Anche io, come tanti altri, ho deciso di provare la famosa Latteria Maffucci dopo averne letto ogni bene sulle pagine de ilmangione.it. Ho scelto dunque di festeggiarci l'anniversario con la mia bella, ecco il mio resoconto!
L'arrivo.
La zona (Bovisa) è decisamente brutta, siamo a due passi da viale Jenner e ci sono in giro solo brutte facce, e anche avvicinandosi da fuori al ristorante non è che le cose migliorino. L'insegna non è illuminata, ma dalle luci che fanno capolino dalle due ampie vetrate intuisco sia il posto giusto.
Primo impatto.
Ottimo, come apriamo la porta si schiude un mondo parallelo. Tanto è brutta la zona, così è piacevole l'ambiente all'interno. Il proprietario (l'ormai famoso Silvio) ci accoglie con voce modulata e cortese e ci indica il tavolo prenotato (con ben due settimane d'anticipo, e per fortuna dato che i pochi posti disponibili erano tutti occupati). Chiaramente non ci sono alternative, ma ci usa comunque la cortesia di chiederci se il posto va bene, una sottigliezza apprezzata.
Appena seduti.
Ci guardiamo intorno e io sono sempre più contento: l'ambiente è caldo, illuminato da luci soffuse, alle pareti foto in bianco e nero e un po' dovunque vecchie radio che fanno atmosfera. L'accompagnamento musicale è affidato a Rino Gaetano in questa fase, e devo dire che si sposa inaspettatamente bene con la situazione. Silvio si avvicina, accende la candela sul tavolo, e ci chiede cosa beviamo. Alla mia lei piace il bianco mosso, così ci arriva una bottiglia di spumante Pinot Nero di buona qualità. Molto cortesemente il proprietario fa assaggiare il vino e poi lo versa alla mia compagna di tavolo, continuano dunque le impressioni positive.
Antipasti.
Alle 20:30, puntuali e nonostante quattro persone siano in ritardo, si comincia. Arrivano gli antipasti, nell'ordine: insalata di polpo e melograno, seppie con le fragole, tonno noci e mele, frittelle di pane, stracciatella di burrata, alicette fritte e cozze.
I piatti arrivano prima rapidamente, poi sempre più con calma e senza neanche accorgersene siamo già oltre le 22, ma per fortuna data la quantità del cibo! Fare più rapidamente infatti non sarebbe possibile, e i tempi sono proprio quelli giusti e rilassati. La qualità degli antipasti è molto buona, ottime le insalate di pesce fredde, un po' pesante in questa fase del pasto la burrata (anche se deliziosa), e solo normali le alicette fritte. Ah, nel frattempo il sottofondo è stato affidato a Celentano, una scelta apprezzata.
Bis di primi.
E' tardi, devono essere quasi le 23 quando arrivano i primi: spaghetti vongole e bottarga e una non meglio identificata pasta con molto sugo di pomodoro, cozze e fagioli bianchi (non quelli grossi di Spagna). Le vongole non sono spettacolari, e la bottarga è un po' sottotono, mentre l'altro primo è decisamente più buono. Le porzioni qui sono molto ridotte, siamo in due e mangiamo l'equivalente di mezzo piatto a testa, ma non avremmo potuto contenere di più. La musica si è fatta più tranquilla, melodie iberiche, fresche e rilassanti suonate da una chitarra.
Secondo.
Beh, chiamarlo secondo è eccessivo. Si tratta di un mezzo branzino al forno da dividere in due, praticamente un assaggio. Per i miei gusti troppo limone, ma per la mia Lei pare sia perfetto così!
Dolce.
Dolce (croccanti sfogliatelle ripiene di una densissima, grassissima, buonissima panna), liquore (ogni tavolo ha la sua bottiglia di mirto ghiacciato da versare in bicchierini di cioccolato) e caffè.
Tutto ottimo, il dolce è l'ultima sfida per il mangione, e rischia di far scoppiare, ma il mirto (aromatizzato grandiosamente dal bicchierino di cacao) fa il suo dovere accompagnato da un buon caffè.
Bene, questo è il racconto del pasto, veniamo ora ai dettagli: il proprietario è molto cortese e accondiscende alle richieste con gentilezza (come quando gli chiedo qualcosa per tenere in fresco la seconda bottiglia di spumante), durante il pasto si intrattiene con i clienti, facendoci sentire tutti invitati a casa sua, si crea dunque un bel clima. A formare l'atmosfera contribuisce il fatto che praticamente tutti i tavolo sono occupati da coppie, sarò stato fortunato, ma non avrei potuto chiedere di meglio per un anniversario.
La cucina è globalmente positiva, qualcosa particolarmente buono (alcuni antipasti e il dolce), qualcosa normale (il primo con le cozze, le alicette e il branzino) e qualcosa un po' sottotono (gli spaghetti con le vongole). L'impressione è che si punti molto sugli antipasti, infatti i primi arrivano dopo due ore e sono porzioni molto ridotte, il secondo è addirittura un assaggio (anche se viene sempre chiesto se se ne vuole ancora), insomma: la quantità è ottima (pure troppa), ma forse meno antipasti e più piatti sarebbe stato meglio.
Il prezzo lo sappiamo tutti: 45 euro a persona tutto compreso. E' un prezzo onesto, niente di regalato sia chiaro, ma sono stato contento di averli spesi soprattutto per l'esperienza particolare.
Ma quindi ne vale la pena?
Sì, ne vale la pena. Che sia una cena romantica o una cena con amici (a patto di non fare troppa caciara) l'esperienza è molto piacevole. Si mangia bene, si beve bene e il fatto di avere un prezzo fisso farebbe sentire libero di godersi il pasto anche al più tirchio tra noi. Ci tornerò? Probabilmente sì, magari con un amico per bere più di due bottiglie, ma il fatto che il menu sia praticamente sempre lo stesso lo limita a esperienza occasionale.
Credo che il proprietario abbia trovato un'ottima formula per differenziarsi dagli altri ristoranti, ma proprio in questa differenza sta il fatto che non si possa eleggerlo a locale abituale.
