Ci sono posti che ti conquistano al primo colpo, l...

Recensione di del 24/10/2010

Antica Trattoria Ferrari

41 € Prezzo
8 Cucina
8 Ambiente
8 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Buono
Prezzo per persona bevande incluse: 41 €

Recensione

Ci sono posti che ti conquistano al primo colpo, locali dove già sai che tornerai spesso e volentieri, e che li farai diventare dei tormentoni per i tuoi amici. Non sono posti necessariamente da 10-10-10; a un esame oggettivo hanno magari anche qualche piccola pecca (che in recensione viene onestamente segnalata e considerata). Fatto sta che quando si realizza questa magia, è forte la voglia di condividere l'esperienza con altri mangioni e i voti alla fine contano poco.
In Borgo Ticino, nella parte di Pavia al di là del fiume, a 200 metri dal famoso ponte coperto, sorge questa Antica Trattoria Ferrari che mi ha, si può dire?, emozionato. Un esercizio che scoprirò esistere da decenni, ben avviato e via via tramandato in famiglia con amore e cura. Parcheggio facile nelle viuzze affianco a via dei Mille il sabato e i festivi (quando i parcheggi sono gratuiti); durante la settimana credo bisognerà andare armati di monetine per i parchimetri.

Ambiente.
L'ambiente è da bel ristorante, molto caloroso, accogliente e curato: mattoni rossi, pareti in legno, molte piante in vasi di rame pendenti dal soffitto, una bella illuminazione con lampadari stile deco e molti mobili in legno rustici. Tante belle bottiglie di distillati e vini in mostra. I tavoli comodi sono (solo un po' "pieni" tra candele e centritavola) e bello è il tovagliato
(sopra tovaglia giallo e centro piatto ricamato): insomma, qui di trattoria c'è solo il nome. Pur non avendo pretese di "lusso", questo è il classico ristorante "bello" del pranzo domenicale, dove venire con gli amici, con la famiglia o con la moglie o fidanzata: in ogni caso non si sbaglia.
Le sale sono tre e tutte piene; la prenotazione è super raccomandata e il sabato sera e la domenica a pranzo, per meglio organizzare il flusso dei clienti, bisogna scegliere l'orario di arrivo. Dato il buon servizio ricevuto e l'ottima gestione dei tempi direi che l'escamotage è più che utile. A mio avviso, per chi può, forse è meglio segure il consiglio del gestore
e venire nelle meno affollate serate super settimana o il sabato a pranzo.

Servizio.
L'accoglienza è professionale e cordiale; malgrado l'affollamento tutto fila liscio e via via il cameriere non mancherà di aggiungere al servizio qualche ammiccamento e qualche battuta, col risultato di rendere il pranzo ancora più gradito.

Il mangiare.
Con i menu vengono serviti dei tocchettini di focaccia alle cipolle molto buoni e saporiti. Nel cestino del pane fanno bella mostra di sè anche degli ottimi grissini.
Il menu stagionale è fortemente ancorato alla tradizione e al luogo: molti i primi in cui è presente il tartufo dell'Oltrepò, molti i lombardissimi risotti; anche per i secondi l'impronta è localistica (spiccano tra gli altri oca e rane). Tuttavia le ricette non sono mai banali e c'è sempre un che nell'elaborazione che attrae e incuriosisce. Insomma, in cucina ci si mette del proprio e, se proprio è cucina della tradizione, è quella ricca, del giorno di festa. Tra l'altro piace notare l'ottima offerta di costi: i primi sono tutti a 8 euro, i secondi a 11 euro.

In tre ci sbizzarriamo nei risotti, con reciproci assaggi.
Io prendo un risotto alla zucca con crema di taleggio. Molto buono, riuscito il contrasto tra i due sapori (il formaggio comunque non è troppo presente e il dolce della zucca rimane sempre apprezzabilissimo). Il risotto viene presentato all'onda e ha l'unica pecca di essere un troppo al dente.
Perfetta invece la cottura dei risotti dei miei commensali: un risotto al Buttafuoco con pasta di salame, buonissimo, decisamente dal sapore ricco e tuttavia per niente soverchiato dal gusto del Buttafuoco come a volte ho riscontrato in risotti al vino rosso. Risotto ai porcini con mirtilli, questo forse il migliore per l'accostamento di sapori, con i mirtilli - non troppi, per carità - che ti esplodono in bocca riempiendo di tanto in tanto il palato di una frescura acidula e dolce al tempo stesso.

Per i secondi la mia scelta cade su bocconcini di filetto di manzo con funghi porcini: piatto eccelso. La carne ha la cottura perfetta, è tenera, morbida, saporita e pregna del sughetto dei funghi altrettanto gustosi e teneri.
Accompagno con un ricco contorno: cipolle caramellate con crema di parmigiano. Trattasi di un ampio e saporito piatto di cipolle tagliate a fette e cotte a lungo, tanto dal cucinare nei propri zuccheri rilasciati (questo il senso del "caramellate"); sopra viene versata una cremina di parmigiano che dà un tocco sublime al piatto.

Ormai pieni, cediamo al dolce, che in tutta onestà è stato quasi di troppo.
Io prendo dei brasadè con zabaione: i brasadè sono dei biscotti tipici dell'Oltrepo a forma di ciambella, molto buoni e ben cotti (nonchè "ricchi": il colore molto giallo rende l'idea delle uova che vi si mettono). Lo zabaione lo trovo invece non perfetto, ma mi sento di concedere il beneficio del dubbio
perchè può essere che a quel punto avessi le papille gustative "interrotte" dalla sazietà.

Il bere.
Il menu della cantina è abbastanza ricco: ampia offerta di vini dell'Oltrepò, meno ricca ma altrettanto valida la possibilità di scelta tra le altre regioni.
Pranziamo con un Rosso dell'Oltrepò Podere La Borla del 2008 dell'azienda Monsupello; un vino forse un po' giovane, ma comunque adatto ad accompagnare un lauto pranzo.
Col dolce viene anche offerto un bicchierino di passito molto buono, che si rivelerà ottimale accompagnamento dei biscotti.
Infine prendiamo due grappe; ve n'è una gran varietà, la maggior parte della ditta Berta. Buone la mia grappa morbida "ma non troppo morbida" e soprattutto buona la competenza da parte del cameriere a suggerire la grappa giusta per i propri gusti.
Col caffè e le grappe vengono anche offerte delle mandorle tostate ricoperte di zucchero (oserei dire il colpo di grazia: una tirava l'altra.

Costi.
Tre coperti 3 euro cadauno, tre primi 8 euro ciascuno, tre secondi a 11 euro cadauno, tre contorni a 4,50 euro cadauno e tre dessert a 5,50 euro. Con due acque (mezzo litro) a 3 euro in tutto, la bottiglia di Rosso dell'Oltrepo a 16 euro, un caffè a 1,5 euro e due grappe a 4 euro l'una, in tre spendiamo complessivamente 124,50 euro, a persona 41,50 euro. Per qualità, quantità, servizio e ambiente rapporto qualità/prezzo buono!

Conclusioni
Bella atmosfera, buon servizio e ottima cucina: che dire di più? Qui si mangia nettamente bene, una cucina nel solco della tradizione locale ma con ricette che comunque non sono mai esattamente quelle che mangeremmo a casa sempre e comunque (la famosa cucina della nonna). I primi hanno una vasta scelta di ricette, i secondi hanno sempre quel qualcosa in più che rendono il piatto particolare: c'è sempre insomma un elemento in grado di suscitare curiosità e attenzione (nonchè piacere quando si mangia).
Al momento del pagamento non guastano poi le due chiacchiere di saluto con il gestore Guerrino, affabile nel raccontarci la storia del locale e la sua politica nel gestirlo e cortese anche nel togliere qualche curiosità su quanto degustato.
Tornerò, ah se tornerò...

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