Lunedì nella Grande Mela. Piove a dirotto. Ci viene in mente un negozio/ristorante pescato navigando. Amsterdam Avenue è molto elegante ed è la prosecuzione verso nord della decima. Il locale è situato al livello della 73th Street, poco dopo l'intersecazione con Broadway.
Entrando si ha la sensazione di rimpatriare. Il banco salumi sulla sinistra è organizzato come quelli nostrani, mentre sulla destra si apre una sala ristorante con una trentina di coperti.
Geniale la scultura (ideata da un premio oscar) che copre il soffitto e parte della parete, raffigurante l'Italia ricoperta dei suoi prodotti tipici, regione per regione.
La toilette merita un commento a parte: sembra una cappella votiva, con appese tutte le onorificenze conferite al proprietario, un lucchese da vent'anni emigrato negli States.
Abbiamo mangiato meglio che in Italia: un piatto di salumi mosti di rara bontà, che ha quasi annullato i 6.000 chilometri di distanza dal Paese.
Un piatto di lasagne da urlo e una minestra di pollo, uova, erbe miste e crostini, che mia moglie ha definito deliziosa.
Abbiamo bevuto due birre Menabrea (il vino è inavvicinabile, minimo 40 dollari a bottiglia, anche se giustificato dalla qualità).
Spesi 65 dollari in due.
Una parentesi di nostalgia non guasta mai, soprattutto quando la qualità dei cibi è di così alto livello.
