Prezzo per persona bevande incluse: 38 €
Recensione
Dopo una giornata vissuta “in stile trottola”, l’idea di mettermi a preparare una cena mi crea quanto meno ansia, ho voglia di sedermi a tavola e non preoccuparmi di niente! E allora, forza, cerchiamo un ristorante. Niente di particolarmente sofisticato però, la voglia è di piatti semplici, quasi casalinghi, e di un locale dove non devi pensare a come appari. La scelta cade, inevitabile, su La Cantinetta, ben nota casa della tagliata. Una veloce telefonata, e “l’affare è fatto”!
In via Ripamonti torniamo per la terza, forse quarta volta (anche se a distanza di anni) ed esordiamo con un po’ di fortuna: parcheggio trovato a tempo di record!
Il locale, come detto è ben noto.
Ingresso stile osteria vecchio stampo, un portoncino cui non daresti due lire e un’antiporta verde, all’interno, che ti catapulta indietro negli anni.
Anche l’arredo conferma l’impressione. Pareti bianche, legno e mattoni a vista, volte accuratamente sistemate.
Il locale è composto da diverse salette, tutte piccole e normalmente affollate. I tavoli, in legno ricoperti da tovaglie verdi, sono forse un po’ ravvicinati uno all’altro, tanto che finisci con il dividere la conversazione con chi ti sta accanto, ma la qualità dei piatti, alla fine, fa sì che anche l’eccessiva vicinanza passi in secondo piano.
Accolti da una gentile ma sbrigativa signora, veniamo fatti accomodare in un tavolo d’angolo, e il cameriere che ci seguirà per tutta la serata arriva dopo pochi istanti con i menu, che, confesso, ho degnato appena appena di un’occhiata distratta: come già capitato, avevamo le idee ben chiare su cosa scegliere.
Ordiniamo così due antipasti, acciughe tartine e burro, e due tagliate, media per me, grande per il marito. Per accompagnare il tutto, un Chianti classico (14 euro, direi buon ricarico, non eccessivo) che ci soddisfa a pieno.
Mentre aspettiamo, ne approfitto per guardarmi attorno, e ancora una volta mi ritrovo a pensare che è strano, in piena Milano XXI secolo, respirare un’aria così retrò.. strano ma piacevole!
Alla pareti stampe e fotografie accarezzano gli occhi, e legno e mattoni che adornano i soffitti a volta ti fanno sentire riparato.
Poco da dire sui piatti. Ottime le acciughe, ma non si tratta di pietanza “difficile”, e perfette le tagliate, come sempre. Carne tenera e cotta (o cruda!) al punto giusto, con una crosticina deliziosa che lascia intuire la cottura sulla brace “vera”.
Per chi ama la carne, e vuol andare sul sicuro, questo è sempre il posto giusto.
Completiamo la cena con due dolci, una crème caramel per me (senza infamia né lode, voto 6,5) e un tiramisù per il marito (ottimo, lo definisce), caffè e amaro.
Alla fine ci si alza dal tavolo più che soddisfatti, dopo una serata piacevole e tranquilla, con un cameriere sempre attento ma mai invadente, un po’ come mangiare a casa ma senza doversi preoccupare di tutto quello che precede e segue una cena. Insomma, esattamente quello che cercavo.
In conclusione, La Cantinetta si conferma locale piacevole, adatto ad una serata tranquilla che sia con amici o romantica, con un buon rapporto qualità/prezzo (a patto di dedicarsi alla carne, in passato ero rimasta un po’ delusa dai primi) e un servizio cordiale e non lezioso.
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