Prezzo per persona bevande incluse: 25 €
Recensione
Ultima serata a Roma per me e la mia compagna. Dato che nelle serate precedenti ho avuto modo di assaggiare delle carbonare sublimi voglio provarla anche nel locale che a detta di diversi internauti faccia la carbonara più buona di Roma. Sto parlando de La Carbonara dal 1906, locale che si trova proprio nel rione Monti dove alloggiamo noi. Nel pomeriggio andiamo alla ricerca del posto per prenotare e ci viene detto che sono già quasi pieni per quella sera ma c’è ancora un tavolo che è prenotato dalle 21:30 e che fino a quell’ora può essere occupato da noi. Prenotiamo per le 20 con riserva di arrivare un po' prima. Alle 19:45 infatti siamo già nel locale e ci fanno accomodare in una sala in fondo. Dalle descrizioni lette su internet ci aspettiamo una trattoria semplice e famigliare, senza troppe pretese e dal personale gentile e partecipe. In realtà notiamo un netto contrasto tra il modo in cui si presenta e si pone il personale con quello che è il contesto e gli arredi. Mi spiego meglio: i camerieri sono tutti in divisa o bianca o nera piuttosto formale e l’approccio con i clienti è distaccato, mai un sorriso, i menu dalla grafica ricercata e curata e la presenza di un maîitre, a nostro parere un po' altezzoso, fanno a pugni con un ambiente dai particolari piuttosto trascurati. I tavoli sono molto addossati gli uni agli altri, apparecchiati con tovagliette che lasciano scoperti gli angoli dalle impiallacciature completamente “rosicchiate”, tanto che le maniche del maglione della mia compagna a fine serata han tutti i fili tirati, dalla finestra alle nostre spalle uno spiffero freddo dritto sul collo ci tiene compagnia per tutta la sera e nel menu notiamo che se si vuole il pane si deve pagare a parte. Carina l’idea delle scritte sui muri lasciate dai clienti ma come detto in contrasto con l’impressione che sembra voler trasmettere il personale.
Arriva il momento di ordinare. Da bere dell’acqua naturale, ci viene chiesto se vogliamo del vino, allora chiediamo se è possibile avere del rosso sfuso, perplesso il cameriere ci manda la sommelier che ci comunica che il vino è a bicchiere; acconsentiamo aspettandoci che ci chieda quale preferiamo o ci dica cosa ci verrà portato ma nulla. Sparisce per ricomparire con una bottiglia aperta non ben identificata, ce ne versa un bicchiere e se ne va senza una parola (questo lo poteva fare anche il cameriere allora, perché tanta pantomima?).
I primi: una carbonara per me, delle pappardelle con guanciale, carciofi e pecorino per lei. I secondi: frittata con patate e cipolla per me e saltimbocca alla romana per lei accompagnati da patate tipo chips. Inevitabile per me fare un confronto con la carbonara assaggiata nei locali delle serate precedenti e ad essere onesto devo dire che questa è stata la peggiore. Pasta completamente cruda, difficoltoso anche avvolgerla sulla forchetta, condimento annacquato e poco saporito. La mia compagna ha giudicato così le sue pappardelle: buone ad un primo assaggio nonostante la pasta cruda (lei solitamente mangia la pasta molto al dente per cui per dire che questa è cruda dev’esserlo davvero!) ma stucchevoli già alla seconda forchettata in quanto il guanciale già molto saporito è rafforzato dal pecorino non grattugiato bensì a lunghe scaglie piuttosto spesse, il tutto “annegato” in molto olio (o grasso sciolto del guanciale che sarebbe stato meglio scolare un po'). Piatto molto pesante.
Con i secondi va leggermente meglio. La frittata è abbondante, gustosa e asciutta. Anche per la mia compagna inevitabile paragonare i saltimbocca con quelli già assaggiati la sera prima. E anche questa volta non c’è confronto. Mangiabili, dice, ma poco saporiti e la fetta di prosciutto, probabilmente fritta prima di essere messa sulla carne è dura e troppo spessa. Una nota di merito all’idea delle patate tipo chips che vengono fritte al momento, peccato siano molto unte.
Non troppo soddisfatto della cena io decido di prendere solo un caffè mentre la mia ragazza ordina un tiramisù, sperando di “rifarsi un po' la bocca” ma resta ancora una volta delusa. La porzione è abbondante ma la crema che dovrebbe essere fatta con il mascarpone in realtà è quella che troviamo in ogni gelateria con il nome di semifreddo. Quindi il tutto risulta troppo dolce e un po' pesante. Per la prima volta le vedo lasciare un dolce nel piatto (è golosissima solitamente).
Il bilancio della cena non è molto positivo. Diciamo che le aspettative erano decisamente molto più alte, avevamo lasciato questo locale per la nostra ultima cena a Roma proprio perché ci aspettavamo fosse il migliore tra quelli selezionati e invece è stata una gran delusione o come dicono da queste parti, una “sola”.
Il conto: carbonara 6 euro, pappardelle 9 euro, saltimbocca 10 euro, frittata 8 euro, patate 4 euro, dolce 5 euro, acqua (mezzo litro) 2 euro, caffè 2 euro, un bicchiere di vino 5 euro, per un totale di 51 euro che sarebbe un buon prezzo se il rapporto con la qualità fosse più alto.
Non ci sentiamo di consigliare questo ristorante che forse vive più di rendita con i turisti che di effettiva bravura e a testimonianza di ciò vi segnaliamo che nei tavoli attorno a noi non c’era un solo romano.
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