Prezzo per persona bevande incluse: 40 €
Recensione
Essendo in zona, ho consultato il Il Mangione per trovare qualche suggerimento utile per trovare il classico (ma non sempre facile da individuare) ristorante di buon livello e con un discreto rapporto Q/P.
Avendo letto alcune recensioni di una Mangiona piuttosto “Piacentinocentrica”, mi sono fidato dei suoi giudizi sul Ristorante “Caffè Grande“ di Rivergaro. E direi che ho fatto bene.
Questo ristorante, ospitato in un bell'edificio della piazza centrale di Rivergaro, è composto da tre sale con un bel giardino interno, dotato anche, se non ho visto male, di un sistema di copertura in caso di pioggia.
Giardino con una decina di tavoli ben apparecchiati, ad uno dei quali ci siamo accomodati in quattro.
Accolti da una gentile cameriera, abbiamo incominciato a consultare il menu. Mentre la stessa cameriera, con modi aggraziati, ci illustrava alcuni piatti
extra.
E proprio uno di questi è stata la mia scelta come primo piatto: “Spaghettoni Cacio e Pepe con Crumble di Bacon“. Se escludiamo il fatto che il sugo era così compatto e denso da legare eccessivamente la pasta, è stato un piatto che mi è piaciuto molto. Pasta cotta al dente e sapore di fondo cacio e pepe ben legato a quello del Bacon. Che, molto croccante, dava un bel tocco in più alla preparazione. Buono !
Avendo in mente, per questa due giorni in moto tra Piacenza, Parma e la Liguria, i famosi “Pisarei e Fasoi“, ho pensato di prenderli come antipasto. Una buona idea. Buoni anche questi con i Pisarei anch'essi ben cotti e “sodi“. Una bella proposta anche questa con un gusto globale, molto valido.
(Il giorno dopo , sempre seguendo le tracce... della Recensora di cui sopra, ne ho mangiati degli altri ancor più buoni a Castell'Arquato. Durante una breve sosta a pranzo, allo Stradivarius, dove mi propongo di ritornare per fare una bella cena completa).
Un po' indecisi su cosa ordinare, abbiamo trovato il modo di non rinunciare ne al “Pollo marinato e fritto“, ne al dessert.
Abbiamo infatti ordinato due porzioni da dividere in quattro del pollo e poi ognuno ha scelto il suo dessert. Per me il tris di sorbetti: Mirtillo, Pesca e Sambuco.
Tornando al pollo, definito biologico dalla nostra simpatica cameriera, devo dire che è stato la nostra migliore ordinazione. Tanto da spingere due dei miei commensali a valutare seriamente la possibilità di ordinarne altre due
porzioni.
Una pastella leggera e asciutta, che non copriva assolutamente il gusto della marinatura, fatta con limone, senape e santoreggia. Con la carne del pollo morbida e, ripeto, saporita. Molto, molto buono.
Quasi altrettanto si può dire del dessert. Fresco e gradito anch'esso.
Per il vino, siamo rimasti in zona, scegliendo un Malvasia frizzante Torre Fornello e un Gutturnio Superiore 2011 del Castello di Agazzano: “Milione Rosso“. Uno agli antipodi dell'altro come gradazione e corposità, entrambi buoni, con una certa personalità anche il bianco, che al primo assaggio sembrava quasi dolce, ma che abbinandolo ai Pisarei, si è rivelato in realtà abbastanza secco. Piacevole pur se molto più corposo, il Gutturnio.
In conclusione una bella serata in un ristorante piacevole ed elegante. Con un servizio più che adeguato. Il conto finale di 160 euro porta ad un Q/P buono. Da ritornarci.
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