In giro per Roma, abbiamo l'hotel a pochi passi da questo ristorante che vedo essere quotato.
Quando entriamo ci sentiamo un minimo in minoranza, essendo i tavoli occupati solo da stranieri. Arredamento molto sobrio, sopra al tavolo di legno tovagliette scure con cucchiaio e le canoniche bacchette di ferro, diaboliche per neofiti occidentali quali sono i miei figli che, dopo due tentativi due, ripiegano sulle patriottiche forchette.
Abbiamo parecchio appetito, prendiamo ravioli, Kimchi jjigae (al kimci, una sorta di cavolo fermentato e speziato, viene aggiunto maiale, olio di sesamo, cipollotto e aglio) che arriva accompagnato da una serie di piattini e salse che non conosco. Provo a domandare, ma alla fine annuisco solo alle cortesi ed incomprensibili spiegazioni della proprietaria. Se non altro è tutto molto buono.
Il Bulgogi (maiale marinato in salsa di soia con succo di pera, aglio tritato, fette di cipollotto, olio di sesamo) è appassionante, ma essendo un po' ricco, come sapore, chiedo del riso bianco. Mi viene detto che è previsto con la portata, ne chiedo comunque una porzione aggiuntiva.
Prendiamo anche del maiale in agrodolce, squisito, e un antipasto di pollo fritto. Tutto è curatissimo anche come presentazione e magnificamente bilanciato: il piccante è acceso in piatti quale in kimci, il dolce è suadente nel bulgogi.
Manca solo il riso, che non arriva e solo una delle due porzioni attese verrà stornata dal conto, ma non provo nemmeno a spiegarmi!
