Sistemazione infelice

Recensione di del 28/09/2013

Al Porto

60 € Prezzo
8 Cucina
5 Ambiente
8 Servizio
Rapporto qualità/prezzo: Scarso
Prezzo per persona bevande incluse: 60 €

Recensione

Visita in questo locale storico della ristorazione milanese situato nell’ex casello daziario di Piazza Cantore e di fatto specializzato per il pesce.
All’atto della prenotazione mi comunicano che la sistemazione sarà “nella saletta superiore” che io in realtà non ricordavo e supponevo essere una successiva ristrutturazione dopo l’ultimo mio accesso. In realtà la sistemazione è in un soppalco, come ben individuato sulla piantina inchiodata al muro, in cui i tavolini sono eccessivamente vicini, con spazio di seduta limitato, con un vociare fastidioso di tutti i commensali e con una temperatura troppo calda che l’aria condizionata evidentemente non riesce a sanare. La mise en place è di qualità e consona alle vivande, ma non mitiga certamente il disagio. Mentre al piano terra l’ambiente è piuttosto bello, quest’ultimo tipo di sistemazione, al contrario, è assai infelice e non all’altezza di un ristorante di tale fascia di prezzo e di tale tradizione, per cui mi vedo costretto, mio malgrado, a dare una piena insufficienza.
Il servizio è svolto in modo rapido e molto professionale e rispetta i canoni di una ristorazione di livello superiore, attenta senza essere invadente, gentile senza essere ossequiosa.

Come bevande ordiniamo una bottiglia di acqua minerale, che di fatto è acqua microfiltrata, e due calici di vino bianco. Ci viene consigliato un Moscato secco, di cui non ricordo la marca, che viene puntualmente stappato al tavolo e dalla cui bottiglia vengono versate due dosi generose. Il vino si dimostra essere di discreta qualità, fresco, buona acidità, profumo di mela verde e con qualche nota floreale. Insomma: dignitoso.
Dal menu scegliamo alcune cose piuttosto semplici.
Un antipasto di crudi formato da scampi, gamberi rossi, tartare di pesce “sconosciuto”, carpaccio di branzino. La porzione è abbondante e si evidenzia la specifica dolcezza dei gamberi, veramente suadenti.
Come secondo piatto la classica frittura mista, presentata sul tipico foglio di carta assorbente, formata da anelli di calamaro, ciuffi di moscardino, pesciolini e gamberi. Panatura croccante e non unta, morbidi gli anelli. Insomma, un piatto ben riuscito sia pur nella semplicità dell’esecuzione.
Come dessert, mia moglie prende una mousse di pera al liquore Williams ed io un sorbetto al mandarino al Cointreau. Delicato il dessert alla pera, superbo veramente il mio sorbetto, che in realtà è un mandarino svuotato della sua polpa e riempito di sorbetto che è poco ghiacciato e mantiene una consistenza ed un gusto che viene esaltato in modo specifico dal liquore. Senza tema di dubbio uno dei migliori sorbetti mangiati in questi ultimi tempi.
Un caffè per finire la serata.

Che dire? Il tradizionale ristorante di pesce milanese, con nessun particolare slancio creativo negli alimenti base, seppur preparati in modo perfetto, con però l’aggravante di una cattiva sistemazione logistica che abbassa nettamente il rapporto qualità/prezzo. Il consiglio è quindi di non accettare la sistemazione nella “saletta” perché in realtà è un soppalco assai scomodo.
Due coperti 6 euro, un’acqua minerale microfiltrata 2 euro, due calici di vino 10 euro, due antipasti 36 euro, due fritture di pesce 50 euro, due dessert 14 euro, un caffè 2 euro, per un totale di 120 euro.

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