Seguiamo una coppia di amici in un ristorante da loro testato alcune volte e sul quale si erano espressi in maniera lusinghiera. All’ingresso veniamo accolti da una cameriera abbastanza gentile che ci chiede se abbiamo prenotato (avevamo riservato un tavolo ma il locale era mezzo vuoto, al sabato sera). Ambiente molto “tecno” con profusione di luci azzurre e plastica, divanetti e poltroncine in similpelle multicolore, un po’ disordinato ed adeguatissimo per una discoteca anni ’90; forse un po’ meno per un ristorante, specialmente se con prezzi non esattamente popolari.
L’ambiente, pur non eccessivamente rumoroso, non garantisce una privacy adeguata, forse perché i tavoli (un po' stipati) sono disposti sotto un soppalco. Il locale dispone di una sala per fumatori, vuota al nostro arrivo e rimasta tale per tutta la serata, nella quale siamo stati fatti accomodare dopo aver constatato che il nostro tavolo era disposto lungo il passaggio dei camerieri e dei clienti in uscita (a stento accettabile in una pizzeria turistica o in una trattoria di campagna con tavoli all’aperto). Il personale si è però sempre dimostrato cortese e disponibile.
I menu sono rilegati in similpelle verde bottiglia con pagine inserite in buste di plastica antimacchia (sempre in stile pizzeria). La carta è abbastanza ricca di proposte con un’attenzione molto buona nei confronti degli antipasti, probabilmente il “cavallo di battaglia” del ristorante (prezzi tra 20 e 30 €, mica male per un antipasto) e discreta per primi e secondi.
Carta dei vini non eccezionale se non nei prezzi (alti), ma con alcune etichette dignitose. Nessuno dei miei commensali ama vini bianchi quindi, mio malgrado, ci facciamo consigliare uno Schioppettino di cui non ricordo il produttore ma il cui prezzo era superiore ai 30 €; senza infamia né lode.
Io scelgo spaghetti ai ricci di mare (20 €), mia moglie maccheroncini con cozze e pescatrice (23 €); porzioni abbondanti e pasta cotta al punto giusto. Come secondo scelgo sampietro al forno con patate la cui esecuzione ha premiato più la quantità (troppa) che la sostanza per via di carni un po’ dure in cui ho trovato troppe lische (25 €). Mia moglie al posto del secondo prende un antipasto, un “mix della casa”, con gamberi, polpo in umido e al vapore, lumachine di mare; tutto abbondante ma anche questi un po’ troppo duri (22 €).
Nessuno riesce a trovare spazio per un dessert, anche perché questi sono tali da non stuzzicare la benchè minima curiosità.
Il tutto, in cinque con due portate due a testa, tre caffè, una bottiglia di vino e due d’acqua al modico prezzo di 310 euro.
Anche nella costosa Milano si può trovare di ben meglio come rapporto qualità/prezzo.
