Prezzo per persona bevande incluse: 84 €
Recensione
Dato che è un pò che non si frequenta I due Platani oggi si decide di tornare. Location immutata e quindi tralascio la descrizione come pure quella del menù con il suo mix di piatti di tradizione pura e di piatti di innovazione creativa.
Cominciamo dal vino, stiamo attraversando un periodo di predilezione dei Metodo Classico e qui la scelta è buona, l’idea è un Dosaggio Zero di regioni nuove, vedo però una casa Altoatesina di cui avevo sentito bene, Haderburg e chiedo il Rosee Brut che ovviamente con la mia solita fortuna è terminato. Mi propongono in alternativa il Pas Dosè di Haderburg che non avevo notato ( o che era fuori carta ) e così il cerchio si chiude. Prodotto pregevole, Perlage persistente, intenso e fine, al naso intenso con aromi di ananas e frutta tropicale, in bocca intenso, toni minerali, lieviti e pane e finanche del burro, elegante e lungo.
Arriva subito il cestino del pane con bocconcini rotondi, fette di pane bianco e degli ottimi grissoni croccanti. E anche una piccola entree con due morbide fette di Pan Brioche che accompagnano della Bologna: carne scura, poco grasso, niente pistacchi, di una intensità incredibile, sensazioni di dolce molto attenuate, si sente il maiale, la migliore Bologna che abbia mai mangiato.
Arrivano gli antipasti, il mio commensale sta sulla tradizione con un piatto di Culatello Selezione di Massimo Spigaroli servito con fiocchi di burro, bellissimo da vedere, tagliato sottile, un bel grasso succoso intorno e negli interstizi, un grande culatello.
Per me si va invece su un antipasto “creativo”, dei sandwich di Tinca con salsa di Broccolo Fiolaro. Bell’impiattamento, due sandwich romboidali molto cotti, scurissimi, appoggiati su una macchia di salsa verde scuro e contornati da fiocchi di maionese alle erbe. Piatto interessante, la Tinca ha un sapore chiaro senza tracce del fondo che spesso la contraddistinguono, carne grassa che ben si sposa alla salsa amara del broccolo. Maionese buona ma un pò pesante, invita ma appesantisce. Unica nota, la presenza di lische nella carne che ha richiesto una certa attenzione della pulizia ( anche con le mani, confesso ).
Sul primo ci buttiamo sul fuori menù che già avevamo sentito preannunciare ai tavoli vicini, il tartufo Banco Pregiato dell’appennino che si può avere su Gnocchi o sul Risotto, scelta combattuta che però alla fine fa propendere per il risotto. Cominciamo a parlare di quest’ultimo, chicco ben al dente, molto cremoso, mantecato con tanto formaggio che gli da ulteriore cremosità e sapore. Veniamo al tartufo, viene dall’Appennino Parmense, più precisamente, se non ricordo male, da Bardi. Arrivano al tavolo con la bilancia di precisione per pesarlo prima e dopo la grattata, un bell’esemplare di circa quattro centimetri di un bel colore nocciola chiaro con qualche striatura bianca, noi non si lesina. E dopo la grattata l’assaggio, il profumo è intensissimo, forte, elegante, persistente, in bocca muta, parte un pò spigoloso per diventare progressivamente sempre più elegante e delicato, morbido al gusto. Abbinamento con il risotto e la sua mantecatura perfetto.
Abbiamo ancora spazio per il dolce, soprattutto se si tratta del gelato come viene servito qui a Parma, arriva una piramide di gelato alla crema alta mezzo metro trasportata su un carrello che contiene anche tutti I possibili topping per costruirsi al momento il proprio abbinamento di gusto. Il mio commensale sceglie nocciole, cioccolata e zabaione, io voglio stare leggero e mi limito a nocciole e zabaione. Che dire, il paradiso dei golosi, una ciotola di perdizione, gelato fresco ed intenso di suo, nocciole tostate di qualità ma soprattutto uno zabaione etereo che appaga I sensi.
Buon caffè, doppio servito con della piccola pasticceria fatta da lor, ruvida e saporita.
Conto finale 169 Euro, 64 di tartufo, il presso è quello giusto, vale sempre la pena di tornare.
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