Eccoci all’entrata del locale dove un cameriere ci chiede subito se abbiamo prenotato: è mercoledì, ma il locale è pieno e aspettiamo 30 minuti, fino alle 22. E siamo solo in due.
Il locale è molto curato, con tavoli in legno, mattoni a vista, tronchi sospesi scendono dal soffitto, illuminazione soffusa e qualche oggetto ornamentale minimalista. Non ha nulla a che vedere con l'idea di classico ristorante cinese a cui si è abituati, con il difetto però che i tavoli sono troppo attaccati fra di loro ed il locale un po’ rumoroso. Un locale che va bene per tante occasioni, ma non per cene a lume di candela.
I gestori credo siano cinesi, ma al tempo stesso ci sono diversi milanesi che servono e gestiscono anche la cassa. I tavoli sono apparecchiati con delle tovagliette e i piatti sono minimal. Il servizio è veloce e moderatamente attento. Il menu è ampio e comprensibile.
Avevamo intenzione di provare vari piatti senza esagerare, ma devo dire che alla fine siamo usciti alquanto sazi. Cominciamo con due sugiao (1 euro ognuno), ravioli vegetariani al vapore. Molto buoni, leggeri e gustosi. Suggerisco di praticare un foro nella parte superiore e versarci un poco di salsa di soia. Poi abbiamo preso un tortino rapa daik (3 euro), una sorta di mattonella grigliata con rapa, patate e qualcos'altro. Veramente ottimo. A seguire abbiamo preso un solo primo, delle fettuccine Hong Kong (7 euro), in pratica della pasta di grano tenero con varie verdure: sapore classico, buone, nella media. Sono arrivati poi i secondi, io ho preso un maiale ai tre gusti (9 euro), ovvero dei pezzi spessi di pancetta cotti in umido con varie spezie e verdure leggermente piccanti e, se non ricordo male, dei funghi. La mia compagna ha invece preso un'anatra stufata alla canna di zucchero (14 euro): credo cotta in umido in una salsa alquanto cremosa e con abbondante glutammato. Una ciotola di riso bianco per accompagnare (2 euro). Entrambi i secondi erano buoni, non posso dire eccezionali.
Coperto 2 euro a testa, birra Singha da 50 cl 6 euro. Totale 47 euro.
Di tutto ciò che ho mangiato gli antipasti erano la cosa più buona, seguiti dall'anatra e dal maiale. Sono abituato a mangiare cinese ormai da molti anni e questo posto, nel complesso, si fa a apprezzare. Non siamo certo ai livelli dei cuochi cinesi presenti a New York (dove emigrano tanti ottimi chef cinesi), ma sono dell'idea che ciò che ho mangiato valga - utilizzando dei parametri di valutazione "milanesi" - ciò che ho pagato.
