L’estate è finita e le vacanze pure. Oggi è il pri...

Recensione di del 22/09/2012

La Gambarina

30 € Prezzo
7 Cucina
7 Ambiente
7 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Buono
Prezzo per persona bevande incluse: 30 €

Recensione

L’estate è finita e le vacanze pure. Oggi è il primo giorno dell’autunno e allora bisogna festeggiare! Decidiamo di cambiare per una volta itinerario e specialità gastronomiche, oggi non Monferrato, Alta Langa oppure Oltrep Pavese, ma Lomellina e precisamente a Mortara.

Scegliamo un agriturismo, la Gambarina, che da qualche mese si è trasferito armi e bagagli (anzi, oche e galline) in altra location, distante solamente un paio di chilometri.
Lo raggiungiamo senza difficoltà e dall’esterno ci fa un’ottima impressione: la cascina consiste di due corpi collegati che al piano terra ospitano la cucina e le sale da pranzo, mentre parte del primo piano è adibito a fienile. Davanti un porticato con alcuni tavoli, ottimi per mangiare in estate ed un paio di voliere con canarini e pappagallini. Separatamente un orto di medie dimensioni ed un recinto con un simpatico asino. Due cani e due gattini completano la fauna locale. All’esterno, oltre al parcheggio c’è l’allevamento di oche (qualche centinaio) e di galline (in forte minoranza), mescolate.

Il tutto dà un impressione di buona organizzazione e di pulizia, anche se i lavori di rifinitura non hanno ancora potuto essere completati. Le due attività principali dell’agriturismo si integrano e si compenetrano a vicenda: l’allevamento di oche da una parte e la ristorazione dall’altra. La prossima settimana, in occasione della Festa del Salame d’Oca (specialità molto rinomata di Mortara), entrerà in funzione la nuova sala che porterà la disponibilità totale ad una cinquantina di coperti.

Il tutto è gestito da una coppia; il marito, Gianluca Gallina – “omen nomen” e moglie, Claudia, che sino dalla prima conoscenza si dimostrano molto simpatici e disponibili. Veniamo sistemati in una saletta da una ventina di coperti, con tavoli ben distanziati, che sarà quasi interamente occupata in breve tempo, la saletta contigua ospiterà invece un gruppo famigliare di una decina di persone, bimbi compresi.

In attesa di iniziare il pranzo ci guardiamo intorno; l’arredamento è quasi assolutamente monotematico, per la quasi totalità dedicato alle oche (quadri, suppellettili e quant’altro), con la sola eccezione delle tovaglie a riquadri colorati, rappresentanti tutti gli animali che popolano una cascina, denominati in lingua inglese.

La tavola è apparecchiata semplicemente con doppio piatto piano, bicchiere per l’acqua, bicchiere bianco per il vino con base e stelo verdi, doppia forchetta ed altre posate “new entry”, cestino con pane a fette con crosta “resistente” e mollica molto morbida. Tovaglioli marroni di t.n.t.

Cerchiamo di non guardare la tovaglia per non farci passare l’appetito e scegliamo il vino, una buona Bonarda mossa V.Q.P.R.D. dell’Oltrepo Pavese della Bagnoli, 2011, da 12,5 gradi, che ci farà compagnia per tutto il pranzo, insieme ad acqua minerale naturale in bottiglia. Una delle caratteristiche di questo agriturismo è il numero elevato di antipasti, cosa che ci rallegra, dato che siamo abituati settimanalmente a pranzi piemontesi.

In ordine sparso ci vengono messi in tavola: salame di suino sotto grasso, salame d’oca, melanzane sott’olio, bresaolina d’oca, focaccina calda con guanciale stagionato, frittelle con fiori di zucca, frittatine con i porri, sfogliatine con gorgonzola e grana.

Sono tutti antipasti fatti in casa, genuini e gustosi, che apprezziamo molto. La signora Claudia, che ce li ha portati, sembra soddisfatta della nostra maniera di tenerle testa, facendo sparire i contenuti dei piatti fino all’ultima briciola e ci premia portandoci i due primi.

Il primo “primo” (chiedo venia per il calambour) è un risotto Carnaroli alla Bonarda con salsiccia, molto ben realizzato: la cottura è perfetta, la mantecatura è ineccepibile, i grani di riso sono separati gli uni dagli altri ed il sapore è in linea con il resto della preparazione; non è né grasso né unto, ma è molto gustoso. Inutile dire che il piatto di portata ritornerà vuoto in cucina.

Ci stiamo ancora leccando i baffi ed ecco che ci vengono recapitati i ravioli di brasato al burro e salvia; ce li spartiamo in maniera equa ed amichevole, apprezzandoli sino dal primo assaggio. La sfoglia è molto sottile e giustamente ruvida, per meglio “catturare” il condimento, il ripieno è saporito ed omogeneo, come stabiliscono i sacri testi: siamo molto indecisi su quale dei due “primi” sia il migliore e la sentenza è per un “ex aequo” che accontenta tutti. Contenta anche la signora Claudia, che riporta in cucina un piatto molto leggero (infatti è vuoto).

I “secondi” ci riservano due sorprese, una gradevolissima e l’altra un po’ meno: il petto d’oca al vino rosso non ci entusiasma al massimo perché lo troviamo un po’ “asciutto” e non tenerissimo: è buono, ma avrebbe potuto essere migliore. Di conseguenza riserviamo il poco spazio ormai ancora disponibile nei nostri stomaci ad una magnifica tagliata di manzo, non molto alta come pezzo, ma cotta alla perfezione e molto gustosa, con il suo sughetto di cottura leggero, ma saporito. Una delizia!

Dato che non vogliamo farci mancare niente scegliamo entrambi, come dessert, una torta di pere e cioccolato, molto buona. Completa il pranzo un buon caffè, ma nessun digestivo.

Devo dire che questo pranzo ci è molto piaciuto (tenere presente che né mia moglie né io siamo di facile contentatura); conseguentemente ritorneremo nella speranza di una nuova, molto gradevole, sbafatina e, forse, di poter acquistare un vasetto delle melanzane sott’olio che ci sono piaciute molto.

Prezzo, che riteniamo, congruo: Euro 30 a testa.

Un saluto a tutti i Mangioni.

Dec 38

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