Prezzo per persona bevande incluse: 53 €
Recensione
Torniamo ancora una volta in questo ristorante vicino a casa, però durante la settimana, il che risulta essere positivo perché il locale non è pieno e quindi l’atmosfera è piuttosto tranquilla. Infatti, il sabato sera il locale si riempie a dismisura e i tavoli troppo vicini fanno sì che il vociare dei clienti e lo spazio ridotto rendano particolarmente “pieno” l’ambiente, costringendo o a tacere o a parlare ad alta voce per potersi far capire dal proprio commensale.
Comunque sia appunto, durante la settimana la permanenza è gradevole, la mise en place è semplice ma completa, i piatti e le posate vengono cambiate in maniera abbondante, i bicchieri sono idonei a sorseggiare al meglio le bevande. Ho notato con piacere che gli antipasti non sono più esposti ma sono ora protetti dietro il bancone, evitando quindi qualsiasi tipo di contatto accidentale.
Il servizio è svolto da numerose persone, tra proprietari e camerieri, gentili e premurose senza essere mai invadenti e con particolare attenzione al rilievo di eventuali necessità. Il non più giovane cameriere che ci serve porterà di sua iniziativa, indice di intelligenza professionale, il sorbetto con due cucchiaini, presentandolo con un sorriso: “magari un cucchiaino in più può servire…”
Ordiniamo una bottiglia di acqua minerale, San Pellegrino e come vino una di Sauvignon di Livio Felluga che si rivela essere molto gradevole, fruttato. Essendoci verosimilmente poca pirazina, non si evidenzia l’ormai famoso sentore di pipì di gatto. Certo che di favole nel grande campo enoico se ne dicono proprio tante…
Iniziamo con l’antipasto misto del Faro, che consiste in tre portate. La prima, insalata di polpo e cozze sauté: il tutto molto buono, specialmente il polpo che è morbido e tiepidino al punto giusto. A seguire una capasanta gratinata, non particolarmente soddisfacente perché il gratinato è troppo unto, verosimilmente riscaldato e quindi toglie qualsiasi sapore al mollusco. Come terzo piatto, una robusta (la vogliamo chiamare “zuppa di pesce”?) di cozze, cannolicchi, vongole, noci di mare, canocchie, gamberi, affogati in un delizioso e consistente brodetto che ci ha impegnato in una furibonda scarpettatura utilizzando i pezzetti di focaccia, i grissinoni e altro pane presente nel ricco cestino posto in tavola. Dal punto di vista della qualità e della quantità si può definire l’antipasto sicuramente soddisfacente.
Abbiamo saltato i primi e abbiamo ordinato della rana pescatrice alla griglia con contorno di carciofi fritti in pastella. Porzione molto abbondante di un pesce di per sé buono. Va segnalata anche la gradevolezza del contorno per la croccantezza e l’assoluta mancanza di unto del fritto di carciofi; e per fortuna, vista l’abbondanza, che il contorno era uno solo. Come si suol dire, abbiamo spazzolato tutto.
Mia moglie è piena e quindi non desidera altro, mentre io scelgo un sorbetto alla mela verde preparato al momento in quantità cospicua e servito appunto, come già dicevo, con due cucchiaini, consentendo quindi alla mia commensale di “piluccare” (cioè mangiarmene metà) il sorbetto stesso. Buono.
Non prendo il caffè ma ci viene portato ugualmente un piattino colmo di dolcetti di vario tipo.
Livio Felluga viene robustamente prosciugato, tanto a casa ci rechiamo a piedi.
Che dire? Una esperienza gradevole per la bontà della cucina, anche se i prezzi non sono per nulla modesti, in un ambiente fortunatamente non affollato e con un servizio che ti accudisce per tutta la serata con una semplicità che appare sincera e non forzata. Sicuramente da ritornarci.
Due coperti 4 euro, una bottiglia di vino 20 euro, un’acqua minerale 2 euro, due antipasti 28 euro, due secondi piatti 40 euro, un contorno 7 euro, un sorbetto 5 euro, per un totale di 106 euro. Rapporto qualità/prezzo normale.
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