Prezzo per persona bevande incluse: 50 €
Recensione
Insomma, è quasi un anno che non mi si legge, ho appena inviato la recensione a ilmangione.it, sto per godermi un meritato riposo, certo dell'entusiasmo che scatenerà il mio articolo, quand'ecco che squilla il telefono.
F:" Pronto?"
P:" Fante! E' il Presidente che le parla! Ma cosa mi combina? Dopo così tanto tempo di silenzio mi manda una recensione del genere?"
F:" Presidente, non capisco...."
P:" Su questo non avevo dubbi, caro lei.Ma le sembra una recensione questa? Si ascolti..."
Quando il Copronimo torna per breve e fugace visita alla sua terra natia, si presenta l'occasione di ritrovarsi tra vecchi amici. Ci conosciamo tutti da molto tempo ed è ancora bello vedere che quello spirito che animava le notti prima dell'esame di diciotto anni fa non s'è ancora perduto dentro qualche scatola dei ricordi. La scelta del locale cade su questa trattoria tradizionale, uno di quei posti ormai sempre più rari dove il tempo sembra scorrere molto più lentamente, e dove si ha davvero l'impressione di poter tornare indietro, se non ci fosse qualche scortese squillo di cellulare a ricordare che il tempo là fuori sta correndo. Siamo in otto e veniamo fatti accomodare in un lungo tavolo, opportunamente prenotato.
P:" Fante, da 1 a 10, quanto pensa che interessi ai nostri lettori il perchè e per come è uscito a cena?"
F:" Ma Presidente, i miei ammiratori vogliono conoscere il mio lato umano. Quello suino lo conoscono già."
P:" Taccia, Fante, taccia. Proseguiamo"
L'ambiente conserva le caratteristiche della vecchia trattoria; pannelli in legno a mezza parete, una panca che circonda tutto il locale, sovrastata da una mensola che ospita numerose bottiglie di vino. Tavoli molto ravvicinati, vecchie stampe alle pareti, una apparecchiatura semplice su tovaglia bianca. E' quasi un museo del novecento quello in cui si entra e che sembra volerci ricordare che la nostra tradizione ha ancora molto da raccontare.
P:" Ha controllato il suo emocromo? E' sicuro di stare bene?"
F:" Mi sembrava giusto descrivere il locale sottolineandone il taglio retrò, Cavaliere"
Il gestore del locale è un signore dalla voce cavernosa e dallo sguardo gentile. Ha una cortesia genuina che mette subito a proprio agio e il messaggio che traspare è chiaro: niente formalismi o salamelecchi, perchè sei in una trattoria, porco mondo. Personalmente mi ci trovo subito bene. Ci lascia al tavolo un unico menu scritto a penna e ci chiede se vogliamo cominciare con un assortimento di antipasti. Accettiamo e ci domanda se vogliamo un vino rosso frizzantino tipo Bonarda o un rosso fermo. Decidiamo per un rosso fermo, molto semplice ma niente di memorabile. Nel frattempo ci lascia carta e penna al tavolo per scrivere da noi i primi.
P:" Ma come? Lei se la tira da gran gourmet e mi sottostà a simili condizioni?"
F:" Cosa vuole, Commendatore, sono una persona semplice."
P: "No, lei è semplicemente un cialtrone, Fante."
Cominciamo con del prosciutto crudo e gnocco fritto, salame piacentino, burrata, mozzarella di bufala, frittatine e polpette di carne in umido con piselli. La qualità è discreta, non eccelsa ma onesta.
Come primo prendo i ravioli alla borragine, di evidente fattura casalinga, curiosamente tiepidi su un piatto rovente.
Come secondo ordino la costata di manzo. Mi viene chiesto se la voglio con osso o senza, ed io opto per la prima scelta. La carne è buona, tenera e lasciata al sangue, accompagnata da un contorno di purè. Per non farmi mancare nulla ho assaggiato anche i pisarei e fasò, i fiori di zucca fritti e la trevisana col bitto. E' un giudizio ecumenico quello che faccio perchè nessun piatto ha brillato per particolare eccellenza ma nel complesso è una cucina molto casalinga, tradizionale, che ben si intona allo spirito del locale.
Alla fine ho speso per una carrellata di antipasti, un primo, un secondo e un numero imprecisato di bicchieri di vino rosso ed acqua, 50 euro.
Il giudizio globale non è particolarmente entusiasta. Forse si avverte una certa mancanza di trasporto, forse s'è persa la consapevolezza del bisogno di mantenere alto il vessillo della cucina saldamente ancorata alla tradizione. Ma sarebbe davvero un peccato se questo genere di ristoranti si perdessero in qualche scatola dei ricordi.
P:" E adesso mi dica, Fante: non si aspetta certo che gliela pubblichiamo, vero?"
F:" Io? Macchè Eminenza..."
Click
...mannaggia...
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