Beh, lo ammetto, eravamo “raccomandati”. Hanno pre...

Recensione di del 10/07/2010

Ai Due Platani

35 € Prezzo
10 Cucina
9 Ambiente
10 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Ottimo
Prezzo per persona bevande incluse: 35 €

Recensione

Beh, lo ammetto, eravamo “raccomandati”. Hanno prenotato per noi gli amici che ci ospitavano a Parma. Altrimenti è impossibile trovare un tavolo libero per prima di 15 giorni. Il luogo è incantevole. Forse meglio digitare l’indirizzo sul navigatore o affidarsi ad una buona cartina per non perdersi tra le campagne parmigiane. Si arriva in questo borgo, dove il parcheggio è l’ultimo dei problemi (al ristorante, ma anche in generale!). Il locale veste gli abiti di una trattoria di campagna, coi tavolini fuori sotto il pergolato, ma la sua vera identità e quella di ristorante raffinato con prodotti altamente selezionati. Leggete e capirete perché.
Data l’alta popolazione di zanzare e l’afa soffocante, ci fanno accomodare all’interno, al fresco dell’aria condizionata. È sabato mezzogiorno e la sala e quasi completamente piena. Si avverte subito l’aria di sontuosa sobrietà. Dopo averci portato dell’ottima acqua fresca per ritemprarci, ci offrono come aperitivo delle scaglie di parmigiano “30 mesi” accompagnato da ottimo Franciacorta Brut Rosè cantina Mirabella, secco, fresco e riservato, che non prevale sul cibo e ci accompagnerà per tutto il pasto. Ci lasciamo consigliare dai nostri amici e scegliamo un antipasto tipico. Il servizio è veloce, puntuale, impeccabile. E molto gentile, che fa sempre piacere!
Arrivano i salumi e sono pancetta stagionata 2 anni; favola di maiale: mortadella 100% suino senza pistacchio, avvolta nella cotenna; salame di Felino (fatto da un norcino di loro fiducia); prosciutto crudo (di Parma, dovevo dirlo?); spalla, lavorata come prosciutto crudo (una rarità).
E insieme, cipolline tiepide, gorgonzola (a Parma? Sì, dicono che spesso è incluso nell’antipasto, coi salumi) e ovviamente torta fritta (altrove detta “gnocco fritto”). Si mangia tutto con le mani, una fetta di salume o il gorgonzola sopra un quadratino di pasta fritta leggerissima (è questa la torta fritta) ed è un arcobaleno di sapori.
Il vino rosè con le bollicine, mi spiega Adriano, il mio amico sommelier, toglie dal palato il sapore grasso lasciato dai salumi e dai formaggi. Il risultato è insolito ma piacevole.

Dopo questo tripudio, prendiamo “solo” un primo: tortelli ricotta ed erbette. Volevo quelli di zucca ma mi spiegano che non è stagione e non li fanno (notevole!). La pasta dei tortelli è sottile, il ripieno è esaltato dal condimento, burro e parmigiano.
Ce l’abbiamo quasi fatta a finire tutto quello che c’è nel piatto, decidiamo di saltare il secondo, virtuosi, ma...

Arriva il menu dei dolci e nessuno resiste. Le donne scelgono una torta di mele, pere e coiccolato, guarnita con cioccolato a scaglie ed un’ottima, leggerissima e gustosa crema Chantilly. Gli uomini invece, fanno i guerrieri del gusto fino in fondo. E ordinano una ciotolina di zabajone tiepido con, a parte, un piattino di pezzi di torta sbrisolona (dolce tipico mantovano, di pastafrolla con frutta secca, che si sbriciola, come dice il nome). Come fossero i crostini da mettere nella zuppa. Oppure da intingere come i biscotti nel latte. Assolutamente sublime.
Coi dolci beviamo un Malvasia passito del 2008, che sa di albicocche e miele. Non amo i vini dolci ma questo è davvero un incanto.
Quattro caffè a coronare il banchetto.
Dopo un pranzo così si capisce perché la zona è definita la “Food Valley”.

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