Prezzo per persona bevande incluse: 70 €
Recensione
Dal giallo del tendone che si nota da lontano sull’eterno Corso Sempione, al giallo dei runner sui piccoli tavoli passando tono dopo tono al marrone di parquet e arredi, il locale di Andrea Alfieri appare come un giusto compromesso tra elegante e informale, soddisfacendo il primo genere senza impaurire l’altro. Lo chef è dotato di fisico del ruolo: dietro alla piccola vetrata con la sua compare di brigata lo si può vedere armeggiare e assaggiare mentre spadella sorridente e concentrato.
L’esperienza al Sempione 42 è fatta di piccole grandi soddisfazioni, così come piccolo è il numero degli attori: due in cucina più due in sala contro 25 coperti, dimensione ideale.
A pranzo, finalmente con un po’ di tempo a disposizione, si inizia bene con uno sformatino di parmigiano su una crema di carciofi, sgranocchiando poi con circospezione gli ottimi pani in attesa dell’antipasto: lingua di manzo su zuppa di barbabietola, crudo di gamberi rossi e panna acida. Piatto interessante, bel gioco di consistenze, la lingua resa croccante da un breve passaggio in padella.
Apice, con il triplo punto G di grasso, ghiotto e goloso, gli spaghetti alla chitarra con trippa di baccalà alla milanese e schiuma di parmigiano: all’uovo, ben fatti, mantecati ancora meglio grazie naturale collosità della trippa. Ottimo sgrassante nel frattempo il rosé di Quadra (80% pinot nero e 20% di chardonnay), piccolo produttore emergente della Franciacorta che – informa la gentile moglie-maître di Andrea – ha ereditato l’enologo di Contadi Castaldi, noblesse oblige.
La coppa di maialino da latte alla birra e senape in grani con insalatina di cavolo crauto all’agro e passata di mela renetta è semplice: materia sempre ad alti livelli, tenera e succulenta.
Curioso che a questo punto lo stomaco, ben lungi da qualunque sofferenza, dopo una gradevole digressione acidula con il piccolo cono con sorbetto di maracuja, sia ancora predisposto ad accogliere la crème brûlée all’arancia con gelato al cioccolato e Grand Marnier, classica soddisfacente preparazione dolce.
Piccola pasticceria e un buon caffè. Il tutto, inclusi due calici di vino, per 70 euro di spesa senza remore e – plauso alla mano sapiente - con una perfetta digestione.
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