La trattoria è difficile da trovare perché non vi ...

La trattoria è difficile da trovare perché non vi sono insegne molto appariscenti. Tuttavia si affaccia sulla strada per Pavia e, quindi, se si presta attenzione, la si trova. La scelta del locale è stata motivata dal fatto che io e mia moglie eravamo appena stati alla Clinica Humanitas di Rozzano.
L'ambiente si divide in due accoglienti sale, con soffitto in legno, un po' retrò, arredate con gusto. Entrando si ha subito la sensazione di trovarci di fronte ad un ristorante "milanese", dai sapori di una volta, come lo lascia intendere l'insegna all'esterno: Burlagiò, cucina de Milan. Le semplici tovaglie bianco-rosse a quadri confermano l'ambiente familiare del locale che si presta a cene di lavoro, fra amici e persino romantiche.
Il servizio è semplice e cortese, offerto da due camerieri che si muovono con celerità fra una trentina di tavoli.
Piatti. Non abbiamo preso antipasti ma un primo e secondo: due risotti alla zafferano, una cotoletta alla milanese e una trippa alla milanese. E' stata una piacevole sorpresa. Il risotto era ottimo e abbondante cotto al tempo giusto. La cotoletta, come di rigore, non era stata battuta ed era stata ben ripulita dal grasso circostante. La trippa, nota come "busecca" (il piatto consumato nella notte di Natale dai contadini) era eccellente.
Per finire, mia moglie ha preso un sorbetto al mandarino, delicato ma niente di trascendentale.
Ho bevuto mezzo bianco perché ho trovato la Lugana di Cà dei Frati che, a mio avviso, è veramente un gran vino.
A testa abbiamo pagato 35 euro, forse un po' eccessivo per il locale.