Siamo a Milano, ma in un quartiere che è in pratica un borgo a sé, si tratta di Trenno (dove c'è l'omonimo parco) e la Ratera (in milanese: la Topaia) è in una piccola via (Via Ratti da cui il gioco di parole del nome del locale) nelle cui vicinanze è comodo trovare parcheggio.
Il locale è rustico, ma curato, c'è una prima sala con pochi tavolini di fianco alle spillatrici e al bancone, una saletta con una ventina di posti al primo piano e una sala veranda con altri trenta posti circa, coperta e riscaldata d'inverno e aperta d'estate.
A farla da padrona le birre e la cucina con pochi piatti che si rifanno alla tradizione, scritti a mano su una lavagna, e che cambiano giorno per giorno (oppure si va alla carta con i classici taglieri, panini e i piatti da birreria tipo wurstel e dintorni).
In due prendiamo un interessante tagliere misto con formaggi e salumi e a seguire le piccole milanesine con verza (cotolette di maiale e verza stufata) molto saporite e abbondanti e una pizza con acciughe (inutile dire che non essendo questa una pizzeria, il livello è sufficiente, ma non altro).
Ovviamente a farla da padrona su tutto è la birra - di ogni genere e di ogni provenienza, con molta attenzione e cura nei fornitori e nelle piccole realtà artiginali. Nel nostro caso prendiamo una Bi-Weizen del Birrificio Italiano (che poi diventano due) - una Weisse classica, beverina e aromatica a 5° - e una VuDu altro prodotto del Birrificio Italiano che riprende una ricetta originale della Weizen Dunkel, la birra di frumento scuro. E' una birra da 5,5°, molto corposa e amarognola.
Il servizio è cortese e gradevole, anche se a tratti un po’ lento nonostante ci sia poca gente.
Usciamo soddisfatti con una spesa in due di 44 Euro.
