Il Sempione 42 ha recentemente cambiato gestione e...

Recensione di del 23/02/2007

New Sempione 42

59 € Prezzo
8 Cucina
7 Ambiente
7 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Buono
Prezzo per persona bevande incluse: 59 €

Recensione

Il Sempione 42 ha recentemente cambiato gestione e, da wine bar con cucina, si è trasformato in ristorante vero e proprio, sotto la guida dello chef Andrea Alfieri, ex Executive Chef del ristorante Yar di Milano.

Il locale ha mantenuto l’aspetto rustico elegante della precedente gestione, con toni giallo caldo alle pareti e tavolini e sedie di legno scuro, con posateria, piatti e bicchieri di buon livello. Il locale è organizzato in due livelli, il superiore, però, non verrà mai utilizzato, secondo quel che ci racconta il simpatico chef, con cui ci siamo intrattenuti in una piacevole conversazione al termine della ottima cena. La gestione attualmente è in grado di gestire un numero limitato di coperti.

Il servizio è curato dalla moglie dello chef e da un altro gentile signore. In cucina, invece, lo chef è affiancato da una sua ex allieva nei corsi di cucina alla scuola alberghiera, come lui stesso ci racconta. La cucina è praticamente a vista, essendo separata da una ampia vetrata.

Chiediamo di avere due calici di ‘bollicine’ e veniamo accontentati con del buon prosecco di Conegliano, di cui non ricordo la cantina. In ogni caso, era gradevole, anche se non particolarmente persistente. Ci viene anche portato un calice che contiene alcuni piccoli stuzzichini: pane e cracker prodotti in casa. Buoni.

Anche il pane del cestino servito con la cena è interamente prodotto in casa ed è vario e valido.

Il locale ambisce sicuramente ad un buon livello, tanto è vero che ci sono alcune attenzioni tipiche di ristoranti particolarmente attenti, come, ad esempio, un piccolo appetizer prima dell’antipasto vero e proprio: un’eccellente crema di ceci con vongole e cozze. Davvero buono e gradito.

Decidiamo di cenare a base di pesce e, dovendo festeggiare una ricorrenza, decidiamo anche di accompagnare la cena con uno spumante. Scegliamo uno spumante metodo champenoise millesimato di Negri, caratterizzato dall’uso di uve chiavennasca oltre a chardonnay e pinot. Buono, elegante, persistente e con perlage fine.

Come antipasto scelgo le sarde con pesto, riduzione di aceto balsamico e crema di birra Menabrea. Il piatto è buono, ma risente di due piccoli difetti. Prima di tutto, il sapore del pesto è un po’ invadente e il gusto delle sarde viene decisamente sovrastato. Inoltre, non mi viene spiegato come gestire i tre elementi. Scoprirò dopo che la spuma di menabrea va consumata al termine del piatto. In ogni caso, il giudizio è positivo. Lo chef stesso mi confermerà che è un piatto molto richiesto ma anche molto soggetto a variazioni in base ai commenti dei clienti.

La mia ospite ha gustato, invece, uno strepitoso piatto la cui base era una crema bruciata di strachitunt. Era entusiasta. Io l’ho assaggiato e confermo il giudizio.

Come primo ho scelto gli gnocchi di patate e olive con carciofi, pomodori e calamaretti spillo. Eccellenti gli gnocchi, creati riducendo in farina le olive nere; morbidissimi i calamaretti, estremamente saporiti i petali di pomodoro. Un pochino avulsi dal resto del piatto i carciofi che, ritengo, dovessero dare la nota di croccantezza al piatto ma che, in realtà, si perdono un po’ nell’insieme. La loro delicatezza risente del forte sapore di olive, pomodori e calamari. In ogni caso, un ottimo piatto, ben preparato e presentato.

Come secondi, tonno ai semi di sesamo con caponatina di verdure alla menta per me e un ‘salame’ di verza e pesce spada per la mia ospite. Entrambi molto buoni, giudicato addirittura ottimo il salame di verza e pesce spada. A me è piaciuta molto la caponatina, con il sentore di menta che dava freschezza e ‘sprint’ alle verdure. Molto buono.

Molto buoni anche i dolci. Un sorbetto al mango rinfrescante e saporito per me e un dolce al cioccolato per la mia ospite. Ben preparati e ben presentati. I dolci sono stati preceduti da una crema al cioccolato con spuma di menta, piacevoli e molto graditi.

Qualche pecca può essere segnalata nel servizio che, seppure estremamente cortese, risente della mancata spiegazione dei piatti. Una pecca non gravissima, ma l’impressione, confermata dalla chiacchierata con il simpatico chef, è che i piatti abbiano un valido studio e siano pensati con criterio. Sarebbe quindi piacevole avere qualche indicazione sul criterio e sul metodo migliore per gustarli.

La cantina, invece, è molto limitata. Circa un’etichetta di bianchi e una di rossi per ogni regione italiana; più alcuni spumanti. Decisamente poco per il tipo di cucina elaborata proposta. Lo chef mi spiegava che sono all’inizio e che stanno incrementandola poco per volta. Per il momento, hanno deciso di affidarsi soprattutto a piccoli produttori poco noti e di valore. Una scelta apprezzabile, però la mancanza di una scelta più ampia si fa decisamente sentire.

In ogni caso, un buon posto, sicuramente consigliato. Il conto è stato di 119 euro, di cui 30 per il vino.

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