Prezzo per persona bevande incluse: 20 €
Recensione
Dopo parecchio tempo con tre amiche mi reco in questo ristorantino, scoperto anni fa grazie ad un’altra amica che ci mangiava a giorni alterni. Il locale ha pavimenti come le case aziendali degli anni ’70 e arredamento da trattoria. Due sale, la seconda poco più grande della prima.
Per questioni logistiche chiediamo di cambiarci tavolo e la signorina che ci ha accolto è molto cortese, trova un altro tavolo e ci fa accomodare nella seconda saletta, accanto alla porta della cucina.
Il locale è quasi pieno pur essendo ancora le 20 e 30, e i gestori sono indaffaratissimi.
Tuttavia, quando arriva il momento di ordinare, la signorina che si occupa di noi non lesina spiegazioni sulle preparazioni e sugli ingredienti dei piatti.
Ordiniamo come antipasti un piatto di salumi con coppa pancettata, capicollo e salame ed anche un antipasto calabrese di sottoli e sottaceti: ce li dividiamo in quattro e viste le porzioni più che discrete e l’ottima qualità e il gusto delle pietanze, siamo più che soddisfatte. Tutti i prodotti sono di provenienza calabra, quindi di impatto forte sul palato ma davvero buoni.
A distanza di cinque/dieci minuti arrivano i quattro primi più un piattino: un’amica era indecisa tra due scelte e la cameriera, a sorpresa, oltre al piatto da lei ordinato le porge un assaggio dell’altro primo piatto agognato. Un gesto davvero carino.
I miei maccheroncini Thomas (con olio, panna, coppa e pancetta) sono così buoni che non ne resta nel piatto neppure mezzo, malgrado l’abbondante porzione. La pasta è fatta in casa e si sente, e malgrado l’intingolo non sia dei più leggeri, una sapiente preparazione fa sì che una persona arrivi al piatto oramai deserto senza neppure accorgersene.
Le mie amiche dirottano su: tagliatelle Ferdinando II (con ricotta, rucola e porro), maccheroncini Ernesto (con cipolla e pancetta), e infine maccheroncini Disperata (con porro, provolone e peperoncino). Siamo indubbiamente quattro persone felici della nostra scelta. Ho assaggiato i maccheroncini Disperata e li ho trovati ottimi, il peperoncino non era in quantità tale da strozzare il gusto degli altri ingredienti.
Pausa. Ci sembra di aver mangiato un bue intero, e rinunciamo al secondo (ma il provolone alla piastra sarà una delle mie future scelte).
Dovendo festeggiare un bell’avvenimento, e soprattutto amando i dolci, non ci esimiamo dal dessert e ordiniamo due tiramisù con ricotta fresca, torcetti di cioccolato con crema e torroncino con miele di castagno.
Il mio tiramisù, dove al posto del mascarpone viene usata la ricotta, è buono e decisamente più leggero rispetto a quello tradizionale. Non mi esalta, sono forse troppo tradizionalista e mi piacciono i dolci più dolci, più zuccherosi. Assaggio il torroncino che si presenta come una piccola mattonella bicolore decorata con miele di castagno, ottimo. Tuttavia la corona d’alloro va sicuramente ai torcetti: cubetti al cioccolato fondente, tipo brownie americano ma dal sapore ben più deciso, accompagnati da una scodellina di crema dove inzupparli: semplicemente favolosi. Li consiglio ai golosi e agli amanti del cioccolato.
Con due bottiglie d’acqua e una da 75 cl di vino siciliano da circa 10 €, abbiamo speso meno di 80 €. Una pizza ci sarebbe costata di più.
In conclusione io e le mie commensali siamo rimaste felicissime sia per come abbiamo mangiato sia per il servizio, che di certo in alcuni momenti può latitare a causa dell’affollamento, ma che comunque è estremamente cortese e fa sentire il cliente come un ospite gradito.
Ripeterò ciò che altri mangioni hanno già scritto: i tavoli sono vicini e il rumore è piuttosto alto, ma il fatto che siamo a due passi da Porta Romana, e quindi in centro a Milano, non ci deve far pensare che in questa zona non possano esistere trattorie, perché questo è Dongiò, con i suoi limiti e i suoi vantaggi, che sono tanti e tali da farmi vivamente consigliare questo locale a tutti coloro che amano un’ottima cucina casalinga.
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