Prezzo per persona bevande incluse: 40 €
Recensione
Pasqua. Decidiamo di sperimentare un nuovo ristorante, peraltro già visitato da conoscenti.
Non mi addentro nella descrizione del locale, in quanto descrizione molto dettagliata la si può vedere sul sito “www.canaja.com”; preferisco passare direttamente all’argomento menù, che è proprio quanto mi ha maggiormente colpita, cioè scandalizzata.
Mi soffermo solo sulla tavola, direi apparecchiata decorosamente - ci attendeva anche un cestino di piccoli panini di diversa fattura, e di primo acchito abbiamo pensato a diversi tipi di pane. Niente di tutto questo! I formati tutti diversi, il sapore, omogeneo, tranne che per il tipo a cui era stata aggiunta l’olivetta nera.
Passiamo ora al “Menù di Pasqua” presente nel sito già da più di un mese e pertanto niente di improvvisato.
- ANTIPASTI (niente stuzzichino o apetizer): Barchette di parmigiano con tartara di carne cruda e Asparagi legati e tartufo nero di Alba. La barchetta consisteva in un cestino di pasta aromatizzata al formaggio, quest’ultimo presente solo di sfuggita, contenente della carne cruda affettata sottilmente a mo’ di carpaccio, priva totalmente di condimento, neppure il sale. Sul piatto, in compenso, attorno al cestino erano sparse qua e là gocce d’olio insapore.
Secondo antipasto: n. 3 asparagi, forse troppo bolliti, di cui due del diametro di 3-4 millimetri e uno di ben 5-6, avvolti o “legati”, con due centimetri di sottile lardo e passati probabilmente al microonde, il tutto condito con terrificante olio AROMATIZZATO al tartufo e una decina o forse meno, di sottilissime e microscopiche fettine di tartufo nero, il cui profumo, era impercettibile, essendo sovrastato totalmente da quello del famigerato olio.
Tra un antipasto e l'altro non vengono sostituite le posate.
A questo punto l’intenzione era già di tagliare la corda con una scusa ed interrompere il pranzo da CANAJA, tuttavia la curiosità di vedere l’evolversi della tragedia ed una sorta di garantismo culinario ci hanno trattenuti a tavola.
PRIMI: Tortelli di brasato al sugo di brasato e risotto ai vertis, (cime di luppolo o come viene da noi chiamato “luvertis).
Se per gli antipasti ci siamo’ scandalizzati, all’arrivo del piatto di tortelli, abbiamo avuto un sussulto. Passo alla descrizione: n. 3 tortelloni triangolari sui quali era adagiato un sugo dall’aspetto a dir poco orribile e dal sapore ancora peggio; descrivo la sensazione percepita da me e da mio marito: ci è parso, da buoni intenditori, sia di bolliti che di brasato, che il suddetto sugo, consisteva in carne strabollita e poi macinata e successivamente condita con un poco di olio e vino, identico per consistenza e sapore al ripieno dei tortelli la cui pasta peraltro era cruda. Aggiungo poi che il suddetto sugo navigava nell’acqua di cottura dei tortelli.
Ed eccoci al risotto: apparenza normale, al gusto totalmente insapore, non mantecato, sconosciuti assolutamente il formaggio ed il burro. Forse in Lomellina il risotto si fa bollire con acqua, sale, olio e, come in questo caso aggiunta di luvertis?. PESSIMO risotto.
SECONDO: agnello pasquale in casseruola: carne a pezzi irregolari, strabollita in una sorta di brodo, al quale sono stati aggiunti dei peperoni stracotti e spappolati. Dire pessimo è un eufemismo.
DOLCE: Tortino pasquale: devo ammettere che è stata l’unica portata accettabile, se però penso al conto di 40,00€ a testa, pari 77.450 di vecchie lire, mi viene spontanea una domanda, ma dove ha imparato a cucinare codesto cuoco o meglio qual era la sua precedente professione?
Non sto ad elencare i vini che ci sono stati offerti a bicchiere, poiché ne’ io ne’ mio marito, siamo particolarmente interessati al vino.
Tengo a precisare che le mie impressioni sono state condivise anche da altri presenti e soprattutto da mio marito.
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