Un ristorante diverso da quello che ci si aspetterebbe andando a cena al cinese: ambiente pulito, cucina a vista e nessun odore di fritto ad impregnare i vestiti... Consiglio di prenotare dato che è particolarmente frequentato, anche in settimana.
Il locale è arredato in modo semplice, mattoni a vista, tavoli di legno scuro con tovagliette grigie.
Puliti e belli anche i bagni (anche lì mattoni a vista, lavandino in muratura e mosaici).
Purtroppo è molto rumoroso.
Abbiamo cominciato con primi e antipasti.
Antipasto di alga e polipo (insalata di alga con fettine di polipo, condita con aceto di riso e peperoncino) - involtino thai (un involtino di pasta fillo ripieno di carne e verdure passato in forno e non fritto) - gnocchi di riso al verde (non li avevo mai assaggiati, assomigliano ai nostri testaroli, conditi con verdure e spezie) - spaghetti alla Singapore (spaghettini cinesi con verdure, carne e gamberetti).
Abbiamo continuato con i secondi.
Calamari e gamberi saltati con verdure (piatto saporito, ma un po' troppo unto e decisamente con troppa cipolla) - pollo al curry (niente a che vedere col pollo al curry indiano: minutissimi bocconcini di pollo in un brodo di curry, delicato) - pollo con gamberetti e verdure - pollo kon pao (pollo saltato con verdure, piccante ma senza esagerare) - maiale ai tre gusti (bocconcini di maiale marinati alle spezie e cotti in tre modi diversi).
Le porzioni sono abbondanti e vengono messe a centro tavola, in modo che poi i commensali possano servirsi autonomamente e far assaggiare a chi lo desidera. I piatti sono tutti buoni e dai sapori gradevoli, anche se forse le verdure eccedono sul resto della pietanza. Abbiamo mangiato sei antipasti e altrettanti secondi.
Al momento del dolce, il cameriere ci ha portato in tavola un vassoio presentandoci varie preparazioni, tra cui abbiamo scelto un tortino di cioccolato e pistacchio, una crema catalana ricoperta di scaglie di cioccolato e due sorbetti. Discreti, ma non tutti casalinghi.
Da bere, quattro bottiglie di acqua naturale e gasata (portata in caraffe, 2 € l'una) e una bottiglia di Pinot Nero riserva St. Michael (22 €).
Il servizio è stato discreto, gentili, ma abbastanza scoordinato dato che raramente siamo riusciti ad avere tutti il nostro piatto davanti e più di una volta qualcuno si è ritrovato a mangiare da solo, prima o dopo gli altri; uno dei dolci è stato anche dimenticato.
Eravamo in sei e in totale abbiamo speso 148 €, ovvero 24,50 € a testa. Forse più di quello che si spende negli altri ristoranti cinesi, ma vista la qualità e la quantità direi che sono stati ben spesi.
