Prezzo per persona bevande incluse: 33 €
Recensione
Sabato sera, dopo un pomeriggio "teatrale" decidiamo di ritornare da "Casa Tua", un'osteria di impronta toscano-laziale che avevamo già provato un paio di anni fa e ci aveva lasciato un ricordo piacevole.
Arriviamo con circa mezz'ora d'anticipo, complice uno spettacolo particolarmente breve, creiamo un po' di scompiglio alla gentile signora che ci riceve, che comunque ci fa accomodare subito ad un altro tavolo, comunque già apparecchiato per tre commensali. L'ambiente è un finto rustico, accogliente, mattoni rossi ricoperti da insegne (o rifacimenti di tali) di negozi di inizio secolo scorso. La luce è molto scarsa e proviene principalmente da piccole candele ai tavoli, l'idea sarebbe dell'ambiente soffuso ma l'effetto non è dei migliori, probabilmente anche a causa dell'eccessivo sfruttamento della sala. Il tavolo dove ci fanno accomodare è alquanto piccolo, sarebbe stato un po' piccolo per due figuriamoci per tre, la sala comunque è strapiena e i tavoli sono anche a poche decine di centimetri gli uni dagli altri. Un cameriere ci avvicina e ci chiede se beviamo vino, alla nostra risposta positiva ci porta i bicchieri. Solo successivamente arrivano i menù e la lista dei vini.
Ordiniamo gli antipasti: "sformatino di patate con crema di formaggio", servito su un letto di rucola, ben fatto, molto buono, una "panzanella" per me, nella norma, e una "mozzarella al forno farcita con prosciutto crudo", discreta. Proseguiamo con "testaroli olio e pecorino", delle losanghe di pasta spessa, cotta prima nel forno a legna e successivamente in acqua, particolari, leggermente gommosi come consistenza finale, ma decisamente buoni; "fusilli alla Toscana" con porri ricotta e guanciale, una delusione: risultavano tra le paste fresche ma decisamente non lo erano, la ricotta era molto diluita, tanto da sembrare panna, e praticamente insapore, qualche sporadico pezzetto di porri o guanciale dava una macchia di colore al piatto.
Un amico invece salta il primo e passa direttamente a un piatto di "agnello al forno", decisamente molto grasso, ma a detta del commensale buono.
Per dessert optiamo per un sorbetto alla mela verde e una torta ricotta e cioccolato, buoni entrambi. Accompagnamo il pasto con una bottiglia di Megale, Negro amaro del salento, del Feudo di Santa Croce, 20 euro, buon rapporto qualità/prezzo, e due bottigliette di plastica da mezzo litro, decisamente fuori luogo per la tipologia di locale, di minerale.
Prezzo totale intorno ai 100 euro, direi comunque nella media di questo genere di locali.
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