Tutte le cose hanno una fine e anche questa breve ...

Recensione di del 10/06/2011

L'Arcangelo

60 € Prezzo
8 Cucina
7 Ambiente
7 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Normale
Prezzo per persona bevande incluse: 60 €

Recensione

Tutte le cose hanno una fine e anche questa breve vacanza romana volge al termine. Per concludere degnamente mio marito ed io scegliamo di cenare da Arcangelo, indirizzo molto noto ai ghiottoni romani. Il locale è situato in zona Prati, in una via vicina alla Via Cola di Rienzo, nota per lo shopping di qualsivoglia genere. Prenotiamo e comodamente in autobus raggiungiamo il locale senza dover stressarci per il parcheggio, che comunque si ha la possibilità di usufruire privatamente a pagamento. Arcangelo è già lì ad accoglierci, con modi affabili e cordiali, starà in sala tutta la sera e contribuirà al servizio sparecchiando, raccontando aneddoti, spiegando i suoi piatti. La sua è una cucina che rivisita la tradizione in modo creativo sperimentando accostamenti inusuali (per esempio i biscotti al Plasmon farciti di foie gras). Il locale ha caratteristiche da trattoria di lusso, boiserie ale pareti, specchiere, toni caldi, bel tovagliato e bei bicchieri, le sale sono due, una davvero piccolina.

Ci viene servito subito un piattino di benvenuto, una zuppa di pomodori con ricotta nostrana, una sorta di gaspacho de "noantri", davvero gustoso. La scelta del primo piatto è semplice, siamo venuti qui per la "sua "mitica carbonara e carbonara sarà. Sotto le cloche arriveranno in tavola dei rigatoni Verrigni veramente al chiodo, duretti, e purtroppo parecchi di essi risultano rotti, ma il condimento è squisito e il guanciale davvero strepitoso.
Come secondo: polpette di bollito su una crema di carciofi e radicchio brasato al consorte e agnello cacio e ova e verdura ripassata per me, tutto presentato come si usa nella cucina attuale, una cosa sull'altra (non sempre la cosa mi piace, ma questo è un mio gusto personale). Beviamo un vino laziale rosso di cui non ricordo il nome, un uvaggio bordolese un poco tannico.
Non riesco a non mangiare il dolce, anche se sto per scoppiare e mi gusto una zuppa inglese con crema giallissima inglese (ma che gli darà Parisi alle sue galline?). Al consorte verranno offerti due cantucci un po' marmorei.

Per concludere: un buon indirizzo nel panorama della ristorazione romana, meta stranota per gourmand e gourmet, non scevra da qualche pecca, ma questo è assolutamente normale, buona la qualità degli ingredienti ed encomiabile il gusto della ricerca di innovazione. Il servizio è stato garbatamente cordiale, nella persona di Arcangelo, molto formale da parte del suo collaboratore. Il conto finale di euro 120, giusto per la qualità delle materie prime.

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