Prezzo per persona bevande incluse: 40 €
Recensione
Cena fra amici (sei) con tanta voglia di cucina casereccia, tipica regionale tendente al milanese o al toscano. Seguendo il ranking delle recensioni su ilmangione.it optiamo per un tipico toscano, la "Trattoria Chiarantini" anche perchè stuzzicati dalle recensioni precedenti. Tassativa la prenotazione al numero di Alessandro (proprietario). Seguendo fedelmente le istruzioni delle precedenti recensioni decido di affidarmi completamente a lui, senza definire nè il prezzo nè il menu, ma solamente la portata principale: brasato (ideale con sto freddo!).
Arrivati al civico corrispondente non abbiamo avuto alcuna difficoltà a trovare un parcheggio per le due auto, nonostante fosse domenica sera e la trattoria non ne disponesse di uno privato. Davanti ad un grande cancello per il passaggio auto, decido di affidarmi alle precedenti recensioni del mangione ancora una volta strisciando una carta magnetica qualunque (ho usato il codice fiscale) e magia, il cancello si è aperto senza alcun problema!
Facciamo timidamente una ventina di metri in questo cortile ed arriviamo alla porta del piccolo ristorante. Ad accoglierci è Alessandro, proprietario e fac-totum della "Trattoria Chiarantini", che ci invita ad entrare e chiudendo a chiave la porta dietro di lui ci fa accomodare spiegandoci che per la serata il ristorante è interamente per il nostro gruppo (storia!).
Amabile conversatore, ci spiega che è lui a decidere la composizione dei commensali "invitati a casa sua", valutando se vi sia o meno la possibilità di avere più gruppi o comunque altri tavoli occupati che possano seguire la linea cena da lui decisa. Infatti: "si mangia quello che c'è!" Motto del Chiarantini.
Sul tavolo apparecchiato per sei al centro della sala erano già presenti sul tavolo due bottiglie di prosecco, sei di acqua microfiltrata (naturale/gasata) e una bella composizione fiori&spighe di grano poggiata sul tavolo (inizio niente male ).
Andiamo a cominciare con gli "antipastini": pappa al pomodoro; bruschettone di pane con paté di fegatini; due caraffe di olio extra-vergine toscano (usare in abbondanza con pane e pappa al pomodoro); sformatino di taleggio e trevisana all'aceto balsamico.
Adeguandosi alla nostra velocità di esecuzione, il buon Alessandro faceva da spola cucina-tavolo per tenere d'occhio le cotture ed illustrarci i metodi di
preparazione e la sua preferenza a cucinare per le cena dei sabati e delle domeniche, in quanto non avendo da servire a mezzogiorno (roba semplice per i
lavoratori locali in pausa pranzo), può sbizzarirsi e cucinare in tutta calma fin dalla mattina.
Passando ai primi le bollicine si fermano e colorano di rosso, diventando un Chianti (no limits se richiesto) prodotto da amici giù in Toscana (forse quelli dell'olio?): ribollita metodo classico; risotto bianco ai carciofi.
Niente di eccezionale è vero, ma il sapore del minestrone con crostini di pane fatto in casa a me fa sempre piacere, per non parlare del risotto (che detto
da un milanese d.o.c. poteva assomigliare a quello di sua nonna).
Tra una chiacchiera e l'altra non posso non fare notare che, dal primo bicchiere versato al primo piatto servito, le signorine al nostro tavolo sono state sempre servite per prime!
Arrivati ai secondi (portata principale la cena si è fatta molto più impegnativa: bBrasato in salmì di vino rosso; polenta; cassoeula.
Il tutto in quantità davvero notevoli, infatti la cassoeula e la polenta sono state mission incompiute. Ottimi tutti i secodi (forse polenta un po' fredda).
Tra chiacchierate ormai sguaiate e con i pancini a domandarsi se sia umanamente possibile voler mangiare altro ancora arrivano i dessert: mini panettoncini (uno a testa fatti al momento) con crema di Vin Santo. Ottimi ed innaffiati da qualche sapiente bicchierino di Vin Santo da accompagnamento.
Finale con caffè "santissimo" e seguito da una sorpresa di Alessandro (che non dirò per non rovinare le cene altrui).
Direttamente collegato al punto passato "Dato che si mangia quel che c'è, si paga quello che si vuole".
Cioè mettetevi nei nostri panni: non era certo un cenone da 50 euro, ma secondo noi da 35; però se sommiamo la simpatia, la cordialità, il ristorante
privato e la sorpresa, abbiamo optato per 40 euro, corretto spero.
Tirando le somme, il locale è piccolo, non penso possa accogliere più di 30 persone, quindi è tassativo prenotare, Alessandro come cuoco/maître potrebbe
cogliere nel segno, cercando di creare un posto dove sei a cena da un amico e la sua idea di rinnovo del locale con caminetto, degustazione invecchiati per il dopo-cena, beh, staremo a vedere.
Io lo consiglio a chi non ha eccessive pretese, ma ha voglia di cenare in un ambiente caldo e cordiale, insomma a casa di un amico toscanaccio.
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