Cena di lavoro. Prenotiamo per quattro, tavolo all'aperto. La zona è quella di via Melchiorre Gioia, ancora piena di cantieri. Ma il giardino che circonda l'edificio (dei primi del '900, parte della vecchia stazione ferroviaria adiacente) è accogliente e tranquillo. La scelta di mangiare all'aperto è indovinata, la bella sala interna è un po' rumorosa.
Per ingannare l'attesa ci viene offerto un bicchierino di yogurt con ravanelli. Il cestino del pane è vario e apprezzabile.
Ho mangiato dei fichi con una mousse di ricotta e miele. E poi ho dovuto provare il risotto alla milanese, con il midollo. Mi ha ricordato il risotto alla milanese di mia nonna, sapore deciso e molto personale. A mio modesto parere un ottimo risotto.
Per finire un tortino al cioccolato e pesche, riuscito a metà. L'abbinamento con la pesca è validissimo, ma il tortino risulta un po' pesante, mi ricorda la browning che si mangia negli USA.
Per accompagnare la cena la bravissima sommelier ci consiglia un bianco dell'Alto Adige molto equilibrato. Arriva al nostro tavolo dopo aver visto la nostra comanda e il compito non è facile, in quattro commensali ordiniamo piatti non molto allineati. Ma il risultato è positivo.
A Milano trovare un ristorante che sa coniugare un'ambientazione bella e originale con una cucina di buon livello, non è per nulla facile. Soprattutto a un prezzo onesto. Il menù è originale, le materie prime sono di ottimo livello, il servizio è appassionato e caloroso senza essere formale. Sicuramente è un ristorante da provare, con una sua personalità. Non ancora compiuta totalmente. Ma la strada imboccata è quella giusta.
