chiesto il permesso ad ogni cliente), che poi ha messo sul sito web già la mattina successiva.
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