Prezzo per persona bevande incluse: 26 €
Recensione
Quasi quasi la recensione la scriverei in milanese, se non fosse che il mio dialetto è quello del Lago invece che quello de Milàn e che comunque i tentativi di mettere su carta la fonetica del lombardo risultano sempre sballati. Certo che mangiare Milanese a Milano è una bella esperienza, qualcosa di veramente raro, finisce che fra un pò riappare qualche vera Latteria con Cucina come ancora sono riuscito a vedere in gioventù.
L’Osteria Acquabella era segnato sulla mia lista di quelli da provare su ilMangione.it e la proposta di un collega per un pranzo di lavoro viene immediatamente accettata. Si trova anche parcheggio abbastanza vicino, cosa diventata ancora più rara delle Latterie con Cucina e ci si avvicina per una via stile molto "vecchia milano", che contribuisce a predisporre l’atmosfera.
All’ingresso il bancone e gli scaffali dell’enoteca con i vino in vendita, si gira a destra e si arriva alla prima sala da pranzo. Ambiente che definirei un elegante ?trasionalista', tavoli e sedie in legno, una parete, nuova, in mattoni pieni, la parete di destra in un bellissimo verde pastello, con decorazioni a losanghe di verde più scuro. Sul fondo una foto d’epoca con l’originale Osteria dell’Acquabella in piazzale Susa. Da rimarcare il bel pavimento in cotto scuro.
Sul tavolo una tovaglia in cotone chiaro, tovaglioli bordeaux di carta, bicchiere d’acqua da osteria e due posate in acciaio.
Buona carta, interessante e con ricarichi nella norma. C’è tanta Lombardia ma anche tanta Italia, specie Friuli e Piemonte, con alcune scelte da vera Trattoria. Sul momento sono tentato da un tuffo nei ricordi prendendo uno Spanna ( Nebbiolo dei Colli Novaresi, il vino di casa nella mia infanzia ), ma alla fine opto per uno dei tanti Friulani in lista, per andare su qualcosa di più sicuro rispetto al comun sentire. Varneri 09 Collio Merlot felluga 13.5 gradi. Rosso intenso, fruttato all’olfatto ed all’assaggio, ben armonico. Come commento posso riportare quello fatto al momento “bravi sti’ furlan”
Il Menù molto milanese, nervetti, tanti risotti, mancano giusto i rognoncini per dare una perfetta milanesità, niente di leggero se non il filetto ai ferri, niente pesce, niente verdurine, giusto per avvisare.
Si parte quindi con le nostre pietanze milanesi, posso solo dire che il nostro gentile ospite ha commentato con un bel “finalment ‘na cumanda cuma sa def” le nostre scelte supermeneghine.
Insieme al cestino con le fette di pane bianco ci portano una bella ciotola di Raspadura Lodigina, non male, tagliata da poco, giusta per stuzzicare l’appetito da un lato e bloccare i primi sintomi di fame mannara dall’altro.
Polpettine con la polenta (Mondeghili cun la pulenta). Si tratta della mia scelta ipergolosa servita su un piatto ovale allungato. Le polpettine sono al sugo, consistenza molto omogenea dato che l’impasto è stato frullato, si sente una discreta quota di salumi nell’impasto. La polenta è in fette quadrate, dalla consistenza accentuata come dev’essere la polenta lombarda. Sia il sugo che le polpette hanno un gusto prorompente, la polenta si accosta molto bene e ne trae beneficio. Per quanto io preferisca le polpette di mia suocera, meno omogenee e fatte in padella senza sugo, direi che è un piatto che supera l’esame.
Risotto con l’osso buco (risot con l’os bus). Stesso piatto ovale con il riso sulla destra e un bell’osso buco sulla sinistra. Cominciamo dal risotto, molto forte di brodo di carne nel sapore, come deve essere il vero risotto alla milanese. Colore giallo intenso di zafferano, cremosità che permette al risotto di stare in piedi da solo senza comuqnue essere asciutto, chicchi cotti perfettamente al dente, ci siamo! Ossobuco preparato con le verdure e non gremolato, con una punta di scorza di limone come piace a me, nondimeno è il miglior piatto della giornata. Carne morbida che si scioglie in bocca, giusta dose di grasso per dar sapore e morbidezza. Non posso purtroppo dare un giudizio in prima persona del midollo il cui assaggio mi viene precluso, ma la faccia dell’amico che lo mangia è eloquente, intenso e gustoso.
Cotoletta alla milanese (Cutuleta). Nessuna dicitura che parla di orecchia di elefante, per fortuna, primo indizio positivo. La presentazione è tanto semplice quanto bella, un bisteccone con una panatura dorata, rifilato dalla forma dell’osso, con una fetta di limone ed una foresta di megaprezzemolo. Lo spessore fa denotare che ha ricevuto solo il minimo di battuta necessaria. Cottura leggera, carne tenera, panatura croccante, meriterebbe il DOP, a questo punto.
Per il dolce non c’è tempo, per un buon caffè si. Conto finale 26 Euro a testa, buon prezzo per la zona di Milano. Posto in cui ritornare.
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