Dopo circa due anni dall'ultima visita riesco fina...

Recensione di del 02/08/2008

Le Robinie

115 € Prezzo
9 Cucina
8 Ambiente
8 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Buono
Prezzo per persona bevande incluse: 115 €

Recensione

Dopo circa due anni dall'ultima visita riesco finalmente ad andare a cena alle Robinie. Il locale si trova immerso nei vigneti della tenuta Cà D'Agosto, la strada per arrivarci non è delle più agevoli in quanto vi è un lungo pezzo di sterrato; in questa occasione la strada era piu dissestata del solito poco adatta alle auto più sportive.
Appena arrivati veniamo fatti accomodare nella sala principale, il locale mi fa venire in mente un grosso prefabbricato in legno; tutte le pareti sono perlinate e i pavimenti sono in pietra scura, l'illuminazione è secondo me insufficiente nella prima sala mentre nella veranda la situazione migliora.
Subito ci vengono portati i menu che dall'ultima mia visita hanno cambiato veste e sono adesso due pagine di grandi dimensioni.
Ci sono diverse degustazioni e poi i piatti alla carta.

A prendere la comanda arriva Enrico Bartolini e decidiamo di lasciargli carta bianca e quindi optare per il menu di otto portate a mano libera.
Insieme alla sommelière decidiamo di abbinare ai piatti dei calici di vino in quanto uno solo non riuscirebbe ad abbinarsi ad una cena così variegata.
Il pane a lievitazione naturale è molto buono e fragrante mentre i grissini e i cracker autoprodotti, complice forse l'umidità della serata, non sono per niente fragranti.

Arriva il benvenuto della cucina insieme a un bicchiere di bollicine della tenuta e finalmente si inizia.

Il primo antipasto è stato carne battuta a coltello con succo di pomodoro e sedano, da versarci sopra, ottima la qualità della carne ma il succo di pomodoro dava poco di più al piatto e mi dà l'idea che servisse solo a dare un tocco di colore.

Arriva poi un classico di Enrico la lingua cotta a bassa temperatura nell'olio, che dire splendida, morbida, fondente, saporita si scioglie in bocca.

E' il momento dei ravioli di pomodoro, cotto e liquido dentro, crudo alla base del piatto; presentati con molta enfasi dal maître devo dire che mi hanno deluso poichè il ripieno liquido in bocca era quasi evanescente e l'impressione era di mangiare un guscio di pasta vuota su un concasse di pomodoro crudo boh!

Ecco arrivare gli gnocchi di polenta su crema di zucchine e nocciole buon piatto a tendenza dolce dove però i due, tre pezzetti di nocciola a me sono sembrati del tutto inutili.

Ultimo primo un altro classico il risotto al succo di barbabietola e gorgonzola, perfetta la cottura e la mantecatura forse un gorgonzola più piccante darebbe un po' più di forza al tutto.

Capitolo secondi.
Guanciola di manzo brasata con cipolla di breme, splendido; maialino da latte cotto a bassa temperatura, anche questo perfetto giù il cappello.

Mancherebbe solo un dessert ma lo chef ce ne offre gentilmente altri due.
Il primo crema bruciata con ciliegie e mirtilli molto buono e perfetto l'abbinamento con una birra belga artigianale fermentata con le marasche.
Dopo il ciocco-colato una zuppetta di cioccolato con immersa una pallina di gelato all'aceto balsamico tradizionale, perfetto l'abbinamento dolce-acido degli ingredienti.
Infine una specie di diplomatico con copertura di liquirizia a mio parere il dolce meno interessante, in quanto non si distinguevano le varie componenti del piatto.

Il servizio è ben curato anche se in una serata di pienone va un po' in affanno e servirebbe almeno una persona in più.
I vini in abbinamento sono stati abbastanza adeguati alle portate ma nota di demerito, per la comunque valida sommelière,i vini, anche se a bicchiere, devono essere dati da assaggiare per l'eventuale gradimento e non essere subito versati.

Cosa dire di Enrico Bartolini che è sicuramente uno degli chef più simpatici e disponibili del panorama nazionale? E' indubbiamente uno dei più grandi talenti, eccezionale nel trattare le carni, nel scegliere le materie prime e nelle cotture: unico rischio di sedersi un po' sugli allori, mi piacerebbe vedere qualche piatto nuovo in più per continuare a crescere e diventare così uno dei pochi grandissimi cuochi italiani.

BUZZY

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