Mi sono recata in questo ristorante dopo tanto tempo e ho notato che, a mio parere, è alquanto peggiorato. La giornata di intensissima pioggia mi ha fatto fermare con il mio fidanzato sotto la pensilina di questo locale sito in corso Magenta, via centralissima della città. Dopo aver controllato l'orario di apertura, sul tabellone che deve essere esposto per legge, mi sono resa conto che in teoria doveva essere aperto già da 25 minuti, poichè l'ora indicata erano le 12. E' scritto anche su internet negli orari del ristorante (cercando sui motori di ricerca, perchè nel sito non sono presenti). Ho chiesto se fosse possibile pranzare e mi hanno risposto "sì ma apriamo tra circa 5 minuti, quindi potete ripassare dopo?". Li ho guardata sconvolta e sono uscita sotto la pioggia battente per poi ritornare.
Ci accolgono con un sorrisone e ci chiedono se preferiamo mangiare sopra o sotto. Un cliente che non sa bene come si svolge il pranzo in questo locale dovrebbe essere informato del fatto che sopra è possibile solo ordinare alla carta e che le opzioni valide per il pranzo (a prezzi più convenienti) si applicano solo nella sala sotto, però non mi è stato detto, quindi ho dovuto ordinare alla carta. Sì, in teoria avrei potuto cambiare stanza, ma l'atteggiamento del cameriere mi aveva innervosita già due volte e non avevo più voglia di stare a questionare.
Ordino una tempura di verdure (15 euro, diciamocelo, abbastanza caro rispetto alla media dei prezzi di questo prodotto), un sushi hossomaki vegetariano (8 euro), uno spicy tuna (14 euro); due bottigliette d'acqua naturale (hanno solo quelle da 33 cl, pessimo! oltretutto perchè ognuna costa 1.50), paghiamo inoltre 3 euro a coperto. Il totale è di 46 euro, 23 euro a testa circa.
Passiamo a una analisi dei cibi e dell'ambiente. La tempura diventa sempre più difficile da trovare di decente qualità. Nella mia c'era una invasione di zucca tagliata in vari modi, un pezzo di carota, del sedano e dei gambi di asparagi. Si dico proprio dei gambi, tagliati a metà per il lungo e privati delle punte. Si tenta di fare di tutto per rendere il piatto abbastanza voluminoso. Il fritto di per sè poi era abbastanza pesante: insomma non mi ha soddisfatta.
Il sushi vegetariano è stato invece buono, l'involucro di alga nori conteneva riso e avocado con zucchine crude.
Lo spicy tuna è stato nella media. Non troppo piccante nè troppo sciapo, guarnito con una tartara tagliata al coltello. La loro wasabi non è per niente piccante e lesinano sullo zenzero in salamoia. Questa è una nota molto negativa perchè sono due elementi fondamentali di questo piatto. In generale consiglierei, gastronomicamente parlando, questo locale a dei neofiti della cultura e della cucina giapponese. Qui si trova sushi italo-spagnolo e non sushi giapponese.
L'ambiente è abbastanza chic, semi ricercato. Regnano i toni del nero e del rosso, e l'ambiente è tutto sommato abbastanza piccolo, quindi si fa grande uso di specchi e luci/candele tattiche. La stanza superiore è un po' più ariosa di quella inferiore. I due locali sono collegati da una scala abbastanza pericolosa, primo perchè non si vede niente e secondo perchè è strettissima con dei gradini alti. Non ho visto come sono i servizi.
Tornando al servizio in generale, a parte l'episodio descritto prima, mi era comunque già capitato di entrare alle 12:20 per sentirmi dire di ripassare 10 minuti dopo; ci terrei a dire che il ragazzo che ci ha serviti a pranzo è stato abbastanza gentile, ma non ci è stato dato nè un appetizer (cosa che prima veniva fatta; tempi di crisi?), nè le salviettine per pulire le mani.
Insomma, concludendo: un giapponese "de noartri" nel quale non tornerò mai più ma che consiglio per un primo innocente approccio al pesce crudo (più che al sushi).
