Prezzo per persona bevande incluse: 78 €
Recensione
A poca distanza dal casello autostradale di Recco, cittadina della riviera ligure di Levante, si trova “Manuelina” ristorante/focacceria di antiche e nobili tradizioni.
Ricordo bene già negli anni ’80 di averlo frequentato più volte, al seguito dei miei genitori nei periodi spensierati delle vacanze estive e di avergli sempre destinato un cantuccio speciale nel mio cuore e nella mia mente. Dicevamo focacceria... per quale motivo? Quasi tutti sanno che Recco ha dato i natali ad una delle più famose prelibatezze della cucina ligure, la focaccia con il formaggio (rigorosamente preparata con due strati sottilissimi di pasta a base di olio e farina ma non lievito e farciti con la cagliata ligure (detta prescinsêua) o con crescenza di origine Ligure. Orbene, Manuelina presenta la più alta espressione gastronomica di suddetta focaccia.
Un weekend in moto in Liguria è quindi una scusa ideale per godere di una pausa pranzo molto sfiziosa. Arriviamo in perfetto orario nei pressi del locale, realmente vicino all’uscita autostradale. Il parcheggio per la moto non presenta alcuna difficoltà; quello per l’auto dipende dalla quantità di mezzi presenti nel piccolo parcheggio per la clientela. Se tutto occupato, può diventare un problema. Il locale si divide in due parti, una più semplice ed informale destinata alla focacceria ed una più elegante, che è invece dedicata al ristorante vero e proprio. La focaccia comunque potrà naturalmente essere degustata in entrambe le sistemazioni.
Veniamo accolti cordialmente dal proprietario ed accompagnati al nostro tavolo. La sala presenta un’eleganza “rustica”. Tavoli ampi e ben distanziati fra di loro, mise en place di livello, calici da acqua e vino di buona fattura e tovagliato candido. Sulle pareti fanno bella mostra una serie infinita di piatti del “buon ricordo”, provenienti da ristoranti sparsi un po’ in tutta l’Italia. Notiamo con un certo piacere che “Manuelina” accoglie di buon grado gli amici a quattro zampe. In periodo estivo, che purtroppo reca con sé la tragica piaga dell’abbandono degli animali, questo è senza dubbio segno di civiltà e un punto positivo assegnato al locale.
Il menu è strutturato in maniera semplice. Una prima parte “folkloristica” in cui sono declamati i versi di una poesia in dialetto genovese e in cui viene presentata una ricetta locale, una seconda che fa richiamo all’iniziativa gastronomica “Terre di Sapori” volta a far avvicinare i commensali alla tradizione gastronomica delle Terre di Portofino attraverso le ricette più particolari proposte nei mesi primaverili da una rosa di trentadue ristoranti qualificati della costa e dell’entroterra, da Recco a Moneglia, a prezzo contenuto, una terza che descrive i menu degustazione e infine la lista vera e propria.
Molte le proposte invitanti, di terra e di mare ed un solo appunto. La selezione di vini in lista è molto, troppo contenuta, in quanto si limita ad elencare “la proposta odierna di vini”. Una bollicina, un bianco, un rosso “da pesce”, un rosso strutturato e un vino da dessert. Probabilmente a richiesta vi sarà la possibilità di ottenere la carta dei vini vera e propria, comunque ci indirizzeremo su qualcosa di diverso dato che nessun vino di quelli elencati incontra i nostri favori.
Più precisamente ci incuriosisce la possibilità di ordinare una delle due birre artigianali in lista, la Stoner doppio malto del birrificio toscano Brùton. Mai scelta fu più azzeccata; la birra si sposerà perfettamente sia con la stuzzicante sapidità della focaccia di Recco che con le preparazioni a base di pesce. La Stoner è una birra chiara doppio malto, di gradazione alcolica importante (7,5°), dal colore dorato e schiuma bianca persistente e della consistenza della panna. Al palato è molto equilibrata, armonica, dalle note fruttate. Ottima.
Oltre alla birra, ci serviranno acqua gasata Alisea.
Nessun “appetizer” o bollicina offerta come entrée, solo il cestino di (buon) pane a farci compagnia in attesa della tanto desiderata focaccia. Che rispetterà pienamente le attese. Arriva facendo bella mostra di sé su un enorme tagliere di forma circolare, calda e fumante. Viene tagliata al momento e ci vengono servite due generose porzioni. Che dire? E' da sogno!Meravigliosa! Una goduria per il palato. Di focacce con il formaggio ne abbiamo provate parecchie, in loco e non, ma questa è inarrivabile. Se capitate alla Manuelina e non la provate commettete un peccato capitale!
Dopo questa meravigliosa “trance” culinaria dobbiamo pensare a come proseguire il nostro pranzo. Mia moglie è dell’idea di passare direttamente ad un secondo, opzione che mi trova concorde, ma sono comunque tentato dalle Crudità di mare che spiccano in lista. Detto fatto, si materializza sul nostro desco un piccolo presepe di crudité marine che si compone di un’ostrica Fine Binic, due gamberi rossi di Santa Margherita, un carpaccio di ricciola e una tartare di rondanina con mosciame di tonno. Tutto molto fresco e condito da un ottimo olio evo e insalatina novella. Un piccolo cenno sulla tartare, davvero strepitosa. In passato il mosciame era un piatto tipico ligure, preparato con le interiora salate ed essiccate dei delfini che restavano impigliati nelle reti dei pescatori. Oggi essendo proibita la caccia ai delfini se ne trova, appunto solo di tonno e si presenta come una sottile fettina della consistenza ed il colore del prosciutto (per intenderci) e dal forte sapore marino con note affumicate. Inusuale ma davvero eccellente.
Il secondo scelto è una semplice grigliata mista per due caratterizzata, come le altre proposte, dall’assoluta freschezza del pescato. La porzione non è enorme e presenta due gamberoni rossi, un trancio di pescatrice, una capasanta e un filetto di spada. Il tutto aromatizzato dal solito olio evo e da una spruzzata di pepe e sale, che intendiamo dargli. Come dicevo, tutto ottimo anche se avrei preferito una cottura leggermente più lunga per i gamberoni, che restano all’interno un filo troppo molli, ma è solo un dettaglio.
Mia moglie ha ancora spazio e voglia per degustare un dolce. Sfogliatina con chantilly al profumo di arance e cardamomo. Mi viene riferita come ottima, anche se declino l’invito all’assaggio. Concludiamo il nostro pranzo con un caffè e una grappa per mia moglie ed un whisky invecchiato (Highland Park, 1992, proposto al non modico prezzo di euro 16) per me, davvero eccellente.
Pranzo di ottimo livello alla “Manuelina”. Materie prime di qualità assoluta, preparazioni semplici ma efficaci e soprattutto lei, sua maestà La Focaccia con Formaggio. Il servizio è stato svolto in maniera discreta, con pochi sorrisi ma con molta puntualità e tempistica impeccabile. Conto finale piuttosto salato, 155 euro in due. Ma si sa che la zona è quella che è ed i prezzi non sono del tutto calmierati. Se devo trovare un difetto, mi ha notevolmente stupito l’assenza di un qualsiasi “orpello” a favore del cliente (una bollicina offerta ad inizio pasto, un benvenuto della cucina, la piccola pasticceria con il caffè) in considerazione – appunto – del conto finale di tutto rispetto.
Manuelina comunque è un locale che non tradisce, che è consigliabile per ogni occasione, romantica e non e che senza dubbio vive un connubio imprescindibile con la mai troppo menzionata ed elogiata focaccia di Recco, che qui rinasce nella sua massima espressione possibile. Da riprovare, anche per poter degustare preparazioni ormai desuete (come il cappon magro, i corzetti dei Fieschi e le chicche di prescinsêua) e difficilmente riscontrabili in altri locali della zona.
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