Prezzo per persona bevande incluse: 31 €
Recensione
L’Antica Osteria del Previ è un classico ristorante della tradizione pavese, situato nel suggestivo Borgo Ticino, appena al di là del Ponte Coperto, in una delle piccole case lungo l’argine del fiume Ticino.
Approfittiamo della disdetta di una prenotazione per un introvabile posto il sabato sera. Cena per quattro.
Il parcheggio è poco agevole per la strettezza della via che costeggia il fiume e che, specialmente nelle serate del fine settimana, consente il passaggio solo in un senso di marcia. Si possono comunque sfruttare i posti auto, in numero esiguo, degli attigui locali, nelle viuzze di lato.
Il locale non è particolarmente accogliente: consta di due sale per une ventina di tavoli in tutto. Illuminato a giorno, con pareti chiare, è particolarmente chiassoso, un po’ freddo nell’arredamento. Il tovagliato pesante in tessuto damascato blu scuro non aiuta. L’apparecchiatura è pretenziosa ma non elegante, con posateria pesante, sottopiatti in silver, bicchieri dozzinali. Sedute imbottite, piuttosto comode.
Veniamo fatti accomodare in un tavolo un po’ sfortunato, giusto davanti alla porta della cucina e nel mezzo dell’andirivieni dei camerieri ma, non avendo prenotato, non possiamo certo lamentarci.
Dopo una decina di minuti circa giungono i menu. Nell’attesa viene portato il cestino del pane e dei grissini, non artigianali. La scelta è tra pochi antipasti, circa cinque primi ed altrettanti secondi, in prevalenza di terra. Richiami alla tradizione con pochi guizzi creativi.
Casualmente capitiamo in un periodo storico, come scopriremo solo all’uscita, in cui il ristorante insieme a molti altri locali di Pavia città, dell’oltrepo’ e della regione lombardia partecipa a un’interessante iniziativa di cucina regionale con offerta di piatti tipici.
Sono le ventuno. Il ristorante è decisamente pieno e il servizio ne risentirà. Riusciamo ad ordinare dopo altri dieci minuti di attesa. La comanda verrà esaudita solo dopo altri venti minuti.
Ecco le nostre scelte:
Antipasti:
“Trota in carpione”. Piuttosto delicata, servita molto fredda e senza accompagnamento. Buona la materia prima. Voto 6.5
“Flan di asparagi su fonduta”. Piatto classico ma ben calibrato. Buon equilibrio di sapori, giusta e piacevole la consistenza del flan. Voto 7.
Primi piatti.
“Ravioli di baccalà con pistilli di zafferano”. Preparazione priva di qualsiasi spessore: nonostante la gradevole consistenza della pasta fatta in casa, sottile e delicata, a stento si poteva distinguere il ripieno. Zafferano privo di profumo e salsa insipida. Una piccola delusione. Voto 5
“Risotto con ortiche novelle”. Preparazione tecnicamente discreta, con buona mantecatura del riso carnaroli. Poco convincente la presenza dei piselli che conferiva un gusto dolciastro sovrastante su quello delicato dell’ortica. Nel complesso buono, voto 6.5.
“Ravioli di ricotta con zabaione di parmigiano”. Piatto semplice ma di per sé gustoso. Peccato per la cottura leggermente indietro della pasta. Buona l’emulsione di parmigiano e (presumo) uovo e panna di condimento. Voto 6.
Secondi piatti.
Sono l’unica di noi quattro commensali che, rinunciando al primo piatto (non senza averli comunque assaggiati tutti, ovviamente!) opta per il secondo: costolette d’agnello in crosta di erbe di provenza. Buona la carne, la cottura e la panatura. Anonime le patate in accompagnamento.
Infine il dessert consiste in un semifreddo allo zabaione, senza infamia e senza lode.
Il tutto accompagnato da una bottiglia di Riesling Landò Le Fracce del 2004.
Va segnalato che alla richiesta di una seconda bottiglia ci è stato detto che non era più disponibile l’assortimento, cosa che sarebbe stato più piacevole forse sapere prima dell’ordinazione.
Una bottiglia di acqua minerale frizzante e tre caffè normali.
Spesa complessiva: 31 euro a testa così ripartiti: 7 euro per gli antipasti, 10-12 euro i primi piatti, 15 euro il secondo piatto, 6 euro i dessert, 20 euro per il vino. 2 euro per caffè e coperto.
Rapporto qualità prezzo direi normale. Le materie prime sono buone, la lavorazione e il servizio lasciano un po’ a desiderare, tanto da avvicinare lo standard più a quello di un’osteria che a quello di un ristorante, in realtà sempre affollato, che gode di una certa fama.
Forse da riprovare in una serata meno concitata infrasettimanale per un giudizio conclusivo, che per questa prova non è esaltante.
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