Da giovedì...

Recensione di del 14/11/2017

Osteria La Poiana

35 € Prezzo
7 Cucina
6 Ambiente
6 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Normale
Prezzo per persona bevande incluse: 35 €

Recensione

… e non solo.

Il Ristorante La Poiana, si trova a Poiano; piccola frazione di Verona ai piedi della Lessinia.

Ospitata in una bella Villa con ampio giardino e ampio parcheggio, è uno dei pochi ristoranti che, per il momento, soddisfa le molteplici, variegate, estrose e (a volte) immotivate pretese dell’eterogeneo gruppo del giovedì.

In questo caso però, ci sono stato con un normale gruppo composto da me ed altri tre amici-colleghi, e la positiva impressione generale è stata confermata.

E a giudicare dai pochissimi tavoli vuoti in una serata infrasettimanale, direi che molti altri la pensano allo stesso modo.

Ambiente abbastanza semplice e simpaticamente rustico; con tavoli altrettanto semplici disposti in più sale. Servizio tutto sommato preciso ed efficiente; forse un attimino frettoloso. Menu ampio e direi interessante, come sapevo.

Ho quindi ordinato come antipasto l’ “Insalatina tiepida di polipo con porro e olive taggiasche”.

Molto bella coreograficamente; e anche buona. Con il polpo morbido e il porro piuttosto delicato. Più aggressive come gusto, le olive. Piacevoli le verdurine croccanti che completavano la decorazione del piatto.

Polpo preso al posto del primo piatto, insieme ai maccheroncini e alle lasagnette scelte dai miei commensali. Piatti di pasta fresca che hanno riscosso un ottimo gradimento.

“Tagliata di maialino iberico con funghi pioppini e Monte Vecchio” è stato il mio secondo. Anche questo presentato con una certa cura; tanto che a prima vista, poteva apparire un pezzo di carne unico. Buona e saporita la carne; buoni i pioppini e delicato, contrariamente alle mie aspettative il formaggio. Che essendo un Monteveronese stagionato me lo aspettavo, ripeto, più e magari anche troppo, saporito. Anche qui un bel risultato di insieme.

Bel finale con il “Tenerello al cioccolato e crema al frutto della passione”. Scelto proprio per quest’ultimo ingrediente. Frutto della passione che mi….appassiona sempre (prima di raggiungere i miei amici, avevo bevuto uno “Spicy Passion Fruit Martini” in un interessante locale del centro città dove oltre a degli ottimi cocktail, si cimentano anche in alcuni piatti teoricamente interessanti.

Un dessert ben presentato anch’esso, ma dove, devo dire, il mio amato frutto non era il protagonista principale. Nel senso che avrei preferito che anziché il cioccolato, fosse lui a prevalere. Ma ovviamente è giusto così. E il risultato complessivo era buono.

La prima bottiglia di Lugana di Cecilia Beretta 2016, è rapidamente svanita. Classico bianco di “pronta beva” che purtroppo nonostante l’assenza di giustificazioni, costa oggi quello che costava qualche anno fa un bianco corposo lasciato invecchiare qualche anno. Comunque piacevole e fresco.

Leggermente più umano e giustificato il prezzo (18 euro) del secondo vino: un Nebbiolo 2014 della Cantina Malvirà. Azienda di Canale a pochi km da Alba. Che si è ben abbinato ai nostri secondi piatti.

Per quello che posso dire, lo definirei corposo ma non troppo; beverino ma non troppo. Un nebbiolo onesto.

Dopo un paio di caffè, è arrivato il conto: 140 euro che diviso 4, porta ad un Q/P normale; normale sempre per i tempi che corrono.

Ma forse, anzi sicuramente, sono io che sogno inutilmente di poter tornare ai tempi che furono.

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