Prezzo per persona bevande incluse: 75 €
Recensione
Sono le ore 20 di un grigio lunedì sera di Marzo. Diluvia, fa freddo e sto cercando disperatamente di trovare un parcheggio che possa accogliere dignitosamente la mia autovettura. Impresa al limite dell’impossibile. Infatti, seppur a malincuore e con una certa titubanza, opto per un posteggio selvaggio sopra uno spartitraffico, pericolosamente vicino alle rotaie del tram. Verificata l’assenza di intralcio per il cammino delle vetture tranviarie, rivolgo uno sguardo al cupo cielo, sospiro, maledico la pioggia incessante che non mi ha permesso di adoperare la mia fida moto e armato di santa pazienza mi dirigo verso il locale.
Siamo a Milano, nei pressi di Piazza della Repubblica, enorme “cilindro” di cemento e mattoni sito una delle zone più trafficate della città. La meta? Il ristorante “Dal Bolognese”, scelto dall’azienda dove lavoro per un “dinner party” con i nostri boss appositamente giunti dalla casa madre. Il locale fiancheggia (e in parte integra) il prestigioso Hotel Principe di Savoia; vi si accede percorrendo un cortile esterno adornato da alcune piante sempreverdi che fungerà da confortevole area fumatori per i tanti avventori che lo desiderano. Si entra superando un’ampia porta vetrata. Di fronte a me il bancone guardaroba dove lascio il cappotto alla gentile dipendente; alla mia sinistra la sala ristorante vera e propria e alla destra un bar “old-fashioned”, stile Milano anni 70-80 dove mi accomoderò in attesa dei colleghi. Sono infatti il primo e l’unico in perfetto orario come stabilito. L’interno del Bolognese si presenta molto elegante nella sua classicità da hotel a 5 stelle. Indispensabile una veloce puntata ai servizi, accessibili tramite un tortuoso percorso di porte a vetri e scale che li porta ad essere in condivisione con il Principe di Savoia. Conseguentemente si presentano confortevoli, ordinati, lindi e profumati.
Finalmente giungono tutti i commensali. Veniamo fatti accomodare, come da nostra precisa richiesta, in una saletta laterale dalla quale si può comunque rivolgere comunque uno sguardo a tutto tondo. La sala è molto ampia (molti i coperti) e anche nel nostro “angolino” i decibel si alzeranno parecchio nel corso della serata (siamo in tanti!). Da precedenti recensioni ed esperienze di altri colleghi vengo a conoscenza del fatto che questo locale è molto frequentato da VIP o presunti tali. Profondamente scosso dalla rivelazione, sbadiglio e indirizzo la mia attenzione alla mise en place che si rivela nel complesso di discreto livello. Tovaglieria di stoffa candida, posateria in acciaio Sambonet, calici da vino “unisex” che si riveleranno sufficientemente adatti a degustare sia il vino rosso che il vino bianco e bicchieri classici da acqua a completamento.
Il menu è stato concordato in precedenza con il ristoratore e prevede una scelta tra proposte di “terra” e di “mare” in alternativa fra loro (avrò comunque modo di assaggiare quasi tutte le portate). Il servizio verrà svolto nel corso della serata con la giusta tempistica e precisione. Pochi i sorrisi, qualche difficoltà con l’inglese e nel riempire i cestini del pane ma nel complesso direi più che sufficiente.
Arrivano in tavola i vini, che non lasceranno un ricordo indelebile nell’ambito della nostra cena. Un rosso Remole IGT tenuta Frescobaldi, la cui composizione recita 85% Sangiovese e 15% Cabernet Sauvignon che si rivelerà solo discreto probabilmente anche per la scarsa ossigenazione a cui viene sottoposto (bottiglia inevitabilmente stappata al momento) e come bianco uno Chardonnay DOC, della stessa tenuta, che sarà già più conforme ai miei gusti con la sua sapidità e la sua fragranza floreale. I vini saranno comunque serviti a “volontà”, così come l’acqua gasata e naturale Levissima.
Veniamo al dunque.
Inizia il giro degli antipasti, che sono comuni per tutti i convitati, a prescindere dalla scelta del menu. Abbiamo in primis i taglieri di affettati e mozzarella di bufala, serviti in accompagnamento con gnocco fritto. Gli affettati sono di ottima qualità (prosciutto crudo, coppa, mortadella e bresaola) e lo gnocco fritto si va valere per la fragranza e la poca untuosità. La mozzarella di bufala è molto buona, fresca ma opportunamente non gelata di frigorifero, rilascia la classica goccia di latte. Anche i carpacci di pesce spada affumicato e salmone, serviti qualche minuto dopo, non mutano il trend positivo. Freschi e delicati, guarniti con un’anima di olio evo fragrante e sapido sono realmente molto gustosi.
I primi piatti sono a scelta per chi ha optato per il menu di terra, fra tagliatelle alla Bolognese e tortelli di zucca. Le tagliatelle sono quanto di più anonimo si possa trovare. D’accordo, il piatto in sé non è certo un trionfo dell’originalità, ma la porzione non è molto generosa e il ragù risulta all’assaggio mediocre in tutto e per tutto. I tortelli risultano invece piuttosto gradevoli e saporiti nella pur semplice preparazione.
Chi ha preferito puntare sul menu di mare, si troverà alle prese con degli spaghetti al ragù di ricciola. Senza infamia e senza lode, un piatto ordinario dalla porzionatura abbondante e dalla corretta cottura degli spaghetti non coadiuvato da emozioni memorabili, invero assenti. La sensazione al termine del “round” antipasti-primi piatti è quello di trovarsi in una location VIP molto elegante dove dietro questa patina “glamour” ti servano piatti da trattoria di discreto livello. Le materie prime sono senza dubbio ottime, la cottura effettuata secondo i giusti crismi, ma la mano dello chef non è evidenziata in nulla. Tutto troppo ordinario, semplice, quasi banale sia nella proposta che nell’esecuzione, per terminare nell’impiattamento privo di qualsiasi coreografia.
Capitolo secondi piatti. I “carnivori” troveranno pane per i loro denti a scelta fra una costata di Black Angus Texano servita con misticanza oppure una cotoletta alla milanese con purè di patate. La cotoletta di “Milanese” aveva davvero ben poco ma era più che discreta. Non ho potuto assaggiare la costata ma mi viene riferita come piuttosto buona e abbondante. I fruitori del menu di pesce, invece, avranno come unica possibilità il filetto di rombo con carciofi, che si rivelerà il miglior piatto della serata. Il filetto di rombo, molto delicato, sarà ricoperto da carciofi tagliati a listarelle sottilissime, quasi sfilacciati e sapientemente gratinati. Un piatto armonico in cui la lieve insipidità del rombo è corretta dai carciofi al gratin, sfiziosissimi e saporiti. Le potenzialità ci sono, a giudicare da questo piatto. Perché crogiolarsi in proposte senza alcun carattere innovativo? Paura di trovarsi di fronte ad una clientela “piatta” ed incapace di cogliere le varie sfumature? Forse questo timore non è del tutto infondato, ad essere onesti.
La cena viene chiusa con un sorbetto al mandarino di evidente connotazione industriale (dolcissimo, davvero pessimo) e con la scelta fra dolce o frutta fresca, che preferisco declinare (sono comunque sazio).
Non mancano i caffè e il giro di liquori (amari tradizionali e grappe di discreta fattura ma non certo da urlo) che precedono un conto finale di 75 euro a persona (26 i coperti totali).
Che dire? Per essere stato un dinner party in un locale che punta moltissimo sul turnover di dirigenti bancari e non, spesso stranieri, VIP nostrani e non, presumibilmente da “spennare” tramite i luccichii di una “luxury location”, non abbiamo mangiato neppure male (direi da 6,5). Come asserito in precedenza, senza dubbio le materie prime sono di ottimo livello e la preparazione dei piatti corretta. Ma è possibile giustificare l’“addition” di 75 euro a persona (cifra comunque importante) per una cucina che non valorizza quasi per nulla la mano dello chef e per una cena che all’ordinarietà delle proposte da trattoria (gnocco fritto, affettati, tagliatelle al ragù, cotoletta) abbina altrettanta ordinarietà nella scelta dei vini? Molti risponderanno che una tappa in un posto frequentato da personaggi famosi e gente di alto livello (sic!) li giustificano in toto; io preferisco giustificarli solo per il fatto di non dover essere stato io a pagare, ma senza dubbio posso consigliare questo locale solo per “business affairs” con partner esteri o a chi abbia voglia di mettersi in mostra e sentirsi acchiappaVIP per una sera.
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