Dopo parecchio tempo che se ne parla, finalmente è...

Recensione di del 03/02/2009

Il Luogo di Aimo e Nadia

186 € Prezzo
10 Cucina
9 Ambiente
9 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Buono
Prezzo per persona bevande incluse: 186 €

Recensione

Dopo parecchio tempo che se ne parla, finalmente è giunto il giorno di provare uno dei templi della cucina Italiana. Prenotiamo per martedì 3 al Luogo di Aimo e Nadia.
Siamo in tre, io, il mangione senza penna, ed un amico. Giungiamo in Via Montecuccoli alle 19:45, il vantaggio di essere in periferia è quello di trovare posto per l’auto praticamente davanti al ristorante.
Le vetrine del ristorante richiamano quello che troveremo all'interno del locale, sulle pareti.
Dopo aver suonato il campanello, veniamo accolti dal maître, che si prende cura dei nostri cappotti e ci accompagna al tavolo.

Siamo nella sala più grande, che a fine serata sarà al completo. L’ambiente è molto curato, elegante e sobrio allo stesso tempo. Alle pareti dei quadri di arte contemporanea danno colore alla sala, che è ben illuminata con una serie di faretti centrali, e delle lampade che puntano la luce sul soffitto senza così dare nessun fastidio ai tavoli che sono disposti lateralmente da una parte e dall’altra della sala.
Apparecchiatura elegante e raffinata, posate in argento, calici importanti, sottopiatto con filo d’oro.
Ci vengono portati menu e carta dei vini, ci viene spiegato che in occasione di Identità Golose è stato creato un menu apposito per la manifestazione, che sostituisce i loro due menu degustazione (cosa di cui noi eravamo al corrente).
Nel contempo ci viene chiesto se gradiamo un aperitivo. La scelta è fra uno champagne, ed un rosè trentino selezione Aimo e Nadia, optiamo tutti e tre per quest’ultimo.
Insieme all’aperitivo arriva un vassoio con dei taralli, e dei grissini tirati a mano veramente deliziosi.
Anche l’aperitivo è veramente gradevole.

Optiamo per il menu degustazione identità golose, e dalla carta dei vini scegliamo un bianco particolarissimo: Riesling renano della Mosella un Auslese del 1992. Un profumo così non l’avevo mai sentito, aveva sentore di idrocarburi, di petrolio, ma una volta in bocca cambiava tutto. Non sono per nulla esperto di vini, quindi non mi avventuro in analisi particolari che non sarei in grado di sostenere.

Arriva un cameriere che da un vassoio con diversi tipi di pane ci fa scegliere fra: farro, mais, grano bruciato, segale. Il passaggio si ripeterà più volte durante la serata ogni qual volta il nostro piattino risulterà vuoto.
Contemporaneamente viene servito anche un piattino a testa con un olio evo Toscano Podere Forte, che con il panino al farro era veramente sublime.
Nel frattempo ci vengono rabboccati i calici dell’aperitivo.

Arriva il benvenuto della cucina: crema di cardo gobbo con burratina di Andria.
Se questo è l’inizio si preannuncia una serata memorabile. Già solo il profumo della crema è intensissimo, poi dopo il primo cucchiaio un pieno di sapore anche in bocca che abbinato alla freschezza della burratina risulta essere qualcosa di meraviglioso.

Arriva Aimo al nostro tavolo, mentre gustavamo ancora l’olio, vede che l’abbiamo quasi finito, allora dice al cameriere di portarcene un altro piattino.
Aimo farà svariati passaggi al tavolo durante la serata, raccontando e dei piatti, e di aneddoti per il reperimento delle materie prime, risultando essere una persona veramente gradevole.

Arriva il secondo benvenuto della cucina: sono dei cubettini di pan brioche leggermente tostato con sopra un paté di pernice con tartufo.
Pan brioche croccante, evidentemente tostato, ma la vera delizia è il paté: una meraviglia, una cremosità incredibile, con un gusto che rimaneva in bocca e dava delle sensazioni incredibili.

Arriva il primo antipasto.
Scampone crudo al profumo di ginger fresco con insalata d’arance bionde siciliane e rapa bianca.
Arriva il piatto: sul fondo la rapa bianca, sopra l’insalata di arance, e per finire lo scampo in tutta la sua bellezza. Che dire? Scampo da lacrima per freschezza e sapore che con il ginger viene ancor più esaltato, il tutto completato dal gusto fresco dell’insalata di arance e dalla rapa bianca.

Filetto di baccalà marinato al miele d’edera, passito di Pantelleria e coriandolo, su panzanella di verdure di stagione.
Arriva il piatto: sul fondo la marinatura, poi la panzanella di verdure, ed infine il filettino di baccalà.
Cosa potrebbero avere in comune baccalà, miele, passito, coriandolo, e tante verdure tritate finemente? Inizialmente potrebbe sembrare nulla. Ma poi, dopo il primo boccone, è il palato a fornire le risposte.
La marinatura è semplicemente perfetta, dolce al punto giusto, che ben si abbina con la panzanella di verdure che è veramente un plus. E per finire il baccalà materia prima d’eccellenza, gusto ottimo. Mettendo sul cucchiaio un po’ della marinatura, la panzanella, ed un pezzetto di baccalà, mettendo poi tutto in bocca si sentivano tutti i sapori insieme ed era una vera sinfonia.

Tartara di culatello di Cinta Senese e vitellone fassone crudo al tartufo nero di Norcia con composta di limoni della Costiera.
Nel piatto centralmente la tartara ed il culatello, che danno un bel colore al piatto, poi delle noci sulle quali sono appoggiate le lamelle di tartufo nero, ed infine la composta di limoni, e delle piccole foglie d’insalata.
Piatto veramente molto colorato e profumato. Il profumo molto intenso dei piatti sarà una costante di tutta la cena, ed una cosa che mi ha molto colpito.
La carne era di una bontà incredibile, ben si abbinava con il culatello, ottimo il contrasto con le noci e per finire il tartufo questa meraviglia!

Consommè di gallina di Morozzo profumato alla verbena con tortelli di squacquerone, prosciutto affumicato e aceto balsamico.
Si potrebbe dire beh, il brodo della nonna. Ed infatti è proprio così, però che brodo! In un piatto a forma di coppa appunto il brodo, due palline di gallina, tre tortelli. Il brodo è perfetto, “unto” al punto giusto, saporito in modo perfetto. Le due piccole polpettine sono squisite. I tre tortelli sono meravigliosi. La pasta è stupefacente, la farcia ha un gusto eccellente ed il tutto si amalgama in modo meraviglioso con il piatto.

Il nostro vino è finito. Quindi scegliamo una seconda bottiglia. Decidiamo di passare al rosso. Prendiamo un Pinot nero di Ferruccio Carlotto. Si rileverà un vino di ottima beva con profumi molto intensi quasi a voler essere un tutt’uno con i piatti.

Proseguiamo con Fettuccelle fresche di farina di ceci e semola di grano duro con pernice stufata, funghi porcini secchi dell'Abetone e pinoli di Pisa.
Anche questo piatto è perfetto. La pasta cotta al punto giusto è molto ruvida quindi si amalgama in modo perfetto con il ragù di pernice, composto da pezzettini di carne e i pinoli, molto saporito, come lo sono i porcini secchi, a completare il piatto.

L'agnello della Val Bisalta: lombata farcita al carvi e caffè, animelle croccanti profumate alle erbe.
Al centro del piatto la lombatina di agnello, poi le animelle croccanti. La lombatina è ottima, perfetta. Cotta al punto giusto, con un leggerissimo color roseo al suo interno è di una morbidezza strabiliante. Anche le animelle non sono da meno. Rese croccanti ed una profumazione molto intensa data dalle erbe.

I piatti sono finiti, ci aspettano i dolci. Siamo veramente entusiasti, tutti e tre giudichiamo la cena veramente un esperienza indimenticabile!

Arriva il pre-dessert.
Gelatina di malvasia ripiena di gelato al croccante di mandorla di Noto.
Al centro del piatto un piccolo cilindro formato con la gelatina di malvasia, al suo interno il gelato al croccante di mandorla. Anche questo è stupendo. Il cilindro è croccante, si spezza e diventa un abbinamento perfetto con il gelato al croccante di mandorla.

Arriva il dolce vero è proprio.
(As)saggio-anteprima dal Laboratorio del dolce contemporaneo. L’origine del dolce di Aimo e Nadia. Progetto in-progress a più menti di Fusto, Moroni, Negrini, Pisani.
In un grande piatto arriva una composizione bellissima. Ci sono in ordine sparso: dei cilindretti di mela, tre mousse di cioccolati diversi, un croccante di sesamo, un cubetto di sorbetto al mandarino, e per finire su un cucchiaino una mousse di zafferano con olio evo sul fondo.
Tutto meraviglioso! La conclusione perfetta di una cena stupenda

Finiamo con tre caffè. Scegliamo tutti la medesima miscela (la scelta era fra due) miscela Haiti, ad accompagnare il caffè un cioccolatino al 80% di cacao con al suo interno la polvere della stessa miscela.
Arriva anche su un bel vassoio la piccola pasticceria. In particolare ricordo le frolline di frutta fresca con crema pasticcera, i cioccolatini gran cru, e gli spicchi di clementine e limoni canditi. Tutto veramente sublime.

La cena è finita. Rimaniamo seduti a chiacchierare siamo molto soddisfati, entusiasti è felici. Riviviamo la cena, Facciamo tutti i nostri commenti che sono tutti positivi.
Tutto è stato perfetto. Il servizio sempre impeccabile, anche a locale pieno, ha avuto solo un incertezza; quando ha chiesto se avevamo scelto cosa ordinare nel momento in cui uno dei commensali non era al tavolo. I tempi sempre ben calibrati. Aimo che spesso si fermava al tavolo e raccontava dei piatti molto piacevolmente. Fin dall’inizio messi subito a nostro agio.
I piatti tutti perfetti, siamo partiti subito bene e per tutta la cena si è rimasti su livelli molto alti senza mai alcuna incertezza.
Vivissimi complimenti a tutto lo staff di Aimo e Nadia.

Ed ecco il conto. Totale 560 euro, così suddivisi: tre menu degustazione 390 euro, tre aperitivi 39 euro, due bottiglie di vino 116 euro, tre caffè 15 euro.

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