Prezzo per persona bevande incluse: 40 €
Recensione
Una doverosa premessa: la Locanda è un ristorante cui la mia famiglia è molto affezionata, per cui la nostra recensione potrebbe risultare un tantino affettuosa, ma è il nostro modo per suggerirvi una visita nella piccola Pasturana, per conoscere questo ristorante.
Ma veniamo alla recensione: l’accoglienza all’ingresso del brillante Stefano, sempre pronto alla battuta anche nel corso del servizio, è come sempre simpatica; l’ambiente è davvero curato, l’atmosfera soffusa. I piatti recano il logo del ristorante (lo stesso dell’insegna fuori: San Martino che divide il mantello con il povero), la posateria è elegante come i calici per il vino ed un flûte è pronto ad accogliere il fresco Prosecco che ci viene offerto con focaccia calda particolarmente fragrante, accompagnata in questa occasione da una voluttuosa crema di gorgonzola (l’aroma di aglio è appena percettibile): lontano dalla stagione fredda in alternativa viene servita una delicata crema di peperoni e formaggio fresco.
Antipasti.
La degustazione prevede una galantina di coniglio (dalla forma simile ad una fettina di cima), lonza di maiale stagionata e i due “caldi”: un tortino di verdure e uno sformatino di topinambur con salsa di acciughe.
Primi piatti.
Alcuni di noi scelgono i delicati pansotti al sugo di noci, altri i ravioli del plin con tartufo nero (la panna lega bene, anche se potrebbe essere mal vista dai puristi) e c’è anche l’ex cacciatore che opta per i tagliolini al sugo di lepre, che poi giudicherà “eseguiti a regola d’arte”. Per questa volta passiamo la proposta del risotto, oggi con zucca e speck, che nelle varianti invernali e cremose è solitamente memorabile.
Secondi.
Non tutti riusciamo ad affrontare le generose porzioni dei secondi: divido con la moglie un filetto al pepe verde, tenero e saporito; altri scelgono il baccalà cotto nel latte, dall’aspetto godurioso e c’è chi alla proposta “bollito misto” si rammarica perché non riuscirebbe a mangiare tutto, e chiede solo un po’ di tenera “maschetta”...
Dolci.
I semifreddi (alle nocciole, alle castagne) la fanno da padroni, ma c’è anche la meringata e una torta tiepida di mele con gelato di vaniglia, mentre io mi limito ad un più innocuo sorbetto agli agrumi.
Dopo il caffè non può mancare l’apparizione di Stefano con il bottiglione della ghiacciatissima Erba Luisa, liquore prodotto da lui medesimo mediante infusione in alcool delle foglie della suddetta erba, che in estate abbonda nei vasi in giardino.
Il prezzo richiestoci è più che onesto, e fa pensare che oggi, giornata in cui si festeggia San Martino, patrono del paese e del locale, lo staff sia in vena di regalie...
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