Prezzo per persona bevande incluse: 55 €
Recensione
Da parecchio tempo avevo voglia di fare un salto al Nuovo Macello ma l'impossibilità di pagare con le carte di credito o il bancomat mi avevano sempre frenato, ancora brucia una cena di 25 anni fa al Verdi dove preso in contropiede dalla mancanza di carte plastiche ero stato costretto a chiedere alla mia commensale di contribuire con quanti soldi avesse in tasca e poi non si era nemmeno riusciti ad entrare al cinema perchè ci era rimasto in tasca 6.000 lire fra tutti e due.
Sabato però cresima del ragazzino, mi frego i contanti delle mance ed impunemente posso telefonare al ristorante per prenotare. Telefono, do le coordinate e l'ora, mi chiedono se “so tutto di loro”. Imbarazzato rispondo che so molto, ma non ho la presunzione di conoscere tutto e prima che la mente possa partorire chissà quali sconcertanti possibilità mi informano (molto correttamente) che il “tutto” era riferito alla impossibilità di usare carte.
Detto fatto arriviamo in orario, la zona è molto periferica, la trattoria, per citare il sito, è stata aperta nel '28 per servire trippa e cassoela ai lavoratori del macello nuovo sito lì di fronte ed è rimasta fedelle alla famiglia originale ed alla tradizione, con un arredamento che la fa rimanere sospesa nel tempo. Tutto è come prima tranne che la cassoela non è più in menù ed i lavoratori di un macello difficilmente potrebbero permettersi una pausa pranzo qui.
Interno molto semplice da trattoria, tavoli ben spaziati, da due, da quattro, e rotondi da comitiva; ci sistemiamo in un tavolino defilato dall'ingresso per evitare le correnti d'aria. Tovaglia e tovaglioli bianchi, bicchiere per l'acqua, calice per il vino e posate in acciao, tutto nella norma.
Servizio veloce, cortese e preciso, ci portano subito l'acqua microfiltrata ed un cestino ( che poi ripianeranno ) con delle buone fette di pane bianco, consistenza umida della mollica ma appetitoso.
Menù di mezzogiorno a 18 euro che non brilla di fantasia, si opta per quello alla carta che è invece molto interessante. Ottima la scelta di secondi che purtroppo non prendiamo ma che lasciano rimpianti con cose tipo il filetto porcello con salsa salata di nocciole, la coscia d'anatra cotta a bassa temperatura con zucca leggermente affumicata, il baccalà sfogliato con crema di borlotti. Lista degli antipasti non da stracciarsi le vesti ed invece buona la scelta dei primi, dappertutto presenza di carne, pesce o verdure per coprire un ampio spettro di gusti ed abitudine alimentari. Niente per boccucce da canarino, comunque.
Carta dei vini non vastissima e dove non vedo alcuna bottiglia sotto i 22 euro, scelta comunque distribuita e con case non molto note il che fa pensare ad un buon lavoro di selezione. Ho voglia di far provare all'amico un vino un po' diverso e prendo un Verduna di Pelaverga Cantina Roset. Vino molto interessante, ben equilibrato, buona persistenza al palato e sopratutto in intenso retrogusto di pepe bianco che lo rendono perfetto per le lumache e la zucca che andremo a scegliere.
Come dicevo partiamo con l'antipasto ovvero lumache di Cherasco, patate schiacciate e prezzemolo. Quelle di Cherasco sono le lumache di pianura per distinguerle da quelle di montagna di Borgo San Dalmazzo, di sapore più carico perchè raccolte solo in natura ed ingrassate ad erbe officinali. Bella dose di lumache, scure ed intrise di sughetto, messe in bocca hanno la consistenza corretta, si fanno masticare facilmente, il gusto è inconfondibile e ben equilibrato, mai sopra le righe. Un ottimo gasteropodo, insomma, Le patate schiacciate sono molto interessanti, sul momento le scambio sin per polenta vista la consistenza, probabilmente sono state schiacciate con un po' di grumi e poi ripassate in forno, sono perfette comunque di accompagnamento alle lumache. Ottimo poi l'abbinamento con la salsa di prezzemolo che da quel quid di sapore in più al tutto.
Sfoglia di patate ripiena di zucca e funghi porcini, pesto alle erbe. La sfoglia di patate è sorprendente, sembra veramente pasta di cannellone perchè in realtà di cannelloni stiamo parlando, devo provare ad esperimentare anche io il mix. Colore molto scuro della pasta, fanno quasi pensare a dei giganteschi cannolicchi, colore molto scuro del ripieno di zucca, coperte da una striscia di pesto abbastanza liquido e dalle teste crude dei porcini tagliati sottili. Gusto ottimale, la zucca è stata cotta con altri ingredienti che ne hanno smorzato il dolce e si può assaporare al meglio insieme al pesto. Di buona qualità il fungo, un po' fuori contesto l'averlo servito crudo.
Ossobuco e gremolada con risotto “Carnaroli del Maino”, ai pistilli di zafferano. Il piatto della tradizione milanese, per niente facile da fare bene come qualcuno può pensare. Primo plauso alla presentazione, piatto largo dove è stesa una distesa di riso di color giallo acceso, macchiato in qalcuni punti dalla gremolada scura ed abbastanza liquida e dal prezzemolo, su cui sono appoggiati due pezzi di carne già sgrassata (peccato, però) ed un osso con un cucchiaino per prelevare il midollo. Riso di gran qualità dalla buona dose di amido, al dente al punto giusto per un risotto dal buon sapore. Ossobuco tenero e saporito. Passato a pieni voti.
Dieta o non dieta sul dolce c'è il solito gioco di “lo prendiamo, non so, decidi tu, no io solo prendo ma solo se lo devi prendere tu, ecc. “ ed alla fine ci facciamo portare la carta dei dolci. La scelta non è facile.
Gelato di pistacchi con fondente di pistaccio e pistacchi salati ? Intriga il salato.
Rabarbaro zucca, sorbetto di zucca e spuma di rabarbaro ? I contrasti dolce amaro ispirano.
Nocciole e Nocciole? Che vuol dire? Gelato alla nocciola del Piemonte, cremoso ghiacciato alla nocciola e croccante? Miii, sono drogato di nocciole. Il piatto prevede un manicotto di cremoso sulla sinistra ed una pallina di gelato sulla destra divise da una striscia di cioccolato. Gelato molto buono, gusto della nocciola evidente ed elegante, qualche pezzettino è lasciato intero nell'impasto. Cremoso spettacolare, gusto intenso, ottima sensazione al palato fra la sua cremosità e la ruvidezza del croccante, alla fine manca solo qualcosa per fare la scarpetta nel piatto.
Frolla d'orzo e mandorle, soffice di cioccolato fondente, composta di pere e pera al cardamomo. Sarebbe stata la mia seconda scelta e viene presa dall'amico. Piatto ben presentato, la frolla è lunga e stretta ed alta circa mezzo centimetro, coperta dal soffice di cioccolato su cui sono inserite i pezzi di pera inframezzati dal composto. Frolla molto soffice e dal buon sapore, ottima la combinazione dei diversi sapori quando si gustano tutti e quattro gli ingredienti assieme, si fondono perfettamente compendiandosi l'uno con l'altro. Veramente un buon dolce.
Caffè alla fine, per me doppio, di buona qualità direi, e si va alla cassa a pagare in contanti: 110 euro in due, non è poco per una zona periferica di Milano. Ma siamo a Milano, mangiare ovunque costa, almeno siamo usciti veramente soddisfatti dalla cucina. Senza esagerare ma ci si può tornare.
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